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1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi

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Ove possibile il confronto con il <strong>La</strong>urenziano, sezione pisana, e il<br />

Banco Rari insieme, il Vaticano va col Banco Rari, seppure non<br />

molto da vicino, contro il <strong>La</strong>ur., in I e VI; non in II (non giu<strong>di</strong>cabile<br />

XII), ove fa gruppo col <strong>La</strong>ur. Anche ove il confronto è solo col Banco<br />

Rari si conferma però l’antenato comune (III, XV), ma l’affinità più<br />

stringente del Vat. è con la sezione fiorentina del <strong>La</strong>ur., laddove il<br />

Banco Rari fa gruppo molto strettamente col Chigiano L: VIII. 305 e<br />

affini (III) o col Vat. 3214 (XV). <strong>La</strong> strettissima vicinanza <strong>di</strong> A col<br />

<strong>La</strong>ur. Sezione fiorentina (B1), fin nei particolari grafici e metrici (ma<br />

i due co<strong>di</strong>ci sono sempre in<strong>di</strong>pendenti) è palese ovunque traman<strong>di</strong>no<br />

uno stesso componimento (IV, V, VIII, XV, XVII). Nei sonetti la parentela<br />

comunque abbastanza chiara fra Vat 3973 e Chigiano (come<br />

in III) è probabile anche nella tenzone con l’Abate, grazie alla testimonianza<br />

dei Memoriali, laddove B1 fa gruppo col Banco Rari contro<br />

A nell’unico sonetto (XXVI) ove sia possibile la comparazione e presenta<br />

anche altrove (XXV, solo altro sonetto in comune con B1) affinità<br />

meno stringenti che nelle canzoni. In D.2 (= Dubbie attribuzioni<br />

2) si oppone al <strong>La</strong>ur., sezione pisana, che sembra <strong>di</strong> nuovo in posizione<br />

privilegiata.<br />

Partendo da una stessa <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> si può giungere a scegliere manoscritti<br />

<strong>di</strong>fferenti come testo base. Per esempio, Giorgio Petrocchi per la sua e<strong>di</strong>zione<br />

critica della Divina Comme<strong>di</strong>a scelse il Trivulziano 1080 (Milano, Biblioteca<br />

dell’Archivio Storico Civico e Trivulziana, co<strong>di</strong>ce 1080), <strong>di</strong> origine<br />

e colorito linguistico fiorentino, copiato a Firenze da Francesco <strong>di</strong> ser Nardo<br />

da Barberino nel 1337; viceversa Federico Sanguineti ha invece utilizzato<br />

l’Urbinate 366 (Roma, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana,<br />

co<strong>di</strong>ce Urbinate <strong>La</strong>tino 366), proveniente dall’area emiliana, <strong>di</strong> cui conserva<br />

la patina linguistica, datato 1352.<br />

3) Il passaggio successivo, come si è detto, è il confronto tra i testimoni<br />

(collatio) a partire dall’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>plomatica del testo-base. Tale confronto<br />

ha l’evidente fondamento logico della comparazione tra le “testimonianze”<br />

superstiti per ricostruire la verità dei fatti, né più né meno, se è lecito un paragone<br />

un po’ forzato, <strong>di</strong> come agisce la polizia <strong>di</strong>nanzi a un delitto.<br />

Qual è il risultato della collatio? Il filologo si trova <strong>di</strong>nanzi a un numero<br />

considerevole <strong>di</strong> lezioni (varianti), <strong>di</strong>verse da quelle del suo testo base, che<br />

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