1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi
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Quel “ex <strong>di</strong>versis aliis” è una <strong>di</strong>chiarazione esplicita <strong>di</strong> contaminatio,<br />
seppure animata, potremmo <strong>di</strong>re oggi, dall’esigenza, evidentemente già<br />
matura a <strong>di</strong>eci anni dalla morte <strong>di</strong> Dante, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una primitiva<br />
“e<strong>di</strong>zione critica” che respingesse que falsa e accogliesse que vera aut sensui<br />
videbantur concinna. In molti manoscritti me<strong>di</strong>evali, in cui non troviamo<br />
<strong>di</strong>chiarazioni così esplicite, troviamo però correzioni in interlinea, o rasature<br />
e riscritture o richiami con l’abbreviazione al che sta per alias e in margine<br />
una lezione <strong>di</strong>versa da quella del testo, e anche in questi casi si è fortunati,<br />
perché i segnali <strong>di</strong> contaminazione sono espliciti. Quando invece essa è avvenuta<br />
ed è rifluita senza segnali espliciti nel testo <strong>di</strong> un dato manoscritto, è<br />
chiaro che si pongono problemi critici non facilmente risolvibili perché vien<br />
meno il ruolo degli errori significativi (in quanto, in presenza <strong>di</strong> un dato errore<br />
dell’esemplare 1 da cui si copia, lo si può emendare per la lezione<br />
dell’esemplare 2, e viceversa. Il problema che la contaminatio pone è dunque<br />
l’alterazione dello stemma, e talvolta essa è alla base, perché non riconosciuta,<br />
della riduzione dello stemma a due rami. Si è ormai consapevoli<br />
che se una <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> è largamente contaminata è <strong>di</strong>fficilmente risolvibile,<br />
invece se è circoscritta in genere si riesce a venirne a capo perché la <strong>di</strong>stribuzione<br />
alterata delle varianti ha una sua regolarità.<br />
Un altro dei motivi per <strong>di</strong>fendere l’utilità del metodo <strong>di</strong> <strong>La</strong>chmann, seppure<br />
gestito con maggiore consapevolezza critica <strong>di</strong> quanta non se ne avesse<br />
ai tempi <strong>di</strong> Bé<strong>di</strong>er, è il vantaggio dell’in<strong>di</strong>viduazione delle lectiones singularium.<br />
Ogni manoscritto può essere, in teoria, latore <strong>di</strong> una lezione ammissibile<br />
attestata solo da lui. Non è un’eventualità recon<strong>di</strong>ta, anzi è molto frequente<br />
nelle tra<strong>di</strong>zioni folte. Risulta chiaro che, rinunciando a una collatio<br />
minuta e approfon<strong>di</strong>ta, si rischia <strong>di</strong> attribuire peso ad una lezione che invece<br />
è isolata e quin<strong>di</strong> da non considerare come autorevole. Nelle tra<strong>di</strong>zioni folte,<br />
eliminare le lezioni singolari consente una grande semplificazione dei problemi<br />
del testo, perché consente <strong>di</strong> ridurre il numero dei dati da considerare,<br />
provenienti dai rami bassi della <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong>.<br />
Detto tutto questo, resta il fatto che molte tra<strong>di</strong>zioni finiscono per essere<br />
rappresentate da alberi bifi<strong>di</strong>. Posto che ormai non si tratta <strong>di</strong> scegliere una<br />
lezione contro un’altra, giacché non si sostituisce una lezione ammissibile<br />
con un’altra <strong>di</strong> pari peso stemmatico, ma al massimo se ne <strong>di</strong>scute in apparato<br />
o nel commento, resta da chiedersi in base a quali criteri si giu<strong>di</strong>ca una<br />
lezione più autorevole <strong>di</strong> un’altra quando non si possa applicare la regola<br />
della maggioranza dei manoscritti <strong>di</strong> pari livello stemmatico. Scolastica-