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1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi

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cum descriptorum. <strong>La</strong> dottrina <strong>di</strong>ce che un co<strong>di</strong>ce è certamente copia <strong>di</strong> un<br />

altro quando ne contiene tutti gli errori più almeno uno suo proprio. I filologi<br />

con un po’ <strong>di</strong> esperienza, quando hanno il dubbio che un manoscritto sia<br />

copia <strong>di</strong> un altro manoscritto, vanno a verificare i luoghi del testo della copia<br />

dove il presunto esemplare presenta lacune, guasti meccanici, inversioni<br />

del testo o della fascicolazione, perché la loro ripetizione nella copia è un<br />

forte sintomo <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong>retta. I descripti sono irrilevanti ai fini della<br />

ricostruzione dell’originale ma possono essere importanti documenti <strong>di</strong><br />

cultura, della storia della ricezione, della storia della <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong>.<br />

4.5.6 Le lezioni ammissibili<br />

In<strong>di</strong>viduati e classificati gli errori, resterà al filologo una serie <strong>di</strong> varianti<br />

che sod<strong>di</strong>sfano la forma e il senso del testo e che non possono essere <strong>di</strong>chiarate<br />

erronee. Per es., nella <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> della Divina Comme<strong>di</strong>a in Inf. I, 8 si<br />

ha una parte della <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> che recita ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai<br />

e un’altra che invece attesta ma per trattar del ben che vi trovai; entrambe le<br />

lezioni sod<strong>di</strong>sfano il metro e il senso e pertanto devono essere considerate<br />

entrambe ammissibili, cioè titolate ad essere considerate lezioni che provengono<br />

dalla volontà dell’autore e non dalla <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong>. Le si chiama con nomi<br />

<strong>di</strong>versi: lezioni in<strong>di</strong>fferenti, a<strong>di</strong>afore, ammissibili, sebbene sia ormai invalsa<br />

una certa specializzazione del termine a<strong>di</strong>afore per in<strong>di</strong>care le lezioni <strong>di</strong> pari<br />

peso stemmatico. Come scegliere? Quale promuovere a testo?<br />

Lo stemma non ha una funzione meramente rappresentativa <strong>di</strong> un processo<br />

storico derivativo, ma costituisce un valido strumento per decidere<br />

dell’autorevolezza dei testimoni e quin<strong>di</strong> delle lezioni mmissibili da essi addotte.<br />

C’è stata una lunga fase della pratica filologica in cui lo stemma è stato<br />

usato meccanicamente, ossia: se la lezione del manoscritto A era attestata da<br />

un altro testimone <strong>di</strong> pari valore stemmatico contro un terzo, per ragioni<br />

statistiche la lezione dei primi due era da preferirsi (è più probabile che sia<br />

corretta la lezione sostenuta dalla maggioranza dei testimoni). Tale meccanismo<br />

risultava applicabile facilmente in stemmi cosiddetti a tre rami:

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