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1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi

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piagha), k (come in Karlo, del copista), x (come in extremo), y (come in<br />

y<strong>di</strong>oma); (…) la copula et (che ha ben poche eccezioni) anche in rappresentanza<br />

del compen<strong>di</strong>o 7”. <strong>La</strong> scelta <strong>di</strong> Contini porta a leggere anche<br />

nell’e<strong>di</strong>zione curata da Marco Santagata nel 2004 i testi <strong>di</strong> Petrarca con questa<br />

grafia latineggiante dove abbondano gli et per e e dove si trova hemispero<br />

per emisfero; exaltar per esaltar ecc. <strong>La</strong> scelta ha il merito <strong>di</strong> rendere visibile<br />

come gli orientamenti culturali e estetici maturati da Petrarca sulla latinità<br />

si siano riverberati anche sulle sue scelte grafiche; tuttavia è una scelta<br />

che, se mantenuta nelle e<strong>di</strong>zioni per le scuole, produrrebbe più confusione<br />

che informazione. Non a caso Contini procede comunque a un minimo <strong>di</strong><br />

regolarizzazioni: sostituisce ç con z, rappresenta la l palatale sempre con gli<br />

(anche dove Petrarca scrive gle) ecc.<br />

4.3.2 E<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un testo a stampa<br />

Negli incunaboli (i testi a stampa pubblicati dal 1464 al 1500) e nelle<br />

cinquecentine (i testi pubblicati nel Cinquecento) spesso si ritrovano gli<br />

stessi problemi che abbiamo visto caratterizzare i manoscritti me<strong>di</strong>evali. Infatti,<br />

in principio, e soprattutto in aree culturali periferiche, la pagina a<br />

stampa imita quasi in tutto e per tutto la pagina manoscritta. Si ritrovano la<br />

scriptio continua, le abbreviazioni, la mancata <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> u da v, l’uso<br />

<strong>di</strong>verso da quello o<strong>di</strong>erno delle maiuscole e delle minuscole, gli allografi<br />

ecc.<br />

L’e<strong>di</strong>zione, per ciò che attiene questi problemi, non <strong>di</strong>fferisce da quella<br />

<strong>di</strong> un manoscritto, originale o unicus che sia.<br />

Ve<strong>di</strong>amo, invece, come Segre risolve i problemi, <strong>di</strong> cui abbiamo già<br />

parlato, dell’Orlando Furioso.<br />

In primo luogo assegna a ciascuna e<strong>di</strong>zione una sigla, così come si fa<br />

con i manoscritti:<br />

A: Ferrara, stampatore maestro Giovanni Mazocco dal Bondeno, 1516;<br />

B: Ferrara, stampatore Giovanno Battista de la Pigna milanese, 1521;<br />

C: Ferrara, stampatore maestro Francesco Rosso da Valenza, 1532.<br />

Come si è già detto le ottave da I 18 a II 14 in una parte della tiratura <strong>di</strong><br />

C contengono alcune lezioni (e refusi) che l’Ariosto non riconobbe come<br />

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