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Ricerca sul valore economico del Terzo Settore in Italia 2012

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FIGURA 6<br />

Settori <strong>in</strong> cui le istituzioni<br />

di advocacy svolgono<br />

l’attività <strong>in</strong> via pr<strong>in</strong>cipale<br />

Fonte: Indag<strong>in</strong>e <strong>sul</strong> non<br />

profit, UniCredit Foundation<br />

Nota: risposte multiple;<br />

totale rispondenti: 1647<br />

44 Il 9% citato si ottiene come somma di diversi<br />

settori di attività riconducibili alle imprese<br />

for profit (servizi alle imprese e alle<br />

persone; trasporti e attività postali, <strong>in</strong>formatica<br />

e telecomunicazioni, <strong>in</strong>dustria e costruzioni,<br />

commercio e ristorazione), <strong>in</strong>serite <strong>in</strong><br />

figura all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la voce “altro”.<br />

CAPITOLO 3 LA sTrUTTUrA deLLe IsTITUzIOnI nOn PrOfIT<br />

32,8 % Cultura, sport e ricreazione<br />

9,50 % Altro<br />

4,40 % Istruzione e ricerca<br />

4,40 % Cooperazione e solidarietà <strong>in</strong>ternazionale<br />

5,90 % Ambiente<br />

21,4 % Sanità<br />

21,6 % Assistenza sociale<br />

Consideriamo <strong>in</strong> dettaglio le attività che maggiormente identificano i due cluster<br />

advocacy e produttivo (Figura 6 e Figura 7, rispettivamente). Come <strong>del</strong><br />

resto già <strong>in</strong>dicato dai dati relativi alla generica composizione settoriale <strong>del</strong>le<br />

attività, la funzione di advocacy viene svolta <strong>in</strong> via prioritaria nel settore<br />

<strong>del</strong>la cultura, sport e ricreazione (32,8%), <strong>del</strong>l’assistenza sociale (21,6%) e<br />

nel settore sanitario (21,4%). Il resto <strong>del</strong>le organizzazioni si occupa pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

di ambiente (5,9%), cooperazione <strong>in</strong>ternazionale e istruzione (entrambi,<br />

4,4%). All’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>la funzione produttiva il 26,4% eroga i propri servizi<br />

nell’ambito <strong>del</strong>l’assistenza sociale, il 23,8% nella cooperazione e solidarietà<br />

<strong>in</strong>ternazionale, il 16,6% nell’ambito <strong>del</strong>la sanità. Una peculiarità <strong>del</strong>la funzione<br />

produttiva è il co<strong>in</strong>volgimento <strong>in</strong> attività mirate allo sviluppo <strong>economico</strong><br />

e coesione sociale (9,1%) e <strong>in</strong> settori tipici <strong>del</strong>le imprese for profit (<strong>in</strong>dustria,<br />

commercio e altri servizi, cui si dedica un ulteriore 9% degli enti44 ).<br />

Dai dati <strong>del</strong>la Tabella 5 emerge come solo una parte modesta <strong>del</strong>le organizzazioni<br />

(20% circa) sia rivolta esclusivamente a persone <strong>in</strong> condizioni di svantaggio<br />

sociale. Mentre il produttivo lavora prevalentemente per l’<strong>in</strong>clusione<br />

sociale (78,6% gli enti che operano a favore di almeno una <strong>del</strong>le categorie<br />

<strong>in</strong> condizioni di svantaggio sociale, <strong>in</strong> particolare per le vittime di tratta e<br />

abusi, con il 15,4% <strong>del</strong>le istituzioni <strong>in</strong>teressate a fronte di un 5,2% registrato<br />

<strong>sul</strong> totale campione), advocacy ed erogativo si rivolgono alla comunità nella<br />

sua <strong>in</strong>terezza (poco oltre il 50% <strong>del</strong>le istituzioni dedicate a tali persone). In<br />

generale, le categorie <strong>in</strong> svantaggio sociale a cui maggiormente si rivolgono<br />

tutte le organizzazioni <strong>del</strong> non profit sono i disabili (25,3%), i malati (19%) e<br />

gli extracomunitari (18,8%). Una buona parte <strong>del</strong>le attività è dest<strong>in</strong>ata anche<br />

a tipologie di soggetti con devianze (14,8%) e a disoccupati (11,2%).<br />

Più omogenee le quote di coloro che si dedicano <strong>in</strong> generale a categorie non<br />

<strong>in</strong> svantaggio (78,5% su advocacy, 75,3% per il cluster produttivo, 70,9% per<br />

l’erogativo); tuttavia, il dettaglio <strong>del</strong>le risposte presenta alcune sfumature<br />

tra classi funzionali: un quarto <strong>del</strong>le organizzazioni di advocacy si rivolge a<br />

tutti <strong>in</strong>dist<strong>in</strong>tamente, mentre le attività di quelle produttive sono più mirate<br />

(giovani e/o bamb<strong>in</strong>i, donne).

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