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Beschäftigung mit Musik – ein Leben lang / Fare musica – tutta la vita

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Eugenio Picozza<br />

121<br />

In questo contesto <strong>la</strong> ‘neurofilosofia’ 10 si divide in due principali correnti:<br />

a) i ‘neurofilosofi’ appartenenti al cosiddetto determinismo cognitivo per cui anche<br />

queste reazioni sarebbero automatiche e spontanee come <strong>tutta</strong> l’attività umana senza<br />

alcun apporto del<strong>la</strong> cosiddetta libertà personale;<br />

b) i ‘neurofilosofi’ favorevoli ancora al<strong>la</strong> libertà di intendere e di volere, per cui anche<br />

<strong>la</strong> pratica <strong>musica</strong>le sarebbe frutto di una scelta consapevole ed intenzionale. 11<br />

Non posseggo certo <strong>la</strong> competenza per inserirmi in una delle due teoriche o in una posizione<br />

intermedia quale quel<strong>la</strong> assunta ad esempio da John R. Searle: da un <strong>la</strong>to mi<br />

sembra difficile negare che in un certo senso <strong>la</strong> <strong>musica</strong> «ci possiede e ci guida». In<br />

ciò molto più delle mie parole sono efficaci i versi di Shakespeare o il lied di Schubert<br />

espressamente dedicato al<strong>la</strong> <strong>musica</strong>, (anche questo potere peraltro è spiegato dal<strong>la</strong><br />

neuroscienza recuperando il ruolo delle emozioni rispetto al funzionamento del cervello:<br />

v. in partico<strong>la</strong>re i <strong>la</strong>vori sopra citati di Damasio e di Le Doux e <strong>la</strong> bril<strong>la</strong>nte divulgazione<br />

di Goleman).<br />

Dall’altro, se ripenso alle ore passate al pianoforte per imparare scale, arpeggi e studi;<br />

e poi all’organo (per acquisire indipendenza tra mani e piedi), non riesco proprio<br />

ad aderire ad una concezione deterministica dell’evento: in quanto sarebbe stato molto<br />

più semplice e comodo ascoltare <strong>la</strong> <strong>musica</strong> per pianoforte, o per organo, tranquil<strong>la</strong>mente<br />

seduto sul divano di fronte ad un buon apparecchio stereofonico; o addirittura<br />

sdraiato in poltrona indossando un meraviglioso paio di cuffie wireless. Tuttavia<br />

sempre un neuroscienziato sembra aver recentemente dimostrato che il cervello decide<br />

automaticamente una determinata azione prima ancora di averne consapevolezza e<br />

volontà (Libet «Mind Time»). In questo scenario ogni rappresentazione è possibile ed<br />

autorizzata, compresa l’ipotesi che non trovo certo irriverente secondo cui anche Dio<br />

è Musica. Mi rendo conto che con tale affermazione, si rischia di introdurre un nuovo<br />

dualismo già anticipato da Cartesio con il proprio dualismo tra corpo e anima, dei quali<br />

<strong>la</strong> ghiando<strong>la</strong> pineale sarebbe stato il fisico trait d’union.<br />

Tuttavia assumere una o l’altra delle posizioni sopra descritte, comporta rilevanti conseguenze<br />

anche nel campo delle discipline musicologiche. Proprio il settore <strong>musica</strong>le<br />

delle neuroscienze ha dimostrato una grande differenza di esito nel<strong>la</strong> tecnica delle<br />

‘neuro immagini’ tra l’ascolto del<strong>la</strong> <strong>musica</strong> da parte di un musicista professionale e comunque<br />

esperto, ed un semplice ascoltatore di <strong>musica</strong>. Le aree cerebrali attivate nel<br />

10 Cfr. principalmente Paul S. Church<strong>la</strong>nd, Neurophilosophy: toward a Unified Science of the Mind-Brain, MIT Press,<br />

Cambridge (MA) 1986; Daniel Dennett, Coscienza, Rizzoli, Mi<strong>la</strong>no 1991.<br />

11 Le varie posizioni teoriche sono diffusamente spiegate in Sandro Nannini, Naturalisnmo cognitivo, Quodlibet<br />

Studio, Macerata 2007 passim ma partico<strong>la</strong>rmente pp. 79-83. Partico<strong>la</strong>rmente interessante in tale contesto è <strong>la</strong><br />

posizione di John R. Searlwe uno dei massimi filosofi del<strong>la</strong> mente: cfr. in partico<strong>la</strong>re La riscoperta del<strong>la</strong> mente,<br />

Bol<strong>la</strong>ti-Boringhieri, Torino 1994; Id., Il mistero del<strong>la</strong> coscienza, Raffaello Cortina, Mi<strong>la</strong>no 1998; Id., La razionalità<br />

dell’azione, Raffaello Cortina, Mi<strong>la</strong>no 2003; Id., Libertà e neurobiologia. Riflessioni sul libero arbitrio, il linguaggio<br />

e il potere politico, Mondadori, Mi<strong>la</strong>no 2005. Anche se tale posizione viene esplicitamente criticata dal Nannini<br />

che testualmente osserva «[…] Questi concepisce <strong>la</strong> coscienza come una proprietà biologica emergente, dovuta ai<br />

‘poteri causali’ del cervello, e pretende con ciò di aver mandato in soffitta <strong>la</strong> vecchia alternativa tra dualismo e<br />

materialismo: <strong>la</strong> coscienza, secondo Searle, è una proprietà naturale, ma al tempo stesso, introduce nel mondo<br />

una dimensione soggettiva irriducibile. È dubbio <strong>tutta</strong>via, che <strong>la</strong> posizione di Searle sia chiara, e non oscilli incoerentemente<br />

tra monismo e dualismo delle proprietà» (S. Nannini, Naturalismo cit., p. 34).

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