Beschäftigung mit Musik â ein Leben lang / Fare musica â tutta la vita
Beschäftigung mit Musik â ein Leben lang / Fare musica â tutta la vita
Beschäftigung mit Musik â ein Leben lang / Fare musica â tutta la vita
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Galliano Ciliberti<br />
87<br />
gio. Acqua, fuoco e aria insieme in quanto elementi costitutivi del mondo provocano<br />
nel loro turbinoso mesco<strong>la</strong>mento ciclonico il concepimento di un’invenzione<br />
sonora altrettanto complessa e drammatica. Gluck e Beethoven possono così esprimere<br />
non solo lo scatenamento delle forze del<strong>la</strong> natura ma anche il sentimento di<br />
finitezza che l’uomo prova con senso di profondo struggimento dinanzi al<strong>la</strong> grandezza<br />
onnipotente del<strong>la</strong> natura.<br />
Sempre rimanendo nell’ambito atmosferico vediamo come il senso dell’albeggiare e<br />
del primissimo mattino venga espresso sovente in <strong>musica</strong> con suoni acuti, armonici<br />
superiori negli archi, sonorità rarefatte che immaginano <strong>la</strong> freschezza del momento<br />
nonché tutte quelle molteplici sensazioni sfumate legate all’evento come in apertura<br />
del<strong>la</strong> Prima sinfonia di Mahler o nel primo brano delle Fontane di Roma di Respighi.<br />
In questi casi l’immaginazione del<strong>la</strong> materia non avviene mai iso<strong>la</strong>ndo un solo<br />
elemento ma assemb<strong>la</strong>ndone diversi. In tale processo di collegamento di fenomeni<br />
naturali con fenomeni acustici ritroviamo armonicamente ottave e quinte vuote.<br />
L’aria pura ma materializzatasi in condensazioni tali da apparirci in forme fantasmagoriche<br />
è quel<strong>la</strong> espressa dal simbolismo sonoro di Nuages primo dei tre Nocturnes<br />
per orchestra di Debussy. Si tratta di nuvole notturne che appaiono sullo<br />
sfondo del loro cielo oscuro. Crosta terrestre e volta stel<strong>la</strong>re le deli<strong>mit</strong>ano nel galleggiare<br />
informale, libero, ma non nel<strong>la</strong> forma e nei colori, fenomeni che vengono<br />
annientati otticamente dal<strong>la</strong> notte. Non sono le nuvole banali del meriggio o le<br />
romantiche quanto abusate nuvole dell’alba e del tramonto: sono le nuvole del<strong>la</strong><br />
notte, dell’oscurità simbolica, dell’enigmaticità inconscia. Bagliori lunari accendono<br />
sporadicamente tali stratificazioni gassose per renderne ancora più metaforico il<br />
loro mistero, <strong>la</strong> loro apparenza senza sagome definite, il loro fascino continuamente<br />
cangiante. I timpani in pianissimo, i corni in sordina (lontani), il f<strong>la</strong>uto sopra gli<br />
armonici purissimi dell’arpa, gli archi divisi in sottosezioni, l’utilizzazione di accordi<br />
di quinta, quarta e sesta vuoti o raddoppiati in ottave in serie di successioni o<br />
di sovrapposizioni suscitano le immagini notturne delle nuvole, accennano le loro<br />
sembianze gassose in tratti sonori rarefatti, infondono l’evocazione dell’ineffabile<br />
stimo<strong>la</strong>ndo <strong>la</strong> nostra mente a ricostruire fantasticamente figure immaginifiche di nuvole<br />
scure e tenui ma fluidamente motorie attraverso l’inconscio.<br />
Anche nell’immaginazione sonora dell’acqua abbiamo abbondanti casistiche che<br />
vanno dall’evocazione timbrica del ruscello inteso come entità tersa, fredda, liquida<br />
e trasparente del circostante ma indefinito paesaggio campestre multicolore (penso<br />
ancora al<strong>la</strong> Pastorale di Beethoven), sino allo scorrere del fiume dal<strong>la</strong> sua nascita<br />
sino al<strong>la</strong> foce quale recupero di una identità nazionale e storica ricca di tradizioni<br />
nonché di una natura antropologicamente specifica, folkloristicamente peculiare<br />
(come nel celebre poema Moldava di Smetana).<br />
Ma l’acqua come metafora dell’universo avviene solo nel<strong>la</strong> Mer di Debussy. Non si<br />
tratta, infatti, di un mare definito, geograficamente localizzato ma di un cosmo acquatico<br />
vivo, infinito che si rapporta cineticamente con altri elementi (con il vento,<br />
dunque, con l’aria o con il sole e con <strong>la</strong> folgore tempestosa, dunque, con il fuoco)