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il 1° report sul Pronto Soccorso e i dimessi - Azienda Ospedaliera S ...

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”L’<strong>Azienda</strong> ascolta, un impegno verso i cittadini . Programma di Customer satisfaction 2008 – 2009”<br />

autorizzare l’operazione. Nel 2008 <strong>il</strong> Day Hospital ha effettuato, in totale, 2464 interruzioni di<br />

gravidanza e per quanto riguarda le minori circa <strong>il</strong> 90% sono accompagnate dal giudice tutelare.<br />

1.4 Qualità del Comfort<br />

I giudizi dei pazienti <strong>sul</strong>la qualità del vitto (Tab.5 vitto e locali), registrate a letere delle risposte al<br />

questionario, anche nei casi di valutazioni positive dipendono dalle aspettative basse degli<br />

intervistati, i quali non si attendono di ricevere un servizio di elevata qualità. Affermazioni, emerse<br />

nel corso delle interviste, del tipo “si sa come si mangia negli ospedali”, “l’ospedale non è un<br />

ristorante”, “non è come mangiare a casa propria”, “occorre adattarsi”, descrivono in modo<br />

adeguato le basse attese dei pazienti/cittadini.<br />

Il vitto è criticato sia dagli utenti che dai coordinatori infermieristici (si veda i paragrafi 1.7 e 1.8<br />

<strong>sul</strong>le segnalazioni dei coordinatori e degli utenti): i primi evidenziano la qualità scadente e <strong>il</strong> non<br />

rispetto della scelta del menù, i secondi aggiungono <strong>il</strong> ritardo nel servire i pasti, la quantità di cibo<br />

ritenuta appena sufficiente, l’eventualità, per <strong>il</strong> paziente, di non ricevere per errore <strong>il</strong> vitto, <strong>il</strong> sistema<br />

precotto considerato non idoneo. In quest’ultimo caso i coordinatori infermieristici si riferiscono al<br />

fatto che i pazienti devono consumare i pasti entro 40 minuti da quando sono stati riscaldati, poiché<br />

trascorso questo tempo <strong>il</strong> cibo perde le proprietà organolettiche, e di conseguenza gli inservienti<br />

ritirano i vassoi dopo tale limite. Nei casi in cui un paziente non è presente al momento del pasto,<br />

perché impegnato con degli esami e quindi non ha la possib<strong>il</strong>ità di mangiare entro i 40 minuti, perde<br />

anche la possib<strong>il</strong>ità di consumare <strong>il</strong> pasto freddo, con la conseguenza di rimanere a digiuno.<br />

Due considerazioni fatte dagli utenti meritano di essere menzionate: la prima riguarda gli effetti<br />

negativi relativi al non rispetto della sceltà del menù, un paziente ha fatto notare che prendere, <strong>il</strong><br />

giorno prima, le richieste <strong>sul</strong> menù e poi <strong>il</strong> giorno dopo servire un menù completamente diverso da<br />

quello scelto, comporta aspettative disattese con relativa insoddisfazione. Inoltre al momento della<br />

scelta del menù non viene r<strong>il</strong>asciata al degente nessuna “ricevuta” che attesti l’effettiva ordinazione<br />

e ciò implica maggiori difficoltà, da parte dei coordinatori infermieristici, nel gestire eventuali<br />

contestazioni (è diffic<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire se <strong>il</strong> paziente ha ragione o se si è confuso).<br />

La seconda osservazione è di carattere più generale: “un paziente che si trova in un ambiente che<br />

non è <strong>il</strong> suo, vede la qualità scadente del vitto, può pensare che rappresenti la scarsa attenzione nei<br />

suoi confronti”.<br />

In merito al rispetto degli orari di distribuzione del vitto gli utenti sono nel complesso soddisfatti, è<br />

stato riscontrato, ascoltando gli intervistati, un atteggiamento di tolleranza per ritardi contenuti entro<br />

i 15 minuti, mentre se <strong>il</strong> ritardo sale a 30 minuti <strong>il</strong> giudizio <strong>sul</strong> rispetto degli orari diventa negativo.<br />

Positive sono anche le valutazioni <strong>sul</strong>l’adeguatezza degli orari del vitto, tranne per la fascia oraria<br />

della cena. Sono 148 utenti su 501 (pari al 29,5%) a ritenere l’orario della cena troppo anticipato e<br />

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