SUONO n° 477
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RECENSIONI<br />
DVD<br />
Galuppi L’inimico delle donne Dynamic<br />
Dieterich Buxtehude<br />
OPERA OMNIA XVI<br />
Ton Koopman<br />
Challenge Classic<br />
Nell'Olimpo della musica del grande<br />
secolo barocco, Dietrich Buxtehude<br />
(1637-1707) siede autorevolmente<br />
in un alto e distinto scanno: figlio<br />
d'arte, compositore e organista eccelso,<br />
fu di tutti maestro esemplare:<br />
nel 1705 il ventenne J.S.Bach, chiese,<br />
ad Arnstadt, dove era occupato, un<br />
permesso di quattro settimane per<br />
recarsi a Lubecca - a piedi, vi giunse<br />
impolverato con la bisaccia a tracolla<br />
- ad ascoltare il vecchio organista,<br />
e fu per lui un ricordo incancellabile,<br />
strutturante.Il grande maestro<br />
operante a Lubecca, da dove mai<br />
si allontanò, fu, com'era prassi, assai<br />
prolifico; compose molto per la<br />
Chiesa - Cantate e organo - e musica<br />
da camera.Oggi Ton Koopman, non<br />
ancora settantenne, un'autorità nel<br />
Barocco, affronta - dopo l'integrale<br />
organistica di J.S.Bach - la registrazione<br />
dell'intero lascito dell'Anseatico:<br />
iniziativa meritoria e di filologico<br />
impegno; sotto la responsabile direzione<br />
del maestro olandese le realizzazioni<br />
dei suoi complessi vocali e<br />
strumentali mostrano una devozione<br />
stilistica rassicurante. Questo XVI<br />
CD raccoglie il sentimento assorto<br />
delle sette Cantate che formano il<br />
ciclo Membra Jesu Nostri BuxWV 75<br />
(1680).<br />
Umberto Padroni<br />
Franz Liszt<br />
AN ORCHESTRA ON THE PIANO<br />
Orazio Sciortino, pf.<br />
Dynamic<br />
Questo significativo documento<br />
sonoro induce a confermare la centralità<br />
del pianoforte nell'organologia<br />
(allargando il significato del<br />
termine) degli ultimi due secoli, e a<br />
un musicista come Franz Liszt (1811-<br />
1886) toccò fatalmente di assumere<br />
il ruolo - centrale anch'esso, per ampiezza<br />
dell'intuizione, per audacia<br />
intellettuale, per ardore poetico - di<br />
protagonista, di interprete dotato di<br />
capacità propositive nell'ultima vera<br />
contingenza nell'espressione musicale,<br />
prima del buio.A lungo guardato<br />
obliquamente e con sospetto,<br />
l'Ungherese mostra oggi, progressivamente,<br />
grazie ad alcuni prodigiosi<br />
pianisti che hanno affondato nel<br />
grandioso, geniale lascito - ultimo in<br />
ordine di tempo Giovanni Bellucci, un<br />
fuoriclasse luminoso di ormai annosa<br />
dedizione, audace apripista in un<br />
repertorio ricco di plusvalenze - uno<br />
spessore ideale, estetico, tecnico originale,<br />
e con pochi raffronti nell'assoluto.<br />
Orazio Sciortino giovane pianista<br />
generoso di vibranti inveramenti,<br />
affida a questo CD pagine sinfoniche<br />
lisztiane: Orpheus, Les Préludes, Le<br />
Triomphe funèbre du Tasse, Gretchen,<br />
e Mephisto-Waltz n.1, in trascrizioni in<br />
bianco e nero ad opera dell'Autore,<br />
di A. Stradal, K. Klauser e di F. Busoni:<br />
una proposta - l'orchestra nel pianoforte<br />
- di meritoria efficacia.<br />
Umberto Padroni<br />
Baldassare Galuppi (1706-1785) ha percorso<br />
il ‘700 con il meritato conforto di un gratificante<br />
successo; dalle prime incombenze, da<br />
giovanissimo compositore a Venezia fino alla<br />
dorata operosa vecchiaia, la sua attività si<br />
esplicò a Venezia, nel Veneto, nella Penisola,<br />
e oltralpe, nella composizione - seria, buffa,<br />
da camera e chiesastica - e nella organizzazione<br />
musicale e teatrale, un settore di forte<br />
e difficile impegno nei suoi anni. L’inimico<br />
delle donne (Venezia, San Samuele, 1771),<br />
è un’azione svelta - malgrado i tre atti del<br />
libretto di Giovanni Bertati - e garbata, composta dal Buranello (così conosciuto<br />
a suo tempo, da Burano, l’amata isola natale) prossimo alla conclusione della<br />
sua attività compositiva per il teatro: si tratta del quart’ultimo suo lavoro, e<br />
lasciato il teatro, nei rimanenti, ma lunghi, dodici anni di vita egli si dedicò ad<br />
adattamenti, elaborazioni, pasticci, cantate, e al sacro. Con il teatro il Buranello si<br />
impose dappertutto con un successo strepitoso, incontrando favori soprattutto<br />
nell’opera buffa grazie alla felice caratterizzazione del comico. L’inimico è una<br />
commedia briosa e si sviluppa celermente, sul tema della misoginia e il suo<br />
contrario, lungo l’incalzante dinamica delle arie e dei recitativi. Zon-Zon, sovrano<br />
di un principato cinese in cui è felicemente diffusa la lingua italiana, odia le<br />
donne, ma ormai dispone di un solo giorno per risolversi a prendere moglie,<br />
pena la perdita del regno. Al suo palazzo giunge Agnesina, giovane italiana in<br />
Cina con lo zio, in età da marito, la quale odia gli uomini: i due possono quindi,<br />
paradossalmente, innamorarsi. Geminiano, zio di Agnesina, travestito da dio<br />
orientale, dovrà benedire la coppia, ma nel corso della cerimonia, temendo per<br />
sé il peggio, fugge con Xunchia, con cui aveva simpatizzato e che in precedenza<br />
era candidata al talamo di Zon-Zon. Il principe rinuncia alla poligamia, approva<br />
l’ardita unione, e si tiene Agnesina. L’azione brilla per agilità e per garbo; essa<br />
richiede - scontata la tensione musicale in orchestra e la verve della vocalità<br />
in palcoscenico - gusto, garbo e una vivace scioltezza nella messinscena, qui<br />
provvidamente gestita da Stefano Mazzonis di Pralafera che, affrancandosi con<br />
la propria opera dalla stupidità dilagante, e insultante, soprattutto nella vita<br />
delle istituzioni danarose, ha formulato e animato un allestimento assai apprezzabile,<br />
comunicativo, e funzionale alla vicenda: con eleganza, senza timore del<br />
sorriso e senza rinunciare a una contenuta, divertita, e certamente appagante<br />
sontuosità, ammiccante, con un senso concreto del palcoscenico, alle situazioni;<br />
una messinscena e una regia globalmente esemplari, si direbbe, nelle raffinate<br />
e sottili invenzioni. In questo contesto le voci dialogano impeccabili per la<br />
sicurezza della partecipazione; autorevole è il sostegno della bella orchestra<br />
dell’Opéra, calibrata, e saggiamente incentivata, da Rinaldo Alessandrini che<br />
ha curato la supervisione all’edizione del testo. Tutto, senza dubbio, da godere:<br />
nella felice organicità del vedere e dell’udire.<br />
Umberto Padroni<br />
<strong>SUONO</strong> giugno 2013 123