SUONO n° 477
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DOSSIER BIAMPLIFICAZIONE PASSIVA<br />
MULTIAMPLIFICAZIONE<br />
ATTIVA<br />
In un sistema di multiamplificazione<br />
attiva in genere è anche presente un<br />
crossover elettronico dedicato alla ripartizione<br />
delle frequenze inviate ad<br />
ogni altoparlante. Sono piuttosto rare<br />
le configurazioni che adottato soluzioni<br />
miste, ovvero con interventi passivi<br />
sugli altoparlanti e correzioni attive sul<br />
segnale in origine, prima che sia inviato<br />
all’amplificatore.<br />
L’esperienza e le informazioni che SUO-<br />
NO ha raccolto nel tempo indicano che<br />
una soluzione non prevale mai su un’altra<br />
e che, indipendentemente dai casi<br />
non bisogna mai scartare a priori alcuna<br />
ipotesi. Per questo motivo pensiamo<br />
che possano convivere soluzioni ibride<br />
passive/attive che ottimizzano l’accoppiamento<br />
elettrico altoparlante/finale<br />
di potenza e che, successivamente, consentano<br />
di ottimizzare ulteriormente<br />
il risultato anche in funzione delle caratteristiche<br />
dell’ambiente in cui andrà<br />
collocato il diffusore. Ciò comporta<br />
comunque una progettazione e una<br />
conoscenza dei fenomeni legati alla riproduzione<br />
che difficilmente oggi sono<br />
stati affrontati con risultati “veramente<br />
tangibili” nell’ambito dei diffusori attivi:<br />
- Non tutti sono dotati di correzioni<br />
passive delle caratteristiche degli altoparlanti.<br />
- Non tutti sono dotati di correzioni<br />
“votate” alla correzione dell’acustica<br />
ambientale, se non la regolazione dei<br />
livelli di emissione.<br />
- Non tutti coniugano la qualità dell’amplificazione<br />
con quella intrinseca degli<br />
altoparlanti.<br />
- Infine, pochissimi sfruttano le potenzialità<br />
dei processori digitali del segnale<br />
per ottenere sia la ripartizione “congrua”<br />
delle frequenze sia la correzione “ambientale”.<br />
In sintesi pensiamo che la multiamplificazione<br />
attiva sarà la strada da percorrere<br />
a patto che le “menti” che progettano<br />
i diffusori si confrontino con quelle che<br />
progettano gli amplificatori. Oggi non è<br />
così. Quando e se ciò accadrà, si tratterà<br />
di rivoluzione altro che copernicana.<br />
Allora sicuramente ne accadrà un’altra,<br />
quella che coinvolgerà le menti di chi<br />
registra e confeziona un contenuto musicale.<br />
Noi abbiamo grandi speranze e<br />
aspettative, anche a breve!<br />
Esiste infine un’ulteriore soluzione<br />
che è quella di progettare<br />
<br />
caratteristiche elettriche e acustiche<br />
di ogni altoparlante che<br />
costituisce il sistema di riproduzione.<br />
Si tratta però della strada<br />
più chiusa e con meno prospettive<br />
di riuscita, anche se si tratta<br />
della miglior soluzione sulla carta<br />
oggi esistente! Basti pensare che<br />
la maggior parte dei diffusori at-<br />
<br />
o meno le soluzioni più tradizio-<br />
<br />
Qualcuno potrebbe gridare allo<br />
scandalo dell’eccessiva omologazione,<br />
altri dire che, anche se<br />
il fenomeno della riproduzione<br />
sonora fosse piuttosto chiaro, il<br />
problema è altrove. Il fatto fondamentale,<br />
questo è quello che<br />
spesso sfugge, è che:<br />
Ogni soluzione ha dei costi<br />
in termini di tempo, di risorse<br />
e di materiali che inevitabilmente<br />
si traducono<br />
in un aumento del prezzo al<br />
pubblico.<br />
In parole povere: tutto quello che<br />
in genere si fa per far andar bene<br />
un ampli su tutta la banda udibile<br />
costa, sia in termini di risorse che<br />
di materiali. È lecito dunque, di<br />
fronte ad un problema economico,<br />
affrontarlo più da un punto di<br />
<br />
è meglio investire Una domanda<br />
che andrebbe rivolta un po’<br />
a tutti: utenti e produttori. Una<br />
domanda che nel tempo ha generato<br />
molteplici e non dirimenti<br />
risposte. E se invece il problema<br />
fosse quello di un approccio differente<br />
Più volte ci avete sentito<br />
<br />
antitesi ad una visione verticale<br />
(e falsamente consolatoria nella<br />
sua ricerca di verità assolute) e<br />
<br />
visione olistica ci dovrebbe far<br />
guardare in modo molto differente<br />
alcuni aspetti spesso sottostimati,<br />
dando luogo a differenti<br />
domande e richieste; forse non è<br />
come suona l’ampli<br />
Xva<br />
certe caratteristiche, quanto è<br />
costante nelle sue performance e<br />
soprattutto, se e quanto mantiene<br />
le promesse di progetto! Con un<br />
atteggiamento pragmatico la vera<br />
domanda allora potrebbe essere:<br />
Il problema di accoppia-<br />
sore<br />
se non si può risolvere,<br />
si può almeno aggirare<br />
Nelle situazioni reali le variabili<br />
Su <strong>SUONO</strong> di ottobre 2010<br />
all’interno di un articolo<br />
sul finale McIntosh MC275<br />
viene descritto il retubing<br />
dell’apparecchio ma anche<br />
l’esperienza utilizzando un<br />
secondo esemplare per una<br />
biamplificazione. Ecco che<br />
cosa scrive l’articolista: “Nel<br />
mio set-up ho trovato un<br />
leggero giovamento solo nella<br />
bi amplificazione orizzontale,<br />
soprattutto in termini di<br />
ricostruzione scenica e migliorato<br />
controllo in basso”.<br />
sono moltissime; alcune di queste<br />
-<br />
-<br />
<br />
separati non risolve il problema<br />
ma lo aggira in gran parte...<br />
la<br />
trattazione (l’obiettivo è arrivare<br />
rapidamente al punto), occorre ora<br />
entrare almeno per sommi capi in<br />
quello che è la multiamplificazione,<br />
sottolineando il fatto che<br />
sebbene la maggior parte degli argomenti<br />
assumano comunque un<br />
carattere generale, ci occuperemo<br />
fondamentalmente della multiam-<br />
-<br />
<br />
quella sostanzialmente alla portata<br />
di qualsiasi utente anche non particolarmente<br />
esperto…<br />
CHE COSA È LA MULTI<br />
AMPLIFICAZIONE<br />
<br />
siamo riusciti ad elaborare è la<br />
seguente:<br />
-<br />
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-<br />
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82 <strong>SUONO</strong> giugno 2013