SUONO n° 477
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Alcune musiche, penso sopratutto a certa musica elettronica o ambient,<br />
mi concentrano sulla scrittura e fanno da colonna sonora alle<br />
mie storie.<br />
Il soccombenteGreat Jones Street<br />
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Il soccombente.<br />
Il soccombente o Alta fedeltà<br />
Il soccombente.<br />
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Beatles. Sono quelle scelte ontologiche che ci fanno capire se siamo di<br />
destro o di sinistra, della Roma o della Lazio, se crediamo oppure no.<br />
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e sempre incazzato. Dicono che durante un tour in Australia non<br />
parlò mai. Viaggiava in fondo al pullman a braccia incrociate con lo<br />
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“Where are the fucking kangaroos”.<br />
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Che quasi sempre sono scritti male e fatti per un pubblico di adoratori.<br />
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Burn The Witch dei Queens Of The Stone Age! Scherzo, non lo so.<br />
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Sì, viaggiare di Lucio Battisti.<br />
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Sì, in particolare di quella composta da Ezio Bosso per Io non ho<br />
paura. Credo che Ezio sia uno dei più bravi compositori che abbiamo<br />
in Italia. Spero di poterci collaborare di nuovo.<br />
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Nessuno che conosca.<br />
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Making Music di Zakir Hussain;<br />
Ocean di Stephan Micus; Fisherman’s Blues dei Waterboys;<br />
Spirit Of Eden dei Talk Talk; Mexico di Murcof e Erik Truffaz.<br />
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Making Music mi ha introdotto nella musica indiana. Ocean mi ha<br />
fatto capire che gli strumenti musicali, non importa da che paese<br />
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ascoltavo Fisherman’s Blues durante un viaggio in cui presi la decisione<br />
di mollare l’università e mettermi a scrivere. Spirit Of Eden dei<br />
Talk Talk è la dimostrazione di come si può passare dal commerciale<br />
al sublime rimanendo se stessi. Mexico non lo so.<br />
Pierluigi Lucadei<br />
sua categoria prescelta. Qualsiasi<br />
cosa, dall’angolazione soggettiva<br />
del divano, può risultare sbagliata.<br />
Sbagliati i gruppi folk fricchettoni,<br />
che dicono sempre le solite cose, fatte<br />
seguire dal solito “zompa zompa”<br />
del su le ginocchia. Sbagliati i gruppi<br />
rock, perché c’è sempre un gruppo<br />
più rock e questi poveracci diventano<br />
automaticamente ciò che di più<br />
commerciale possa concepire un indie<br />
snob. Sbagliati pure gli Elio e Le<br />
Storie Tese che prendono per il culo<br />
il concertone, perché non fanno<br />
ridere e con questa storia che sono<br />
dei bravi musicisti ci hanno già rotto<br />
le palle. Insomma non si salva nessuno.<br />
Il concertone del primo maggio<br />
diventa in un secondo roba che Sanremo<br />
in confronto è il Premio Ciampi.<br />
La verità è che se tutto ci fa schifo<br />
è perché siamo entrati in quell’età<br />
dove inconsciamente ci rode il culo<br />
non essere più in quella piazza a fare<br />
“zompa zompa”, a bere tavernello,<br />
pomiciare il primo o la prima che ci<br />
capita sotto tiro, pensare che domani<br />
si fa sega a scuola e a urlare slogan<br />
contro quello e quell’altro senza<br />
che i problemi del lavoro davvero ci<br />
riguardino da vicino. E io lo ammetto,<br />
sono tra quelli, e mentre guardo<br />
lo spettacolo la prima cosa che mi<br />
viene da pensare è che ho nel cuore<br />
quelli che si riascolteranno post concerto<br />
e sentiranno lo stonio infame,<br />
le note bucate, e i tempi padellati e<br />
magari appena scesi dal palco alla<br />
domanda “com’è andata” avranno<br />
ricevuto un banale “bravi, fortissimi!”.<br />
La seconda è che per colpa del concertone<br />
che quest’anno cadeva di<br />
mercoledì, mi hanno cancellato dal<br />
palinsesto “Chi l’ha visto”.<br />
Spits Shit<br />
<strong>SUONO</strong> giugno 2013 137