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SUONO n° 477

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ROGER WATERS<br />

foto G. Bellachioma<br />

il mondo esterno. Forte del suo<br />

nuovo vigore interiore, sano e<br />

vitale al punto di far impallidire<br />

uno dei tanti giovani che accorrono<br />

ai suoi concerti, Waters ha<br />

<br />

parte della sua opera: ha aggiunto<br />

alcuni nuovi messaggi politici,<br />

rimarcando il suo sentimento antimilitaristico,<br />

la sua ribellione<br />

verso i governi occidentali, con un<br />

occhio ai nuovi mostruosi strumenti<br />

di massa come internet e<br />

i social network. Le scritte che<br />

appaiono e scompaiono sul muro<br />

durante il concerto, le immagini<br />

che magicamente nascono e svaniscono<br />

davanti agli occhi dello<br />

spettatore, le famose animazioni<br />

di Gerard Scarfe dell’era Floyd,<br />

unite a quelle realizzate apposta<br />

per la nuova produzione, evolvono<br />

di spettacolo in spettacolo.<br />

Instancabilmente Waters, il giorno<br />

dopo il suo concerto, si siede<br />

insieme ai tecnici video, rivede la<br />

registrazione della serata precedente<br />

e puntigliosamente chiede<br />

tuazioni<br />

a suo dire poco incisive,<br />

particolarità che rendono ogni<br />

data diversa da quella preceden-<br />

co,<br />

lo spettacolo che tra qualche<br />

settimana delizierà il pubblico di<br />

Padova e Roma è praticamente<br />

raddoppiato nelle dimensioni, rispetto<br />

alla versione “auditorium”<br />

portata in tour mondiale tra il<br />

Berlino - The Wall - 21/7/1990<br />

2010 e il 2011. I video amatoriali che circolano in rete sui concerti allo<br />

Yankee Stadium di New York o quello di Quebec potrebbero aiutare: il<br />

consiglio è comunque quello di sedervi sugli spalti e godere dell’evento<br />

senza troppi condizionamenti. Le proiezioni sul muro, che agli inizi<br />

degli anni Ottanta avevano meravigliato e rapito i fortunati spettatori<br />

di quella tornata concertistica, oggi sono a dir poco perfette. Tutto lo<br />

stadio è coinvolto da questo enorme muro di mattoni, la cui presenza<br />

man mano che il concerto procede comincia a diventare familiare<br />

<br />

-<br />

<br />

foto F. D’Emilio<br />

Zurigo 3/2/1977 tempi che furono, a raccogliere<br />

delle vere e proprie urla di meraviglia.<br />

Il suono poi non ha eguali.<br />

Famosi per essere tra i musicisti<br />

più attenti alla qualità del pro-<br />

<br />

Floyd non deludono mai e Waters<br />

mantiene alto lo standard delle<br />

loro produzioni più celebri. Lo<br />

stadio viene letteralmente bombardato<br />

di vibrazioni acustiche<br />

che circondano lo spettatore, una<br />

potenza e una pulizia che, unite<br />

all’aspetto visivo, sono ormai il<br />

loro marchio di fabbrica. The<br />

Wall oggi è soprattutto lui, Roger<br />

Waters. Quando si presenta<br />

solitario sul palco durante la<br />

seconda parte dello show, con il<br />

muro che copre completamente<br />

la band, è lui l’unico protagonista<br />

dello spettacolo. Lo vedi correre<br />

di qua e di là, incitare i suoi fan, sorridere, travestirsi da nazista, addirittura<br />

arrivare a mitragliare simbolicamente i presenti. Cantante,<br />

musicista, autore di musiche e di testi e ora anche attore, con una<br />

<br />

potrebbe attirare l’attenzione di qualche regista in cerca di un volto<br />

nuovo per il cinema. Tutto questo non solo rende attuale The Wall<br />

ma è destinato a farne un’opera immortale e senza tempo. Risulta<br />

<br />

qualcosa di pari valore e valenza artistica. E di questo Waters è pienamente<br />

consapevole e, a pochi giri di boa dalla pensione, si gode il<br />

<br />

<strong>SUONO</strong> giugno 2013 71

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