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Regazzoni - Storicibarnabiti.it

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[3] Un contributo allo studio della provincia Piemontese-Savoiarda 241<br />

e nobili, ma anche di autor<strong>it</strong>à c<strong>it</strong>tadine, che richiedevano l’apostolato dei<br />

barnab<strong>it</strong>i nelle loro diocesi o nei loro stati e c<strong>it</strong>tà, obbligandoli a uscire<br />

da un isolamento imposto dai difficili momenti degli inizi, che avevano<br />

visto la morte prematura del fondatore, s. Antonio Maria Zaccaria, nel<br />

1539, e a breve distanza dei confondatori, Bartolomeo Ferrari nel 1544 e<br />

Giacomo Antonio Morigia nel 1546, nonché la travagliata vicenda<br />

dell’angelica Paola Antonia Negri, morta nel 1555, che aveva provocato<br />

l’intervento del Vis<strong>it</strong>atore Apostolico.<br />

Dopo gli stentati inizi, che vedevano i Barnab<strong>it</strong>i raccolti a Milano<br />

nella casa-madre dedicata ai SS. Barnaba e Paolo (eretta in comun<strong>it</strong>à nel<br />

1545 dal Morigia), figure di spicco della Congregazione, come i padri generali<br />

Marta, Melso, Besozzi, Sauli, Omodei, Tornielli, Bascapé e Dossena<br />

avevano, dapprima timidamente, e poi con sempre più coraggio, avviato<br />

l’apertura di nuove case su quel terr<strong>it</strong>orio che non poteva certo definirsi<br />

una nazione, ma un coacervo di “stati regionali” in perenne confl<strong>it</strong>to<br />

tra loro e sottoposti alle pressioni di più grandi nazioni come la<br />

Francia e la Spagna, che mantenevano vive nei loro confronti mire espansionistiche<br />

o per lo meno di pesanti influenze pol<strong>it</strong>iche, eserc<strong>it</strong>ando quella<br />

che possiamo definire una presenza di “tutela”.<br />

D’altra parte, se nel 1504 con il trattato di Blois la Spagna era subentrata<br />

alla Francia nel predominio in Italia e con il congresso di Bologna<br />

(1529-1530) Carlo V aveva riordinato i domini <strong>it</strong>aliani, si deve pure<br />

notare che il confl<strong>it</strong>to tra Francia e Asburgo aveva indotto a introdurre a<br />

perno di tutto un sistema il principio pol<strong>it</strong>ico dell’“equilibrio”, atto cioè<br />

a garantire lo Stato nei suoi equilibri interni, tutelandolo dalle crisi e dalle<br />

lotte intestine e assicurando l’“uguaglianza” dei c<strong>it</strong>tadini-sudd<strong>it</strong>i di<br />

fronte alla giustizia del principe, e difenderlo da pressioni o da pericoli<br />

provenienti dall’esterno. In altri termini, si tratta dell’ideale pol<strong>it</strong>ico della<br />

condizione “mezzana” o “mediocre”, che, applicato agli Stati, porta a<br />

privilegiare come elemento cardine della realtà <strong>it</strong>aliana Venezia o Milano,<br />

piuttosto che Ragusa o Lucca, perché stati piccoli e perciò per loro natura<br />

“deboli”; oppure la Spagna o l’Impero Ottomano, perché stati grandi<br />

e considerati “violenti”. Un principio, quindi, che tendeva a conservare<br />

la “quiete” in Italia e a cui si ispireranno le coalizioni fra gli Stati<br />

dell’Europa occidentale fino al secolo XVIII.<br />

Inoltre, si deve considerare che dopo l’abdicazione di Carlo V nel<br />

1556 l’idea imperiale cede terreno a favore del principio di autonomia<br />

pol<strong>it</strong>ica dei singoli Stati nazionali e all’universalismo della Chiesa si sost<strong>it</strong>uisce<br />

lo sforzo centrifugo del movimento protestante.<br />

Infine, dopo la firma della pace tra il re di Spagna Filippo II e il re<br />

di Francia Enrico II, avvenuta tra il 2 e il 3 aprile 1559 a Cateau-Cambrésis,<br />

viene a instaurarsi progressivamente quella pax hispanica che, oltre<br />

ad assicurare nonostante tutto condizioni importanti di stabil<strong>it</strong>à nella<br />

penisola, favorisce, all’interno dei singoli stati <strong>it</strong>aliani, il consolidarsi di

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