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[47] Un contributo allo studio della provincia Piemontese-Savoiarda 285<br />
Di fatto, il 12 dicembre 1826 il preposto generale scriveva al ministro<br />
Brignole di non poter accettare la sua “graziosa e onorifica” offerta,<br />
ribadendo l’impossibil<strong>it</strong>à di poter far fronte a tale impegno per la scars<strong>it</strong>à<br />
di soggetti a disposizione 141 .<br />
Il padre Roselli, dopo oltre venticinque anni di governo della provincia<br />
Piemontese (di cui solo quattro ufficiali) poté deporre l’ufficio l’11<br />
maggio 1829, alla triennale scadenza del cap<strong>it</strong>olo generale della Congregazione.<br />
CONCLUSIONE<br />
Con questo piccolo, ma speriamo utile, contributo, allo studio di<br />
una provincia religiosa della Congregazione dei Chierici Regolari di s.<br />
Paolo, desideriamo suggerire una strada che porti ad affrontare in maniera<br />
più organica la storia non solo della Provincia Piemontese, ma anche<br />
delle altre provincie religiose — Lombarda, Romana, Napoletana,<br />
Toscana, Germanica (poi Austriaca), Francese e, più vicina a noi, Belga e<br />
Spagnola —, che hanno segnato la storia della congregazione in Europa<br />
tra il XVII e il XX secolo. Di fatto, nella nasc<strong>it</strong>a e nello sviluppo di ciascuna<br />
di esse, non possiamo non cogliere — come detto — la compless<strong>it</strong>à<br />
e la poliedric<strong>it</strong>à di un’esperienza collettiva, che scaturisce da un robusto<br />
atto di fede e da un esercizio costante della car<strong>it</strong>à, sostenuti da una<br />
speranza indom<strong>it</strong>a, nonostante la fragil<strong>it</strong>à e le carenze dei singoli. Così<br />
nel declino e nella morte di alcune di queste provincie non dovremmo<br />
vedere il malinconico e desolante termine di una esperienza, ma il riconsegnarsi<br />
nelle mani degli eredi di chi l’ha pensata e posta in essere, accettando<br />
di lasciarsi trasformare, per riprendere nuovo slancio, oppure di<br />
scomparire del tutto, cedendo al nuovo; certi comunque di dare un contributo<br />
non insignificante alla cresc<strong>it</strong>a del progetto di Dio, la vera sorgente<br />
dalla quale era scatur<strong>it</strong>a: possono cadere le strutture, ma ciò che le<br />
ha animate rimane sempre vivo e v<strong>it</strong>ale. Ciò vale non solo per la vecchia<br />
Europa, ma anche per le nuove gemme che l’espansione della Congregazione<br />
oltre i confini dell’Europa ha prodotto; e ciò offre l’opportun<strong>it</strong>à anche<br />
per una diversa considerazione della presenza dei Barnab<strong>it</strong>i nelle<br />
Americhe, in Asia e in Africa, onde arrivare a uno studio meno sporadico<br />
e frammentario, bensì più articolato e organico della storia della Congregazione.<br />
————<br />
141<br />
ID., Lettera al Marchese Gian Carlo Brignole, Ministro di Stato di Sua Maestà Sarda<br />
a Torino (12 dicembre 1826), in RLPG serie II, vol. LV, ff. 500-501 (107bis-108); Ibid.<br />
(2 gennaio 1827), ff. 506-507 (112-113). Cfr. ID., Lettera a Monsignor Luigi Lambruschini<br />
a Torino (2 gennaio 1827), in RLPG serie II, vol. LV, ff. 504-505 (110-111).