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[9] Un contributo allo studio della provincia Piemontese-Savoiarda 247<br />
francese dei Gonzaga, nella persona di Carlo I (†1637), duca di Nevers e<br />
di Rethel 22 . Considerato il grande perturbatore della quiete <strong>it</strong>alica, come<br />
colui che — al dire del poeta fiorentino Antonio Salvadori — “godé tra<br />
il ferro e si nutrì di risse”, Carlo Emanuele I morì il 26 luglio 1630 e ciò<br />
gli ev<strong>it</strong>ò di firmare l’umiliante pace di Cherasco il 3 aprile 1631: un trattato<br />
che — preceduto da quello di Ratisbona (3 ottobre 1630) e segu<strong>it</strong>o<br />
da quello di Millefleurs (5 luglio 1632) — lascerà in ered<strong>it</strong>à al figlio V<strong>it</strong>torio<br />
Amedeo I (†1637), con il quale il ducato perdeva Pinerolo, ma acquisiva<br />
settantaquattro terre monferrine, fra cui Trino e Alba, che, nonostante<br />
tutto, permettevano un ulteriore compattamento terr<strong>it</strong>oriale e un<br />
potenziamento economico e pol<strong>it</strong>ico (dato che fra le terre acquis<strong>it</strong>e vi<br />
erano le parti più fertili del Monferrato e delle Langhe; mentre si rinsaldavano<br />
i legami tra la casa Savoia e molte famiglie nobili, come gli Scaglia,<br />
i Bobba, i Valperga e i Sangiorgio). Per contro, si aprirà un periodo<br />
di sudd<strong>it</strong>anza dei Savoia nei confronti della Francia — fino al lim<strong>it</strong>e del<br />
vassallaggio —, sanc<strong>it</strong>o anche mediante il matrimonio con principesse<br />
francesi, che durerà fino al 1687 23 . Inoltre, il nuovo duca doveva fare i<br />
conti con quanto la guerra aveva portato con sé: oltre all’invasione da<br />
parte dei soldati francesi della Savoia e della zona più fertile del Piemonte,<br />
l’erario era esausto e nelle provincie subalpine era dilagata la pestilenza,<br />
la quale, manifestatasi già nel 1628 nella Francia meridionale, vi<br />
era stata convogliata non solo dalle truppe francesi, ma anche da quelle<br />
ispano-imperiali (i lanzichenecchi), che l’avevano contratta a Mantova, e<br />
aveva ridotto di un terzo la popolazione, fra cui non pochi Barnab<strong>it</strong>i, che<br />
si erano prodigati nella cura dei malati e degli indigenti. Non dimentichiamo,<br />
infine, che nel 1618 si era aperta la guerra dei Trent’anni — l’ultima<br />
grande guerra a carattere “religioso” — che si concluderà nel 1648<br />
con la pace di Vestfalia, o meglio con i trattati di Münster e Osnabrück,<br />
in base alla quale venivano confermate le disposizioni religiose stabil<strong>it</strong>e<br />
nella pace di Augusta (nel 1555), estendendole ai calvinisti; e il 1624 veniva<br />
scelto come “anno normale” per lo stato patrimoniale e confessionale<br />
della Chiesa. In tal modo si dava inizio all’era dello Stato secolariz-<br />
————<br />
22<br />
Il figlio Carlo, che premorirà al padre nel 1631, sposerà la nipote di Carlo Emanuele<br />
I, Maria Gonzaga, chiudendo defin<strong>it</strong>ivamente la questione Monferrato. Cfr. in DBI<br />
XX le voci: G. BENZONI, Carlo I Gonzaga-Nevers, pp. 272-282; ID., Carlo II Gonzaga-Nevers,<br />
pp. 282-287.<br />
23<br />
V<strong>it</strong>torio Amedeo I sposò Cristina di Borbone (†1663), sorella di Luigi XIII, più<br />
nota come “Madame Royale”, per il t<strong>it</strong>olo di re di Cipro che il duca assunse nel 1630 e<br />
trasmise ai discendenti; e suo figlio, Carlo Emanuele II (†1675), sposò in prime nozze<br />
Francesca Maddalena d’Orléans (†1664), cugina di Cristina di Francia, e poi Maria Giovanna<br />
Battista di Savoia-Nemours (†1724), nota anch’ella come “Madame Royale”; mentre<br />
V<strong>it</strong>torio Amedeo II sposò Anna Maria d’Orléans (†1728), nipote di Luigi XIV. Tanto<br />
Cristina di Francia quanto Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours lasciarono una<br />
propria impronta nella storia del ducato sabaudo, che governarono per non poco tempo<br />
dopo la morte prematura dei rispettivi mar<strong>it</strong>i: V<strong>it</strong>torio Amedeo I e Carlo Emanuele II.