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Religioni di Mystara

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che collegava la terra delle fate al continente: così<br />

facendo crearono l’Isola dell’Alba. Il popolo fatato<br />

riconobbe la potenza e la saggezza dei tre fratelli e si<br />

prostrò innanzi a loro, acclamandoli come propri<br />

sovrani e svelando loro i segreti dell’Alba. Di comune<br />

accordo, i tre decisero <strong>di</strong> prendere moglie per dar vita<br />

alla propria stirpe, che avrebbe governato sia sugli<br />

esseri della natura che sui piccoli mortali che<br />

popolavano la zona ed erano ancora preda<br />

dell’ignoranza e della selvatichezza. Girarono l’isola in<br />

lungo e in largo, però solo due ebbero fortuna: Viuden<br />

si unì a Dun (madre della terra e della fertilità), mentre<br />

Bel si unì a Vanu (dea della luna e delle passioni).<br />

Manadyn non trovò nessuno che lo volesse, perciò si<br />

ritirò sulla costa a piangere, e le sue lacrime furono così<br />

tante che il mare <strong>di</strong>venne salato. Ancora oggi Manadyn<br />

si aggira per le coste dell’isola e per i mari in cerca <strong>di</strong><br />

una sposa, ma quando viene respinto e soffre <strong>di</strong><br />

solitu<strong>di</strong>ne si tuffa tra le onde e si agita sul fondo del<br />

mare, scatenando tempeste e fortunali.<br />

Dalla stirpe <strong>di</strong> Viuden (O<strong>di</strong>no) e Dun (Terra)<br />

nacquero gli dei Brian (Frey), Brianna (Freyja),<br />

Donegal (Thor) e Farbautides (Loki). Naturalmente<br />

queste <strong>di</strong>vinità si ispirano ai personaggi che compirono<br />

realmente azioni epiche nelle vicine Terre del Nord<br />

durante l’Era degli Eroi e che ancora vengono ricordati<br />

dal culto antaliano oltre che da quello albigese.<br />

Dalla stirpe <strong>di</strong> Bel (Ixion) e Vanu (Valerias)<br />

nacquero Silenus (Faunus), signore dei boschi e delle<br />

razze silvane, il mitico fabbro degli dei, Wayland, e il<br />

patrono dell’arte e della sapienza, Turlock (Chirone).<br />

In un secondo momento Vanu partorì Eiryndul,<br />

quando si unì al principe delle fate <strong>di</strong> nascosto dal suo<br />

sposo. Da questo figlio illegittimo ebbe origine la stirpe<br />

degli elfi, creature leggiadre dotate <strong>di</strong> lunga vita e poteri<br />

magici con sangue fatato e <strong>di</strong>vino nelle vene, <strong>di</strong> cui<br />

Eiryndul è sovrano e che si inse<strong>di</strong>ò nei boschi centro—<br />

occidentali dell’isola (evento che testimonia il passaggio<br />

degli shiye attraverso l’Alba intorno al IX secolo PI e<br />

l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> alcuni clan elfici presso le foreste del<br />

Redstone e della Septentriona, a fianco delle fate).<br />

I tre fratelli si <strong>di</strong>visero quin<strong>di</strong> il para<strong>di</strong>so (ovvero<br />

l’Isola dell’Alba) con la promessa <strong>di</strong> regnare<br />

pacificamente sulla propria nazione e <strong>di</strong> proteggere e<br />

far prosperare i loro sud<strong>di</strong>ti: Bel si inse<strong>di</strong>ò nella zona<br />

centrale (Redstone, Kendach, Septentriona) coi suoi<br />

<strong>di</strong>scendenti, mentre Viuden e i suoi figli rimasero nel<br />

nord (Westrourke, Dunadale e Helskir). Ogni <strong>di</strong>vinità<br />

scelse una sposa o uno sposo tra i mortali, e si unì ad<br />

esso per dare alla luce i capi che avrebbero dovuto<br />

guidare le tribù umane nel nome degli immortali: i<br />

famosi un<strong>di</strong>ci fondatori dei clan albigesi originali (a cui<br />

si sono poi aggiunti il clan degli elfi <strong>di</strong> Eiryndul,<br />

considerato alla stregua dei primi un<strong>di</strong>ci, e il clan<br />

Kendach seguace <strong>di</strong> Halav, che invece non è mai stato<br />

annoverato tra i clan maggiori per l’origine esterna del<br />

suo fondatore). Ad ognuno <strong>di</strong> questi clan venne<br />

donato un artefatto forgiato dagli dei stessi con l’aiuto<br />

<strong>di</strong> Wayland, un dono che gli avrebbe permesso <strong>di</strong><br />

prosperare e sconfiggere qualsiasi nemico anche<br />

quando gli immortali non fossero stati al loro fianco: i<br />

Tre<strong>di</strong>ci Tesori Sacri.<br />

Qualche secolo più tar<strong>di</strong>, una sconosciuta <strong>di</strong> nome<br />

Nyt (Hel) giunta dal nord portò lo scompiglio tra dei e<br />

mortali, ottenendo i favori <strong>di</strong> una delle <strong>di</strong>vinità e<br />

convincendola con parole subdole a muovere guerra ai<br />

suoi fratelli per conquistare il loro regno (asseconda<br />

della zona in cui si racconta la storia, il tra<strong>di</strong>tore è<br />

l’immortale patrono <strong>di</strong> un clan rivale, oppure<br />

Farbautides, il più avido tra gli immortali). Così la pace<br />

tra i popoli venne spezzata per colpa <strong>di</strong> Nyt, e l’isola si<br />

bagnò del sangue degli innocenti. Nyt prese possesso<br />

delle loro anime e il suo tra<strong>di</strong>mento fu rivelato quando<br />

partorì orrende creature deformi nate dall’unione<br />

malsana con l’amante <strong>di</strong>vino e con le anime dei<br />

defunti: i cosiddetti fomori (termine che per gli albigesi<br />

in<strong>di</strong>ca nello specifico gli umanoi<strong>di</strong> e più in generale i<br />

mostri che infestano l’isola). Essi si unirono sotto la<br />

ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> Nyt e mossero guerra ai figli <strong>di</strong> Viuden e<br />

Bel, che <strong>di</strong>visi caddero (questa parte della leggenda si<br />

riferisce alle invasioni umanoi<strong>di</strong> che colpirono l’isola<br />

dal 1720 PI al 1700 PI, provenienti dal Norwold).<br />

Questo periodo <strong>di</strong> grande instabilità e <strong>di</strong> lotte<br />

intestine durò per <strong>di</strong>versi lustri, durante i quali tutti i<br />

tesori sacri andarono persi o rubati in seguito a<br />

improvvisi rovesci <strong>di</strong> fronte e tra<strong>di</strong>menti. Fu in<br />

quest’epoca secondo le leggende che su suggerimento<br />

della Corte delle Fate, gli dei si allontanarono<br />

dall’isola: alcuni vollero inseguire il tra<strong>di</strong>tore per<br />

punirlo, altri decisero semplicemente <strong>di</strong> abbandonare<br />

gli albigesi, <strong>di</strong>sgustati dalla ferocia dei mortali e decisi a<br />

restare a guardare fino a che il conflitto non fosse stato<br />

risolto. Quando videro che i propri figli continuavano<br />

a non prestare ascolto alle voci sempre più deboli dei<br />

loro chierici, essi decisero <strong>di</strong> inviare sull’isola un araldo<br />

che portasse un nuovo insegnamento e una nuova<br />

speranza. Fu così che nel X secolo PI entrò nella storia<br />

albigese il più famoso degli eroi leggendari dell’isola: il<br />

grande bardo Dallbard (Tiresias).<br />

Dallbard a quel tempo era il più potente tra gli<br />

incantatori dell’isola e un veggente senza pari. Le sue<br />

origini sono incerte secondo il culto albigese, e tutti i<br />

clan riven<strong>di</strong>cano una parentela con l’eroe, che<br />

sicuramente doveva essere il figlio <strong>di</strong> una <strong>di</strong>vinità,<br />

anche se non c’è accordo su chi possa essere il genitore<br />

(alcuni <strong>di</strong>cono fosse il figlio <strong>di</strong>vino <strong>di</strong> Brian, altri <strong>di</strong><br />

Eirys, altri ancora <strong>di</strong> Viuden o <strong>di</strong> Bel). Tiresias si recò<br />

sull’isola su richiesta del suo patrono Khoronus, dopo<br />

aver lasciato la sua patria (Milenia) per completare il<br />

suo percorso verso l’immortalità. Qui si fece conoscere<br />

come Dallbard e rimase fortemente attratto dalla<br />

cultura locale piena <strong>di</strong> passione e amore per le<br />

leggende, tanto da prendere a cuore la causa albigese.<br />

Grazie al suo carisma, dopo <strong>di</strong>versi anni riuscì a riunire<br />

a consesso tutti i capi dei clan albigesi e comunicò loro<br />

che l’isola sarebbe stata liberata solo se avessero eletto<br />

un unico sovrano che prendesse in mano il potere.<br />

Quando capì che nessuno dei capi clan era <strong>di</strong>sposto a<br />

sottomettersi agli altri, Dallbard li persuase che<br />

sarebbero stati gli dei a scegliere il successore che li<br />

avrebbe guidati alla rinascita e alla riconquista<br />

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