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Storia della Sardegna antica<br />

animali freschi per sostenere un servizio che all’imperatore non sembrava più<br />

indispensabile, sia sulle strade principali (veredi, i cavalli pubblici del servizio, destinati<br />

ad essere cavalcati o a trainare in coppia la rheda, il carro a due o a quattro<br />

ruote per la posta rapida), sia sulle strade trasversali non servite dal cursus publicus<br />

(paraveredi); veniva invece mantenuto il servizio obbligatorio di trasporto per le<br />

pubbliche mercanzie su carri a buoi, cioè le angariae o clabulae per il cursus clabularius,<br />

da indirizzare ai diversi porti dell’isola (angariarum cursum submoveri non oportet<br />

propter publicas species, quae ad diversos portos deferuntur). L’interesse principale del<br />

passo, che ci illumina sulle precarie condizioni economiche della popolazione<br />

rurale nel iv secolo, risiede nell’identificazione dei provinciales con la rustica plebs e<br />

nella collocazione di questa all’interno dei pagi rurali, uno dei quali – quello dei<br />

Pagani Uneritani – è stato recentemente identificato nella Marmilla, a Las Plassas,<br />

nel territorio della colonia Iulia Augusta Uselis; dunque esisteva un’equivalenza<br />

tra pagi (nominativo plurale) e rustica plebs, sottoposti gli uni e l’altra agli<br />

abusi ed alle pretese del governo provinciale. Per quanto possa essere fuorviante,<br />

non potrà non richiamarsi in questa sede l’opposizione provinciales/barbari,<br />

presente alla fine del vi secolo nelle più tarde lettere di Gregorio Magno, per il<br />

quale i cittadini romani della provincia, dunque i provinciales, ed in particolare i<br />

rustici (non sempre cristiani) erano ben distinti dai barbari della Barbaria interna<br />

(ancora sostanzialmente pagani), che continuavano a praticare culti idolatrici<br />

(ligna autem et lapides adorent) ed a vivere come animali, ferino degentes modo… ut insensata<br />

animalia vivant. Per tornare alla costituzione di Giuliano, credo se ne possa<br />

legittimamente trarre la conclusione che il territorio extra-urbano dell’isola,<br />

sul quale nel corso del iv secolo si snodava ancora il cursus publicus, in particolare<br />

lungo la via a Karalibus Turrem e la parallela a Karalibus Olbiam che puntava verso<br />

il Gennargentu, era suddiviso in un insieme di pagi extra-urbani, abitati da provinciales,<br />

ormai in possesso della cittadinanza romana, che si concentravano in<br />

vici rurali, in numero variabile, all’interno di un singolo territorio paganico: le<br />

condizioni di vita dei coloni e della rustica plebs dovevano essere ormai spesso<br />

peggiori di quelle degli stessi schiavi, se i contadini erano obbligati a svolgere<br />

una serie di corvées; ne dovevano essere derivati gravi conflitti sociali, ai quali<br />

l’imperatore pensava evidentemente di poter porre rimedio, liberando i rustici<br />

dalle prestazioni non ritenute più essenziali.<br />

Con una costituzione del 29 luglio 319, Costantino imponeva al preside della<br />

Sardegna Festo di consegnare alla prefettura dell’annona i condannati per imputazioni<br />

minori, in modo che potessero essere destinati a lavorare nella capitale<br />

nei forni per la lavorazione del pane: il provvedimento tendeva a mettere a<br />

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iv. Roma in Sardegna: l’età imperiale<br />

disposizione dell’annona mano d’opera più o meno qualificata, ma forse anche<br />

contribuì a migliorare le condizioni di vita dei condannati per reati non troppo<br />

gravi; una successiva costituzione di Valentiniano e Valente del 9 giugno 364 indirizzata<br />

al prefetto della città di Roma Simmaco avrebbe limitato ulteriormente<br />

gli abusi dei carcerieri e degli imprenditori ai quali i panettieri erano assegnati.<br />

Significativa è poi la costituzione del 3 luglio 321 pubblicata a Carales, ma di<br />

carattere più generale, nella quale l’imperatore riconosceva che la domenica (il<br />

dies solis) dovesse essere destinata ai riti religiosi ed alla devozione al Signore; di<br />

conseguenza andava evitata in quella giornata la celebrazione di processi fra<br />

persone in contesa per varie dispute e misfatti (altercantibus iurgiis et noxiis partium<br />

contentionibus occupari), mentre erano autorizzate le procedure per affrancare e<br />

concedere la libertà ai propri schiavi. Non sappiamo quanto abbia pesato per<br />

questo provvedimento la spinta dei vescovi cristiani, che una secolare tradizione<br />

vorrebbe beneficati da Costantino con la famosa “donazione” di discussa<br />

autenticità: eppure già il Liber Pontificalis (nella sua redazione del vi secolo), ricorda<br />

che Costantino donò a Papa Silvestro per la basilica dei santi Pietro e Macellino<br />

sulla Via Labicana insulam Sardiniam cum possessiones omnes ad eandem insulam<br />

pertinentes; un documento che gli studiosi hanno ridimensionato, se non altro<br />

limitando la donazione alle sole proprietà imperiali esistenti in Sardegna oppure<br />

a quelle terre confiscate al clero nel 303 ed ora restituite alla Chiesa, con<br />

una rendita di 1024 solidi, pari a circa cinque chili d’oro: se la notizia fosse autentica,<br />

saremmo alla base della nascita del demanio ecclesiastico documentato<br />

effettivamente nell’isola in età medioevale.<br />

Con una costituzione del 19 giugno 325 indirizzata ad Eufrasio, rationalis trium<br />

provinciarum, nell’anno delle celebrazioni ventennali, Costantino consentiva il<br />

pagamento rateale delle imposte in denaro (più precisamente in solidi) o anche<br />

in oro non monetato, attraverso un pignolo regolamento per l’utilizzo corretto<br />

delle bilance; con un provvedimento parallelo l’imperatore riordinava le modalità<br />

di riscossione dei tributi sui latifondi imperiali a favore del fisco, fissava una<br />

scadenza annuale presumibilmente al 31 dicembre, attribuiva all’apparitor dell’archivio<br />

cittadino (tabularium) la responsabilità di comunicare l’ammontare<br />

esatto del tributo, in modo che i contribuenti potessero disporre liberamente<br />

delle somme in eccedenza e fissava al doppio del dovuto l’ammenda per i renitenti.<br />

Risponde espressamente ai problemi di ordine pubblico ed ai disordini suscitati<br />

da un precedente provvedimento imperiale la costituzione del 29 aprile forse<br />

del 334 (oppure del 325) indirizzata a Gerulo, rationalis trium provinciarum, con<br />

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