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Storia della Sardegna antica<br />

ne di una divinità salutifera greco-romana potesse avere un impatto nettamente<br />

inferiore o fosse addirittura poco conosciuta rispetto al suo alter ego fenicio-punico<br />

Eshmun. La lingua punica di una delle tre dediche e il ripetersi dell’appellativo<br />

Merre avevano dunque lo scopo di rendere maggiormente comprensibile i<br />

connotati di una divinità, Asclepio/Esculapio che nell’età della media repubblica<br />

era sentita in Sardegna come sostanzialmente straniera.<br />

2. Il Sardus Pater, erede di Babi e di Sid<br />

In età punica Sid, figlio di Melqart e di Tanit, eponimo della città di Sidone,<br />

era venerato ad Antas nel Sulcis-Iglesiente; egli è ricordato in una ventina di<br />

iscrizioni puniche tra il v e la fine del ii secolo a.C. ed anche in un’iscrizione latina<br />

di età imperiale. A Sulci è attestato il soprannome Sidonius, sicuramente<br />

connesso con questa divinità, ancora nel iii secolo d.C.: si tratta con tutta probabilità<br />

di un culto sovrapposto ad una devozione più antica per un’analoga figura<br />

paleosarda, Babi, influenzata comunque da Baal-Hammon/Saturno (il cui<br />

compagno Frugiferius era venerato a Tharros) e proseguita in età imperiale con<br />

altre forme. Davvero eccezionale, a testimonianza della longevità del culto di<br />

Sid, il rinvenimento in una tomba con corredo di materiali tardo antichi o della<br />

prima età altomedievale presso il villaggio sito duecento metri a sud-ovest del<br />

tempio di Antas, di un anello in argento e stagno con dedica a Sida Babi.<br />

Connesso a questo dio è evidentemente il dio eponimo dei Sardi, il Sardus<br />

Pater, venerato ancora ad Antas, come testimonia la dedica epigrafica del tempio.<br />

Attilio Mastino ha recentemente scritto che il tempio di Antas ha rappresentato<br />

«nell’antichità preistorica, poi in quella punica e soprattutto in età romana,<br />

il luogo alto dove era ricapitolata tutta la storia del popolo sardo, nelle<br />

sue chiusure e resistenze, ma anche nella sua capacità di adattarsi e di confrontarsi<br />

con le culture mediterranee».<br />

Fu l’imperatore Augusto, in linea con una grande operazione generale di recupero<br />

dei riti e delle divinità tradizionali, volta a costituire un elemento di stabilità<br />

dopo la sanguinosa stagione delle guerre civili, a costruire presso l’antico<br />

tempio di Babi e di Sid, un nuovo tempio di modello romano italico, intitolato<br />

al Sardus Pater: del resto è noto, come testimoniato dalle Res Gestae, che<br />

a partire dal 28 a.C. Augusto fece restaurare ottantadue templi nella città di<br />

Roma ed ebbe una particolare attenzione verso i santuari ritenuti fondanti per<br />

la religione nazionale, ad esempio il tempio di Quirino.<br />

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Figura 41: Il Tempio di Antas.<br />

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