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Storia della Sardegna antica<br />
misto, dove, a fianco di attività agricole erano compresenti strutture di tipo pastorale<br />
e lo sfruttamento dei boschi per la raccolta del bestiame; non mancava<br />
una struttura templare; da Corongiu proviene un miliario che ricorda lavori di<br />
restauro sulla strada [a] Sulcis, che proseguiva per Piolanas e toccava la chiesa di<br />
Santa Barbara. Tracce della massicciata si possono seguire quindi tra nuraghe<br />
Cixerri, Corte Sant’Antioco (recinto di età romana presso la località “s’istrada<br />
antiga”), Travigus, Riu Anguiddas, Giara e Villamassargia (a 4 km ad est del<br />
paese è stato rinvenuto il miliario con [X]XII miglia da Sulci). Da Su Fossu proviene<br />
un miliario ancora sostanzialmente inedito, che ricorda lavori di restauro<br />
effettuati dal procuratore A(ulus) Vibius Maxim[i]nus alla metà del iii secolo<br />
d.C. Lungo la vallata del Cixerri la strada passava tra Villamassargia e Siliqua,<br />
toccando sulla riva sinistra Sa Masania, Is Iscas, Bau Figu, Perda Piscinas, Is<br />
Arenas e San Giuseppe alla periferia di Siliqua, dove rimangono i resti del ponte<br />
romano a tre luci sul Cixerri; una variante è ipotizzata a sud della ferrovia,<br />
sulla riva destra del fiume, lungo il percorso Santa Lucia, Tanca Bau Figu, Bingia<br />
Portali (una deviazione consentiva di raggiungere la villa presso le acque di<br />
Zinnigas). La chiesa medioevale di San Pietro di Siliqua conserva alcune testimonianze<br />
romane (una cisterna).<br />
Il tratto tra Siliqua e Decimomannu doveva correre in alcuni punti lungo l’acquedotto<br />
romano che arrivava a Carales e corrisponde al percorso dell’attuale<br />
SS 130: superato il ponte sul Cixerri, la strada si teneva decisamente sulla riva<br />
settentrionale del fiume, toccava Puaddas (recinto romano), superava Villaspeciosa,<br />
dove si conservano i resti delle terme di età imperiale, i resti di una mansio<br />
e di una basilica cristiana: qui da alcuni anni si svolgono gli scavi dell’Università<br />
di Sassari diretti da Giampiero Pianu; scavalcava quindi il Rio Mannu su un<br />
ponte a 13 arcate provvisto di muri d’argine contro le piene fluviali, quindi il<br />
Flumini Mannu (rimangono i resti dell’acquedotto), passando per Decimomannu,<br />
una località come dice il toponimo collocata a 10 miglia, 15 km da Carales<br />
(allo stesso modo la vicina Decimoputzu, poco più a nord-ovest sembra<br />
prendere il nome dal decimo miglio). Testimonianze significative sono quelle<br />
di Bingias Beccias, dove è stata localizzata una villa rustica. La strada proseguiva<br />
poi per Assemini: presso la chiesa di Sant’Andrea ad est del paese rimangono<br />
due miliari (uno dell’età di Traiano ed uno illeggibile relativo a restauri), forse<br />
spostati in età moderna dall’originaria collocazione più a sud-ovest; sulla<br />
strada dovevano trovarsi le terme di Is Chiois; infine raggiungeva ad Elmas la<br />
località di Su Castiu de is Punteddus, dalla quale proviene un miliario relativo a<br />
restauri in età severiana; l’ingresso a CARALES avveniva da ovest, lungo la spon-<br />
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vii. Le strade romane in Sardegna<br />
da orientale di Santa Gilla (nell’area dei quartieri punici ormai abbandonati), in<br />
direzione di Sant’Avendrace e del colle di Tuvixeddu: la complessità del problema<br />
topografico antico è aggravata dalle modificazioni urbanistiche storiche<br />
e recenti.<br />
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