18.11.2012 Views

7 93 20060719131740

7 93 20060719131740

7 93 20060719131740

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Storia della Sardegna antica<br />

Il problema di una concezione unitaria o meno della viabilità tra la colonia Iulia<br />

Turris Libisonis e Carales, municipium Iulium, è stato affrontato, con differenti<br />

soluzioni, fra gli altri, da Theodor Mommsen, Ettore Pais e Piero Meloni. Questa<br />

via non appare, infatti, completamente documentata nell’Itinerario Antoniniano<br />

né nella Tabula Peutingeriana, ma esclusivamente dai miliari, che portano<br />

una numerazione da Turris Libisonis, da Carales e anche da Olbia. Più precisamente,<br />

a parte il miliario di Augusto del 13-14 d.C., con l’indicazione del decimo<br />

miglio, di interpretazione problematica, dall’età di Claudio a quella di Vespasiano<br />

è testimoniata la via a Turre, sotto i Severi la via a Turre Karales, mentre,<br />

a partire dal periodo dell’anarchia militare, la via, con l’inversione del caput viae,<br />

è denominata, a Karalibus Turrem, con la ricomparsa sporadica, tuttavia, sotto<br />

Massimino il Trace, Filippo l’Arabo ed Emiliano dell’antica denominazione. In<br />

età tardo antica l’unica attestazione del numero delle miglia documenta con<br />

chiarezza che Carales era il caput viae della strada.<br />

Il Mommsen nel decimo volume del CIL, a proposito della via a Karalibus<br />

Turrem, che considerava la più antica dell’isola, ipotizzava l’esistenza di due distinti<br />

tronchi e più precisamente di un originario collegamento a sud tra Carales<br />

ed Othoca, esteso più tardi da Traiano fino a Forum Traiani; e di un secondo<br />

tronco che arrivava dal Capo di Sopra e collegava Turris Libisonis ed Othoca.<br />

Ettore Pais, nel 1884, nell’edizione di due Nuove colonne milliarie della Sardegna,<br />

relative l’una, di Claudio, al LXX[VIII] miglio della via a Turre, l’altra, di Augusto,<br />

al decimo miglio di una via non indicata nel testo epigrafico, pur accettando<br />

dal Mommsen l’idea che la via Caralibus Turrem fosse in origine bipartita, sulla<br />

base del miliario di Augusto, ipotizzava che il caput viae della strada cui sarebbe<br />

appartenuto il decimo miglio fosse da riconoscere nel centro di Villaurbana<br />

(Oristano), di supposta origine romana, attraversato dalla via da Carales a<br />

Othoca, attraverso Aquae Neapolitanae e Uselis, tracciato che giustificherebbe<br />

le 36 miglia dell’Itinerario Antoniniano nel tratto fra Aquae Neapolitanae e<br />

Othoca. In tal modo sarebbe avvenuto il «riannodamento» delle «tre città<br />

Juliae», la colonia Iulia Turris Libisonis, Uselis, forse municipium Iulium, e Carales,<br />

municipium Iulium.<br />

Piero Meloni ha sottolineato la plausibilità di un originario progetto della via<br />

a Turre condotta fino a Tharros; solo in un secondo momento si sarebbe completato<br />

il percorso e la strada avrebbe assunto la denominazione a Karalibus<br />

Turrem. Lo stesso autore ha rilevato che la colonia Iulia Augusta Uselis dovette<br />

essere collegata «a sud con Aquae Neapolitanae, ben nota per le sue sorgenti<br />

termali, a nord con Forum Traiani, unendo così con un percorso più breve le<br />

356<br />

vii. Le strade romane in Sardegna<br />

estremità di un’ampia curva che la via più frequentata “Caralibus Turrem” compiva<br />

per toccare le città della costa».<br />

Non conosciamo il ruolo svolto da Augusto, dal momento che il miliario più<br />

antico del 13-14 d.C. non va riferito alla centrale sarda, ma ad una via secondaria<br />

che collegava Ad Medias con Austis. Certamente doveva esistere un itinerario<br />

che collegava Turris Libisonis con Carales già alla fine dell’età repubblicana,<br />

se i miliari di Macomer dell’età di Vespasiano (tra Mulargia e Bonutrau) parlano<br />

già di lavori di restauro con la formula refecit et restituit; ma dobbiamo pensare a<br />

tronchi separati, ancora non concepiti in modo unitario e in qualche caso dobbiamo<br />

immaginare un lento sviluppo partendo dalla viabilità punica.<br />

Va ora rivalutata l’opera di Claudio in Sardegna e va ipotizzata una rilevante<br />

fase intermedia: la recentissima scoperta di due nuovi miliari di Claudio, nell’area<br />

compresa tra le Aquae Ypsitanae (Fordongianus) e Uselis (Albagiara e Ruinas),<br />

ha consentito recentemente a Raimondo Zucca di riproporre la questione<br />

del progetto originario della viabilità che faceva capo a nord a Turris Libisonis e<br />

a sud a Carales: i due miliari ci rivelano, per la prima volta, l’esistenza di una via a<br />

Karalis, costituita al più tardi nel 46 d.C., diretta, attraverso Uselis, verso le<br />

Aquae Ypsitanae, ossia la ville d’eaux che rappresentava la stazione terminale anche<br />

della via a Turre. Negli stessi anni a nord di Aquae Ypsitanae venivano collocati<br />

i due miliari di Pranu Maiore con l’indicazione di 77 e 78 miglia a Turre.<br />

È rilevante notare che un testo ufficiale, promanante dall’imperatore, attraverso<br />

la cancelleria provinciale, sia stato inciso, probabilmente in officine lapidarie<br />

distinte, in funzione di due strade della Sardegna: la forma verbale utilizzata<br />

sia nei miliari della via a Turre, sia nel miliario della via a Karalis,-iussit-, appare<br />

effettivamente derivare da un provvedimento imperiale relativo alle strade<br />

della Sardinia, che ben si inquadra nella politica viaria di Claudio, intesa sia a regolamentare<br />

il traffico nell’attraversamento dei centri urbani, sia e soprattutto<br />

a costituire strade di carattere principalmente militare. La provincia nell’età di<br />

Claudio non sembrerebbe ancora pacificata del tutto a tener conto del titolo di<br />

praefectus del governatore Lucio Aurelio Patroclo (46 d.C.) e dello stanziamento<br />

pressoché contemporaneo in Sardegna delle coorti I Corsorum, VII (?) Lusitanorum,<br />

III Aquitanorum in età giulio-claudia. Del resto, come ha notato Piero Meloni,<br />

«Uselis aveva anche un interesse militare, trattandosi di una posizione arretrata,<br />

assieme a Forum Traiani, a difesa dei centri dell’Oristanese, Othoca, Cornus,<br />

…Neapolis», pertanto Claudio conducendo sia la via a Turre, sia la via a Karalis,<br />

attraverso zone interne, fino ad Aquae Ypsitanae, già nell’età di Augusto<br />

sede del praefectus cohortis I Corsorum et civitatum Barbariae, intese forse costituire<br />

357

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!