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Storia della Sardegna antica<br />
planimetrie urbane del Cessato Catasto di circa il 1850 e del 1890 (Archivio di<br />
Stato di Oristano), rivela che gli assi generatori della fondazione traianea sono<br />
da riconoscersi probabilmente da un lato nella attuale Via Romana, corrispondente<br />
alla via vetus per Karalis attraverso Allai, Ruinas, Usellus (colonia Iulia Augusta<br />
Uselis), Simala, Sardara (Aquae Neapolitanae), e, dall’altro, nella via orientata<br />
ENE-OSO, con basoli poligonali in trachite grigia, larga m 5,37, con crepidines<br />
laterali, messa in luce a più riprese nel centro abitato attuale, dipartentesi dal<br />
ponte (augusteo?) sul Tirso e normale alla “via Romana” citata. Questa seconda<br />
via, che disimpegnava l’anfiteatro suburbano in località Apprezzau, costituiva<br />
verosimilmente la via nova per Karales lungo la direttrice Villanova Truschedu,<br />
Ollastra, Simaxis, Silì, Santa Giusta (Othoca), Sardara. Da quest’ultimo tronco si<br />
staccava una via secondaria, un miglio a sud del martyrium di Luxurius, attraverso<br />
Siapiccia, Siamanna, lungo il piede occidentale del Monte Arci, sino al praetorium<br />
di Muru is Bangius-Marrubiu, dove avveniva l’innesto con la via nova per Karales.<br />
La fondazione traianea si estendeva per circa 12 ettari, con una pianta probabilmente<br />
quadrangolare, corrispondendo all’area centro settentrionale di Fordongianus,<br />
tra le vie Romana a Est, il settore tra via Regina Elena e via Ipsitani a<br />
sud, il settore immediatamente a occidente delle via Garibaldi, via Doria, vico<br />
Vittorio Veneto a ovest, la scarpata della bancata trachitica a settentrione. Le<br />
scoperte archeologiche effettuate tra il xix e questo xxi secolo sembrano confermare<br />
che l’impianto del Forum Traiani fosse regolare, con strade lastricate,<br />
dotate di condotti fognari, orientate secondo assi ortogonali NNO-SSE e<br />
ENE-OSO. Gli elementi che inducono a individuare questa struttura ortogonale<br />
dell’assetto urbanistico di Forum Traiani sono costituiti innanzitutto dall’edificio<br />
romano in situ nella proprietà A. Zedda tra via Ipsitani 51 e vico G. Verdi<br />
e dallo stabile d’angolo tra via Vittorio Veneto e via Dante che riutilizza sul<br />
prospetto di via Dante una struttura muraria in opus vittatum mixtum. Inoltre una<br />
serie di mappali interni all’area circoscritta ripetono gli orientamenti suddetti,<br />
anche nel caso in cui risultino tagliati da assi viari moderni, come in via Nazario<br />
Sauro e nella stessa via Ipsitani, aperta dopo il 1854.<br />
La presenza di una tomba in via Nazario Sauro è un indizio dell’esistenza di<br />
una necropoli sud-orientale, mentre i dati relativi alle tombe dell’area della parrocchiale,<br />
a sud-ovest dell’abitato, si inseriscono nel discorso del coemeterium cristiano<br />
connesso all’ecclesia di San Pietro, probabilmente la Cattedrale di Forum<br />
Traiani. La planimetria della cittadina attuale riflette, infatti, la persistenza del<br />
polo ecclesiastico antico di San Pietro che ha determinato la forma a fuso dell’abitato<br />
con il fulcro, ad occidente, costituito dalla chiesa parrocchiale. Le perma-<br />
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nenze dell’assetto urbanistico romano sembrano limitatissime e tutte ristrette al<br />
settore centro settentrionale, effettivamente occupato dal Forum Traiani.<br />
Le aree di necropoli di Forum Traiani si disporrebbero, secondo i canoni urbanistici<br />
romani, lungo gli assi viari principali, sicché il nucleo di via Nazario<br />
Sauro rappresenterebbe un’area funeraria servita dalla via vetus per Carales.<br />
Più problematico appare allo stato delle conoscenze determinare se tale necropoli<br />
sud-orientale si estendesse, senza soluzione di continuità, fino al martyrium<br />
di Luxurius che ha restituito, riusate nelle strutture santuariali cristiane, un<br />
grande numero di iscrizioni funerarie pagane.<br />
19. Valentia<br />
vi. Gli oppida e i popvli della Sardinia<br />
La Valentia di Sardinia è localizzata con sicurezza, in base alla continuità toponomastica<br />
ed ai notevoli resti archeologici, nel sito di Alenza, in territorio comunale<br />
di Nuragus (Nuoro), alle estrema balza meridionale del massiccio centrale<br />
sardo, il monte Gennargentu.<br />
Il poleonimo Valentia appartiene ad una serie toponomastica formata da Consentia,<br />
Faventia, Fidentia, Florentia, Placentia, Pollentia e Potentia, di carattere tipicamente<br />
augurale, ancorché di interpretazione linguistica discussa, che caratterizza<br />
fondazioni romane soprattutto del ii e i secolo a.C.<br />
Ettore Pais propose di connettere la nascita di Valentia e di Uselis in Sardegna<br />
proprio al ii secolo a.C. che vide la successione delle vittoriose campagne<br />
militari di Tiberio Sempronio Gracco (177-175 a.C.), Lucio Aurelio Oreste<br />
(126-122 a.C.) e di Marco Cecilio Metello (115-111 a.C.) contro gli indigeni del<br />
centro.<br />
La documentazione archeologica, se da un lato conferma la cronologia del ii<br />
secolo a.C. per l’origine urbana di Valentia, non consente d’altro canto di specificare<br />
ulteriormente l’epoca della fondazione.<br />
Pur nella rilevante incertezza, deve notarsi, con M. Gwyn Morgan, il significativo<br />
sincronismo tra la campagna balearica del console del 123 a.C. Quinto Cecilio<br />
Metello, volta all’annientamento della pirateria che rendeva insicura la rotta<br />
tra Roma e la Spagna, attraverso la Sardegna e le Baleari, e la campagna sarda<br />
del console del 126 a.C. Lucio Aurelio Oreste, conclusa con il trionfo ex Sardinia,<br />
proprio in quell’anno 122 che vide Cecilio Metello conditor delle coloniae di<br />
Palma e Pollentia nell’insula maior delle Baleari.<br />
Non possiamo dunque escludere che nello stesso torno di tempo, per sottrar-<br />
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