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Storia della Sardegna antica<br />

conseguentemente, riporta la notizia che il praeses «ne ordini la decollazione in<br />

luogo deserto e remoto». Il passo diverge leggermente nei vari codici; il codex<br />

conosciuto da Bonisius Mombritius riporta: Sanctum vero Luxorium iussit ubicumque<br />

abditum et deserto loco capite plecti ut non eum christiani colligerent et sibi martyrem<br />

facerent. Proinde duxerunt eum in territorio Foritraiensis et extra municipium decollaverunt<br />

eum.<br />

Evidentemente l’agiografo sapeva bene che, forse dopo una prima istruttoria<br />

eseguita dalle autorità municipali (anche se di tale fase processuale non si fa<br />

esplicito riferimento nel racconto agiografico), e in seguito alla pronuncia della<br />

condanna alla pena capitale da parte del praeses, al termine del processo condotto<br />

nel tribunale provinciale stabilito nel nostro caso a Carales, la sentenza venne<br />

eseguita nella città dove era stato commesso il crimen, dunque a Forum<br />

Traiani, o più precisamente, nel territorium Foritraiensis, extra municipium, dunque<br />

in un’area suburbana. La definizione data di locus desertus è dunque da riferire a<br />

tale ubicazione extra urbana del sito in cui avvenne la decollazione di Luxurius.<br />

La già citata epigrafe che ricorda il luogo in cui fu «sparso il sangue del beatissimo<br />

Martire Lussorio, nel xii giorno dalle calende di settembre» indica<br />

dunque il locus del martirio, ma non fa riferimento al locus depositionis; questo è<br />

invece conosciuto dall’autore della Passio, che lo indica nella cripta corrispondente<br />

al sito in cui sorge la chiesa medievale che riadopera l’iscrizione. La<br />

crypta cui fa riferimento il testo della Passio si identifica quindi con il vano ipogeo<br />

sottostante la chiesa di San Lussorio di Fordongianus, costruita nelle forme<br />

attuali agli inizi del xii secolo nel medesimo punto in cui si sono susseguite<br />

diverse aule destinate al culto martiriale.<br />

Una primitiva memoria in ricordo di Lussorio fu probabilmente eretta già<br />

nel iv secolo, riutilizzando un ambiente ipogeo forse occupato in precedenza.<br />

A questo vano rettangolare di forma allungata e voltato a botte, che come ci<br />

indica la pendenza della collina doveva risultare semipogeo, venne ammorsata<br />

ad ovest una piccola abside, mentre sul lato Nord venne aggiunto un vano<br />

quadrato, al centro del quale era posto il monumento funerario; questo era di<br />

forma quadrangolare, desinente nella parte superiore in una cornice con modanatura<br />

a gola, impostato su una fossa terragna perfettamente centrata rispetto<br />

al monumento, verosimilmente interpretabile come la presunta tomba<br />

del martire. Ai lati di un passaggio attraverso il quale era possibile vedere direttamente<br />

la sepoltura, sono due sarcofagi, uno dei quali decorato, inseriti<br />

nella stessa struttura portante del monumento; si tratta evidentemente di due<br />

sepolture privilegiate, che forse furono alla base della tradizione medievale dei<br />

470<br />

x. Il Cristianesimo<br />

socii di Luxurius, Cisellus e Camerinus, come documenta anche la Passio.<br />

A questa struttura martiriale paleocristiana fu aggiunta, sul lato orientale,<br />

un’ala edificata in opus africanum con abside orientata a nord. L’ampliamento del<br />

santuario, dovuto con ogni probabilità alla grande fama raggiunta dal martire in<br />

tutta l’isola e forse anche oltremare, si può riportare alla tarda età vandalica o al<br />

più tardi alla prima età bizantina. Oltre all’uso cultuale, sia il vano più antico sia<br />

la nuova ala furono destinati ad accogliere deposizioni privilegiate ad sanctum:<br />

tra le sepolture spiccano quelle monumentali a cassa litica, intonacate con un rivestimento<br />

dipinto in rosso, nelle quali vennero deposti due episcopi di Forum<br />

Traiani Victor e Stefanus, defunti probabilmente al principio del vii secolo.<br />

Il crollo o la distruzione del santuario nel corso del vii secolo imposero una<br />

generale colmatura dell’area nella quale venne però rispettata la cripta in quanto<br />

fulcro del culto del martire. In una nuova aula longitudinale, orientata ad<br />

Est, fu rialzata la quota pavimentale, mentre gli ambienti sottostanti, un tempo<br />

semipogei e quindi, in seguito al riempimento, completamente interrati, furono<br />

resi accessibili tramite una scalinata interna alla basilica; un secondo accesso<br />

era garantito dalla porta ubicata nel lato Sud dell’ambulacro rettangolare ipogeo,<br />

risparmiata già nel momento in cui fu interrato l’avancorpo.<br />

Della basilica edificata nel vii secolo è possibile scorgere, sotto il pavimento<br />

della chiesa romanica, la pavimentazione in lastre trachitiche, nella quale è<br />

aperta una piccola fossa-reliquiario delimitata da incassi lungo un perimetro<br />

rettangolare, ubicata in corrispondenza della sottostante sepoltura del martire.<br />

A tale fase possono riferirsi elementi architettonici in calcare, con intarsi<br />

trachitici di forma triangolare e romboidale, che dovevano, mediante il gioco<br />

cromatico e i netti tagli geometrici, costituire il decoro dell’aula di culto.<br />

A tale fase dovette corrispondere la realizzazione di una struttura fortificata<br />

di impianto rettangolare con torri angolari (tra le quali è ancora visibile la torre<br />

dell’angolo SE), e con un unico accesso sul lato lungo meridionale, probabilmente<br />

difeso da due avancorpi o torri, secondo la tipica iconografia dei forti<br />

bizantini, imposta dall’insicurezza del territorio e dall’esigenza di salvaguardare<br />

la memoria del martire. Il muro è costituito da grossi blocchi trachitici legati<br />

da malta compatta, largo circa <strong>93</strong> cm, misura che corrisponde a tre piedi<br />

bizantini.<br />

Il santuario bizantino risulta di difficile lettura a causa della sovrapposizione<br />

della chiesa vittorina, tuttavia l’individuazione di una vasca circolare presso<br />

l’angolo SO dell’area cinta dalla cortina muraria, potrebbe far pensare ad un<br />

modesto battistero, finalizzato all’amministrazione del battesimo ai pellegrini<br />

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