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Storia della Sardegna antica<br />

porre una vera e propria gerarchia ed una distinzione di rango rispetto ai<br />

semplici flamines.<br />

Si è già detto dei flamini cittadini addetti al culto di un solo imperatore divinizzato,<br />

come Nerva.<br />

Ci è conservato inoltre un gruppo di testimonianze che ci riporta a flamini di<br />

due o tre Augusti viventi, come nel caso di Sulci, dove conosciamo un decurione<br />

Gaio Celio Magno, figlio di Gaio, iscritto alla tribù Quirina, che porta il signum<br />

Sidon(ius), che ci consente forse di considerarlo come un devoto di Sid-Sardus<br />

Pater, arrivato per due volte al quattuorvirato cittadino, patrono del municipio,<br />

ricordato come flam(en) Augusto[rum], oltre che come pontefice. Marco Aurelio<br />

e Lucio Vero potrebbero essere i due Augusti menzionati nella titolatura<br />

di due flamini di Turris Libisonis: per Marco Allio Celere, figlio di Quinto,<br />

iscritto alla tribù Collina, sono ricordati in ordine ascendente il sevirato, il decemvirato,<br />

l’edilità, il duovirato, il doppio duovirato quinquennale; seguono i<br />

sacerdozi, indicati a quanto pare ancora in ordine ascendente, l’augurato, il flaminato<br />

di Nerva ed il doppio flaminato per due Augusti, flamen [Augustorum]<br />

bis. Una situazione analoga è testimoniata ancora a Turris, con un edile, divenuto<br />

poi duoviro e duoviro quinquennale, che ha rivestito il flaminato cittadino<br />

per il culto di due Augusti: [flamen? A]ugustor(um). Si devono richiamare ancora<br />

una volta le due controverse iscrizioni caralitane che sono state riferite al sacerdozio<br />

provinciale, ma che nella titolatura teoricamente potrebbero far riferimento<br />

ad un sacerdozio cittadino: perpetuus flamen divor(um) Aug(ustorum) ex consensu<br />

provinc(iae) e [perp(etuus)] fl[amen divor(um) Aug(ustorum)].<br />

Al flaminato maschile faceva riscontro, ancora in ambito provinciale così come<br />

in ambito cittadino, il flaminato femminile, documentato in Sardegna soltanto<br />

a Carales ed a Forum Traiani: conosciamo a Cagliari un epitafio posto a<br />

cura del quartiere cittadino ove sorgevano i templi di Marte e di Esculapio (Vicus<br />

Martis et Aesculapi), che menziona la flaminica perpetua Titia Flavia Blandina,<br />

onorata forse per decreto dei decurioni, con una tomba realizzata in seguito ad<br />

una pubblica sottoscrizione. Una base di statua fu invece dedicata ancora per<br />

decreto del consiglio municipale, a spese della cassa cittadina, per onorare la<br />

flaminica Giulia Vateria figlia di Vaterio. Infine conosciamo una flaminica anche<br />

a Forum Traiani, grazie ad un’iscrizione ancora inedita, segnalata da Raimondo<br />

Zucca.<br />

In una situazione differente stavano ovviamente altri personaggi, connessi<br />

con il culto imperiale: i magistri augustales, che conosciamo bene solo a Cagliari,<br />

dove ad esempio ci è rimasta una dedica ad Esculapio Augusto effettuata da un<br />

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ix. La vita religiosa<br />

Lucio Giulio Marione mag(ister) Augustal(ium), ricordato come accensus consulum.<br />

Più incerta è la condizione di mag(ister) per Tiberio Giulio Specioso ricordato in<br />

un epitafio posto a Carales dal figlio. Infine, a livello più basso, conosciamo un<br />

ministro dei magistri Augustali a Cagliari, in una dedica che sembra collegare il<br />

culto imperiale con i culti egizi: è il caso di Aulo Vitellio Urbano, forse un liberto<br />

dell’imperatore Vitellio, mag(istrorum) Augusta(lium) ministe[r].<br />

Molto dubbia l’organizzazione degli Augustali in Sardegna: a Nora, in una<br />

dedica a Giunone, effettuata con il consenso dei decurioni, conosciamo un<br />

Marco Favonio Callisto, Augustalis primus Aug(ustalis) perpetu(u)s, che ricorda la<br />

donazione di una abitazione a Carales, messa a disposizione dei cittadini di Nora,<br />

a spese della figlia Favonia Vera: anche in questo caso resta l’incertezza sull’aggettivo<br />

primus riferito alla augustalità (inteso ora come «primo di rango» tra<br />

gli augustali in carica nel suo anno), incarico che sembra aver preceduto l’augustalità<br />

perpetua, un sacerdozio cui evidentemente potevano accedere gli ex augustali.<br />

Un’iscrizione di Turris Libisonis, recentemente studiata da Silvio Panciera,<br />

non contiene il titolo di VI vir A[ug(ustalis)], ma il sevirato ed il decemvirato,<br />

per cui va esclusa dalla lista.<br />

Da un esame complessivo dei dati raccolti, è possibile stabilire non solo titoli<br />

e carriere, ma anche una precisa gerarchia di funzioni: ai flamini cittadini, addetti<br />

al culto di uno o più Augusti regnanti oppure al culto di uno o più Augusti divinizzati,<br />

si accompagnano i flamini Augustali, i flamini perpetui ed i sacerdoti<br />

della dea Roma Eterna; al sacerdozio maschile corrisponde quello femminile,<br />

con le flaminiche e le flaminiche perpetue addette al culto delle imperatrici;<br />

quindi, a livello più ampio, seguono i flamini provinciali, sostituiti questi ultimi a<br />

partire dall’età di Adriano dai più prestigiosi sacerdoti provinciali, di norma<br />

esponenti dell’ordine equestre. Il flaminato, che poteva essere talora duplicato,<br />

è di solito preceduto dall’augurato, dal pontificato cittadino (pontifex sacrorum publicorum<br />

faciendorum) oppure dalla funzione, per noi oscura, di curat(or) sacrorum;i<br />

flamini perpetui erano stati in precedenza flamini o flamini addetti al culto di un<br />

imperatore divinizzato. Una situazione, come si vede, estremamente complessa,<br />

con contenuti che purtroppo ci sfuggono quasi completamente, per quanto<br />

la documentazione archeologica abbia consentito di localizzare alcuni templi<br />

dedicati al culto imperiale (Augustei), dai quali provengono ritratti come quelli<br />

di Tiberio, Druso e Claudio a Sulci; di Livia e Nerone a Tharros; di Nerone e di<br />

Traiano ad Olbia; di Vibia Sabina a Cornus; di Marco Aurelio e Faustina Minore<br />

a Turris Libisonis, ecc. L’Augusteo di Bosa aveva statuine di argento di quattro<br />

degli Antonini (Antonino Pio, Faustina, Marco Aurelio e Lucio Vero).<br />

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