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Storia della Sardegna antica<br />

naria ad impianto quadrifido dotato di cupola centrale, ammettendo una sua<br />

datazione alla prima metà del vi secolo. Se si accetta invece la proposta di Letizia<br />

Pani Ermini, che, rilevando l’evidente ascendenza bizantina del santuario<br />

sulcitano e la sua derivazione dal modello canonico del San Saturnino di Cagliari,<br />

di età giustinianea, lo pone in un momento leggermente più tardo, probabilmente<br />

all’inizio del vii secolo, dobbiamo certamente pensare che ancora<br />

nel vi secolo si dotasse di nuovi arredi una memoria di cui non si conosce nulla,<br />

di una fase intermedia rispetto alla cripta ipogea e alla chiesa con impianto a<br />

croce; d’altra parte, nel caso di una edificazione ex novo nel vi secolo, il testo<br />

dell’iscrizione difficilmente avrebbe fatto riferimento ad una renobatio.<br />

Può darsi che l’aula di culto a pianta centrale costituisse l’ecclesia cathedralis sulcitana:<br />

in base alla bolla di Onorio iii del 1218, diretta al vescovo Mariano di<br />

Sulci e concernente la sede vescovile, possiamo infatti notare che questa era riconosciuta<br />

iuxta morem antiquum apud Beati Antiochi ecclesia.<br />

La possibile funzione di Cattedrale svolta dall’edificio di culto sin dall’alto<br />

medioevo non è finora attestata da documenti positivi: da un lato possediamo<br />

notizia della sede vescovile sulcitana sin dal 484 e successivamente varie volte<br />

nell’alto medioevo; dall’altro fanno difetto gli elementi costitutivi della cattedrale<br />

nell’area del Sant’Antioco. Tuttavia se la piscina quadrangolare, recentemente<br />

individuata in un ambiente localizzato a sud del braccio occidentale della<br />

primitiva chiesa a croce greca avesse avuto, come si è supposto, funzione di<br />

vasca battesimale, si sarebbe in possesso di un indizio a favore della natura di<br />

cattedrale sin dall’altomedioevo.<br />

La cattedrale sarebbe stata dunque costituita in un’area cimiteriale, forse extraurbana;<br />

almeno per l’età bizantina, l’insula episcopalis si sarebbe trovata contrapposta,<br />

se è concesso il termine, ad un altro polo urbanistico, un castrum posto<br />

a difesa del ponte che garantiva il collegamento tra l’isola e la terraferma.<br />

6. Luxurius di Forum Traiani<br />

Tra i martiri sardi, Lussorio di Forum Traiani è certamente quello per il quale,<br />

a testimonianza dell’antichità del culto a lui tributato, rimangono un maggior<br />

numero di fonti letterarie ed epigrafiche almeno a partire dal vi secolo, mentre<br />

i dati archeologici ci riportano a datazioni ancora più alte.<br />

La diffusione nell’isola del culto di Luxurius trova un’evidente attestazione in<br />

una lettera inviata da Gregorio Magno al vescovo cagliaritano Gianuario, data-<br />

468<br />

x. Il Cristianesimo<br />

ta al luglio del 599; in essa si fa riferimento all’esistenza di un monasterium sanctorum<br />

Gavini atque Luxurii, ubicato nell’ambito della diocesi di Carales, presumibilmente<br />

nella medesima area urbana. Ancora più antica è l’indicazione del<br />

Martirologio Geronimiano, dove la memoria del martire Luxurius è ricordata<br />

in due diverse occasioni, come d’altra parte Gavinus di Turris, a lui evidentemente<br />

associato nel culto, come testimonia l’epistola gregoriana.<br />

Secondo l’emendamento di Hippolyte Delehaye, la celebrazione del dies natalis<br />

avveniva XII Kalendas Septembris. In Sardinia Traiani natale Sancti Luxurii,<br />

dunque il 21 agosto, con l’esatta indicazione del luogo, il centro di Forum<br />

Traiani in Sardegna; l’altra memoria, VI Kalendas Octobres. In Sardinia natale sancti<br />

Luxurii, è stata vista come ripetizione del lemma del 21 agosto, anche se non<br />

può escludersi che la commemorazione del 26 settembre possa riferirsi ad un<br />

avvenimento secondario, quale una traslazione di reliquie o la dedica di un edificio<br />

di culto.<br />

La data del dies natalis del Geronimiano è confermata da una testimonianza<br />

epigrafica, sempre attribuibile al vi secolo, come le due fonti appena citate. Inscritto<br />

su una lastra di marmo, successivamente riutilizzata nella muratura della<br />

chiesa romanica di San Lussorio, a pochi chilometri dall’odierno centro di Fordongianus<br />

erede dell’antica Forum Traiani, un testo epigrafico indica il luogo in<br />

cui avvenne il martirio di Luxurius, unitamente al giorno, appunto il medesimo<br />

riportato dal Geronimiano: + (H)ic effusus est sangu(is) / beatissimi martyris / Luxuri.<br />

Celebratur / natale eius XII c(a)l(e)ndas S(e)p(te)b(re)s + / + Renobatu(m) sup temporibus<br />

Helia(e) ep(is)c(o)p(i) +. La quinta riga, menzionante i lavori di restauro eseguiti<br />

presso il santuario a cura di un vescovo Helia, venne aggiunta nel vii secolo<br />

o anche più tardi. Nel racconto della Passio, molto schematica e priva di episodi<br />

fantastici e miracolosi che invece fioriscono altre narrazioni agiografiche, Luxurius<br />

era un paganissimus apparitor, un impiegato di stanza a Carales o nella stessa<br />

Forum Traiani; avvicinatosi alla religione cristiana in seguito alla lettura dei Salmi<br />

e divenuto cristiano col battesimo, venne denunciato al praeses Delphius,che<br />

convocatolo, lo invitò a riavvicinarsi al culto imperiale; dopo il suo ennesimo rifiuto,<br />

Luxurius venne condotto in carcere. Qui egli convertì due fanciulli, Cisellus<br />

e Camerinus, che insieme a Luxurius vennero condannati a morte da Delphius:<br />

la condanna venne pronunciata nel tribunale provinciale, ubicato a Carales, città<br />

dove vennero martirizzati solo i due pueri Cisellus e Camerinus.<br />

Per quanto riguarda il luogo del martirio di Luxurius e quello della sua primitiva<br />

deposizione, già Bachisio Raimondo Motzo aveva notato come l’Autore<br />

della Passio «avesse coscienza che il martire apparteneva ad altra città» e,<br />

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