tossici epatici (quali il tetracloruro di carbonio, l’arsenico ed il fenolo) e non in condizionipatologiche quali la cirrosi biliare primitiva o la colangite sclerosante primitiva, due <strong>del</strong>le piùnote colangiopatie.Altri effetti utili riportati sono l’azione anti-ossidante protettiva nel riguardo deiradicali liberi, l’azione “depurativa” sull’eliminazione degli effetti tossici di terapieprolungate, il miglioramento dei sintomi dispeptici successivi alla colecistectomia per unipotizzato effetto positivo sulle discinesie biliari. È chiaro che tutti questi effetti positividevono ora essere rivalutati alla luce <strong>del</strong>le acquisizioni più moderne sulla cinetica <strong>del</strong>laformazione e <strong>del</strong>la secrezione biliare e vagliati secondo una metodica EBM fondata suevidenze cliniche e studi controllati.Purtroppo, navigando su PubMed, si trovano ben pochi articoli censiti che consentanodi valutare l’utilità <strong>del</strong>le acque termali e la loro efficacia. Non esistono studi controllatirecenti; l’unico che ho potuto reperire, <strong>del</strong> 1997, riferisce che l’impiego di acqua sulfureariduce i livelli di bilirubina e la sensazione di prurito in pazienti con steatosi epatica su basealcolica. È noto che il prurito è un sintomo tipico solo <strong>del</strong>la cirrosi epatica avanzata e non ècerto di comune riscontro nella steatosi epatica alcolica; inoltre l’efficacia di una terapia, intermini laboratoristici, viene meglio valutata con l’analisi degli enzimi epatici, in particolare<strong>del</strong>le GGT, e con la analisi prospettica <strong>del</strong> quadro ecografico piuttosto che con la dinamica<strong>del</strong>la bilirubina. Questo esame può avere un significato solo nelle epatopatie avanzate.Per quanto attiene all’azione antiossidante è difficile esprimere un parere in quanto,anche per farmaci quali la vitamina E o la vitamina C, è stata proposta la medesima possibilitàterapeutica ma gli studi non sono conclusivi. Sarebbero necessari studi controllati ma, perl’utilizzo <strong>del</strong>le acque termali mi sembra difficile che essi verranno mai pianificati. L’azionedepurativa nel confronto <strong>del</strong>l’utilizzo di farmaci pare un ulteriore “salto nel buio”; è ben notoche l’unica terapia utile nelle epatopatie da farmaci è la sospensione <strong>del</strong> farmaco medesimo e,in taluni casi, l’utilizzo di steroidi.Infine per le discinesie biliari giova ricordare che esistono molti dubbi sulla loro realeesistenza; la letteratura degli anni 60-70’ era zeppa di citazioni in merito a questa entità ma,più di recente, sono sorti parecchi dubbi e gran parte degli Autori associano i sintomi, inorigine attribuiti alla discinesia, a quadri su base psicosomatica a tipo “colon irritabile”. Sideve anche precisare che l’impiego di acque termali, e ancor meno i fanghi sulla regioneepatica, non potranno certo modificare la storia naturale di una eventuale colelitiasi.In conclusione al momento non esistono prove scientifiche che consentano disuggerire l’utilizzo di acque termali per le cure <strong>del</strong>le malattie epatiche. Mi sembra che glistessi limiti che, nel corso degli anni, sono stati posti allo sviluppo ed alla dimostrazione diefficacia clinica a farmaci definiti comunemente “epatoprotettori” (tuttora non esiste unfarmaco che possa definirsi con sicurezza un epatoprotettore), siano riferibili alle acque conpresupposta azione benefica sul fegato. Molti anni fa ascoltai in una memorabile lezione diClinica <strong>Medica</strong> il grande Maestro e Fondatore <strong>del</strong>la Epatologia Italiana ed Europea MarioCoppo affermare: “non abbiamo bisogno di sviluppare degli epatoprotettori; per proteggere ilnostro fegato nel miglior modo possibile dobbiamo evitare di esporlo ai danni potenziali ed inparticolare all’alcool ed ai virus”. Credo che questa frase meriti ancora la nostra giustaconsiderazione.L’Impiego <strong>del</strong>le Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 84
APPARATO GASTROINTESTINALE ED ACQUEAngela MazzocchiCoordinatore Gruppo Interaziendale Nutrizione Artificiale (GINA) - AUSL - REL’impiego <strong>del</strong>la terapia idroponica nelle patologie <strong>del</strong>l’apparato digerente è praticaconsolidata nei secoli; la ricerca bibliografica mostra tuttavia quanto siano ancora pochi glistudi clinici controllati che ne supportano l’uso.Nei testi di medicina e clinica termale (1) si sottolinea come le acque minerali svolgonosul tratto digestivo, azioni differenti, a volte opposte, a seconda <strong>del</strong>la concentrazione deicomponenti minerali e <strong>del</strong> rapporto di assunzione con i pasti. Ne consegue la necessità diconoscere la composizione e l’indicazione specifica <strong>del</strong>le singole sorgenti minerali perprescrivere una cura efficace.Le acque più utilizzate nelle patologie <strong>del</strong> tubo digerente sono:• Acque salse o cloruro-sodiche: stimolano la secrezione cloridropeptica e la peristalsi. Leiso-ipotoniche hanno scarso effetto peristaltico, ma stimolano notevolmente la secrezione;le ipertoniche hanno buon effetto peristaltico e minore attività sulla secrezione gastrica;• Acque solfate: determinano variazioni quantitative e qualitative <strong>del</strong> succo gastrico eduodenale, favoriscono lo svuotamento gastrico e tendono a riportare nelle norma i valoridi acidità. Gli ioni solfato, calcio e magnesio contenuti nelle acque, sono utilinell’aumentare la velocità <strong>del</strong> transito intestinale;• Acque bicarbonate: a livello gastrico e duodenale agiscono sulla componente secretiva emotoria. Se bevute a digiuno elevano il pH gastrico ed inibiscono la secrezione, perstimolazione riflessa a partenza duodenale. Se assunte ai pasti l’effetto <strong>del</strong>le acquebicarbonato è prosecretorio. Stimolano la peristalsi e lo svuotamento gastrico. Innalzandoil pH duodenale, favoriscono l’azione degli enzimi pancreatici.Le patologie gastrointestinali che più frequentemente traggono beneficio dallaassunzione di acque minerali sono la dispepsia funzionale e la sindrome da intestino irritabile.Dispepsia funzionaleIn una recente pubblicazione (2) sono stati esaminati gli effetti <strong>del</strong>le acque di 18 centritermali sui sintomi che accompagnano la dispepsia funzionale. E’descritto un significativo epersistente miglioramento <strong>del</strong> dolore epigastrico e <strong>del</strong>la ripienezza post-prandiale dopoterapia, consistente nella assunzione di 2 litri di acqua minerale per 3 settimane; la secrezionegastrica è risultata ridotta nell’87% dei pazienti e la velocità <strong>del</strong> transito oro-cecale èaumentata a fine trattamento rispetto all’inizio <strong>del</strong>lo studio.Una ricerca condotta su pochi pazienti affetti da dispepsia funzionale, ha documentatoil miglioramento <strong>del</strong> tempo di svuotamento gastrico da solidi, ottenuto con lasomministrazione di 500 ml/die di acque ad alto contenuto minerale (3) .L’Impiego <strong>del</strong>le Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 85