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Scarica l'edizione di Novembre / Dicembre - Fondazione Biblioteca ...

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novembre / <strong>di</strong>cembre 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato Milano 9Nella pagina accanto: Magiae naturalis, sive de miraculisrerum naturalium libri IIII. <strong>di</strong> Giovan Battista Della Portanell’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Anversa, Christophe Plantin, 1560;a destra: frontespizio dell’e<strong>di</strong>zione De subtilitate libri XXI.<strong>di</strong> Girolamo Cardano, Lione, Etienne Michel, 1580presso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato. Come esistesse veramente,la collezione del personaggio manzoniano è ampiamenterappresentata nei Fon<strong>di</strong> antichi. Quasi comegioco, preziose prime e<strong>di</strong>zioni e rare ristampe affollanoun “utopico” palchetto de<strong>di</strong>cato alla collezione <strong>di</strong> donFerrante, dando corpo e sostanza, negli spazi <strong>di</strong> via Senato,all’ideale raccolta del secentesco eru<strong>di</strong>to.Manzoni apre la descrizione <strong>di</strong> questa piccola bibliotecadell’utopia, ancora vergine dalla contaminazionedella ragione e del Settecento, narrando gli interessiastrologici del suo proprietario. Sull’argomento, donFerrante «era tenuto, e con ragione, per più che un <strong>di</strong>lettante;perché non ne possedeva soltanto quelle nozionigeneriche, e quel vocabolario comune, d’influssi, d’aspetti,<strong>di</strong> congiunzioni; ma sapeva parlare a proposito, ecome dalla cattedra, delle do<strong>di</strong>ci case del cielo, de’ circolimassimi, de’ gra<strong>di</strong> luci<strong>di</strong> e tenebrosi, d’esaltazione e <strong>di</strong>deiezione, <strong>di</strong> transiti e <strong>di</strong> rivoluzioni, de’ princìpi in sommapiù certi e più recon<strong>di</strong>ti della scienza».In questa dottrina il pensatore <strong>di</strong> riferimento è, perdon Ferrante, Girolamo Cardano (1501-1576) il quale,benché antiaristotelico, assume un ruolo <strong>di</strong> primo pianoanche in un’altra <strong>di</strong>sciplina, da sempre al centro degli stu<strong>di</strong>dell’eru<strong>di</strong>to manzoniano: la filosofia.«Della filosofia antica aveva imparato quanto potevabastare, e n’andava <strong>di</strong> continuo imparando <strong>di</strong> più,dalla lettura <strong>di</strong> Diogene Laerzio. Siccome però que’ sistemi,per quanto sian belli, non si può adottarli tutti; e,a voler esser filosofo, bisogna scegliere un autore, cosìdon Ferrante aveva scelto Aristotile, il quale, come <strong>di</strong>cevalui, non è né antico né moderno; è il filosofo. Avevaanche varie opere de’ più savi e sottili seguaci <strong>di</strong> lui, tra imoderni: quelle de’ suoi impugnatori non aveva maivoluto leggerle, per non buttar via il tempo, <strong>di</strong>ceva; nécomprarle, per non buttar via i danari. Per eccezioneperò, dava luogo nella sua libreria a que’ celebri ventiduelibri De subtilitate, e a qualche altr’opera antiperipateticadel Cardano, in grazia del suo valore in astrologia;<strong>di</strong>cendo che chi aveva potuto scrivere il trattato Derestitutione temporum et motuum coelestium, e il libroDuodecim geniturarum, meritava d’essere ascoltato, anchequando spropositava; e che il gran <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> quell’uomoera stato d’aver troppo ingegno; e che nessunosi può immaginare dove sarebbe arrivato, anche in filosofia,se fosse stato sempre nella strada retta».Strettamente legata alle due precedenti <strong>di</strong>scipline èun’altra dottrina molto amata da don Ferrante: le scienzenaturali. Oltre a Plinio e al solito Cardano, don Ferranteapprezza la Magiae naturalis <strong>di</strong> Giovan Battista della Porta(1535-1615) e i trattati <strong>di</strong> Alberto Magno, mostrando<strong>di</strong> saper conversare «sulle virtù più mirabili e sulle curiositàpiù singolari <strong>di</strong> molti semplici; descrivendo esattamentele forme e l’abitu<strong>di</strong>ni delle sirene e dell’unica fenice;spiegando come la salamandra stia nel fuoco senzabruciare: come la remora, quel pesciolino, abbia la forza el’abilità <strong>di</strong> fermare <strong>di</strong> punto in bianco, in alto mare, qua-

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