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Scarica l'edizione di Novembre / Dicembre - Fondazione Biblioteca ...

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novembre / <strong>di</strong>cembre 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato Milano 25Da sinistra: Mino Ceretti, Brani, dal catalogo della mostra all’Agrifoglio; Renato Guttuso, De Micheli cantando…, 1951[Arte a Trezzo. Associazione Culturale Ada e Mario De Micheli]impren<strong>di</strong>tore, concessionario d’auto e pilota (nel 1937vinse la Mille Miglia).Nata senza scopi mercantili, la Galleria Spotornoaveva come “mission” (si <strong>di</strong>rebbe oggi) quella <strong>di</strong> aiutare igiovani artisti meritevoli, spesso poveri e sconosciuti (daimigliori allievi dell’Accademia <strong>di</strong> Brera, quelli segnalatida Funi, Carpi o da altri insegnanti, fino ai giovani scovatinei loro stu<strong>di</strong> o nelle collettive organizzate da altre gallerie),presentandoli al grande pubblico con personali aloro de<strong>di</strong>cate. A inframmezzare queste esposizioni <strong>di</strong>esor<strong>di</strong>enti vennero ospitati Marino Marini, Tettamanti,Baj, Francese, Carlo Corsi e Arturo Martini. De Michelicurò proprio la mostra <strong>di</strong> Martini nel 1960; nell’occasionefece stampare dalla Galleria un libretto 22 scritto dalgrande scultore: «Questo volumetto <strong>di</strong> Arturo Martini,La scultura lingua morta, ha già avuto due e<strong>di</strong>zioni: laprima nel 1945, stampata dalla Tipografia Emiliana <strong>di</strong>Venezia, a cura dello stesso Martini; la seconda nel1948 23 , pubblicata dall’Officina Bodoni <strong>di</strong> Verona, a cura<strong>di</strong> Giovanni Mardersteig. Della prima e<strong>di</strong>zione furonotirate 50 copie, così almeno afferma Martini in una sualettera; della seconda 200. Questi esemplari, oggi, sonoirreperibili. Di qui la necessità <strong>di</strong> una nuova e<strong>di</strong>zione».«Il testo che presentiamo – continuava il nostrocritico – è quello dell’e<strong>di</strong>zione del ’45, <strong>di</strong> cui abbiamocorretto solo alcuni refusi. Questa e<strong>di</strong>zione del resto èuguale a quella del ’48. In una nota posta alla fine del volumetto,Mardersteig scriveva: “Quando nel febbraiodel 1947 gli mostrai (a Martini) la prova <strong>di</strong> questa pubblicazioneche egli desiderava vedere da me, gli chiesi sevoleva aggiungere altri pensieri. Sulle prime fu incerto.Poi decise <strong>di</strong> lasciare il testo come era, e <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> voler farseguire più tar<strong>di</strong> un altro libretto <strong>di</strong> pensieri che non gliparevano ancora compiuti sufficientemente. Egli tacqueun momento e quin<strong>di</strong>, come se volesse accennare altitolo del nuovo volumetto, concluse: ‘La statuaria èmorta, ma la scultura vive’”».«Tali parole <strong>di</strong> Martini, pensiamo, dovrebbero esserela chiave <strong>di</strong> lettura anche <strong>di</strong> questo libro dal titoloquasi apocalittico. In realtà Martini non credeva più alla

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