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novembre / dicembre 2011 – la Biblioteca di via Senato Milano 63Da sinistra: copertina per un libro da un disegno di Dario Betti (1891-1987); copia della distinta delle vivande delBanchetto tenuto alla Casa del Fascio di Bologna il giorno 29 maggio 1927 in occasione dell’incontro Italia-Spagna alLittoriale di Bolognaprima una consistenza in tre volumi,Ratta tuttavia prosegue e, licenziatoil quinto, aggiunge alle prime carteuna velina in cui ammette: «mi vedocostretto a non fissare ulteriormenteil numero dei volumi di cui sarà costituitala mia pubblicazione».La generosità editoriale diRatta nell’inclusione di tavole neivolumi rende inoltre necessario l’abbozzodi una nuova fisionomia deltema delle future cartelle: nell’aperturadell’ottavo volume prospettache «il prossimo X volume sia riserbatoall’arte dell’acquaforte, dellapuntasecca, della litografia, mentre,riserbando il IX soltanto alle xilografie,riunirò nell’XI volume unicamenteacquarelli, pastelli e disegni a colore,che bene possono formare insiemeun’altra preziosa famiglia. In unXII volume mi propongo di comprendereuna ricca e varia collezionedi disegni e schizzi eseguiti tra loro apenna, a carboncino, a matita, sanguignaecc.». 8Ratta è insensibile alle critichedi quanti additano la mancanza diuniformità nella scelta delle arti decorativee la mescolanza di artisti distature diverse (per non tacere di alcunigrandi citati una sola volta –Gustavino, ad esempio); la presenzaa carte conformi dell’opera di giovanie vecchi, di artisti tenacemente abbarbicatialle vecchie tradizioni dell’arteillustrativa e di giovani cheesploravano i nuovi orizzonti d’artedecorativa aveva fatto sintetizzare aidetrattori: «N’è venuto che cosìbuon grano come cattivo loglio appaiono,in questi volumi, insieme, senon fusi, affastellati». 9In realtà, quello che a prima vistapoteva sembrare un semplice lavorodi cernita e riproduzione, celavauna ponderosa attività che solo unappassionato del bel libro potevaportare a termine: a tutti gli effetti,ottenere l’adesione di centinaia diartisti d’ogni fama, racimolare migliaiadi esemplari editi e inediti, selezionarliminuziosamente e infinecurarne la dispendiosa riproduzione,non può essere altro se non ilgrande merito di Ratta e della suapervicacia ad aver voluto creare un