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novembre / <strong>di</strong>cembre 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato Milano 73Ultimo fascicolo <strong>di</strong> «Lacerba»,erroneamente numerato 22, anziché21. Datato 22 maggio 1915 riportal’articolo <strong>di</strong> Giovanni Papini, AbbiamoVinto!, scritto per elogiare l’entratadell’Italia nel conflitto mon<strong>di</strong>alesoli hanno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> dettar le formulee segnar le strade». 3Il 1914 rappresentò per Lacerbaun anno <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> cambiamentisia grafici sia <strong>di</strong> contenuto. Con ilprimo numero della II annata fucambiata la carta e mo<strong>di</strong>ficata la testatacon una scritta più vistosa «pertogliere a Lacerba quel resto <strong>di</strong> snobismoed estetismo tipografico chela <strong>di</strong>sonorava». Inoltre, dopo la separazionedal gruppo futurista <strong>di</strong>venneun giornale <strong>di</strong> propagandapolitica antigiolittiana, interventistae guerriero. I lacerbiani furono costrettia motivare tale cambiamentorispetto al carattere antipoliticomantenuto nel 1913 e ben espressoda Papini nell’articolo Freghiamocidella politica dove scriveva: «No. Noinon ci occupiamo <strong>di</strong> politica. E leelezioni ci fanno schifo. Oggi, 1913,un uomo intelligente non può appartenerea nessun partito» 4 .La guerra europea, e in particolarei “fatti <strong>di</strong> giugno”, 5 fecerocambiare opinione ai lacerbiani chein un corsivo del 15 agosto 1914 <strong>di</strong>chiararono:«Se la guerra presentefosse soltanto politica ed economica,noi, pur non restando in<strong>di</strong>fferenti,ce ne saremmo occupati piuttostoalla lontana. Ma siccome questa èguerra non soltanto <strong>di</strong> fucili e <strong>di</strong> navi,ma anche <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> civiltà citeniamo a prender subito posizionee a seguire gli avvenimenti con tuttal’anima. Si tratta <strong>di</strong> salvaguardare e<strong>di</strong>fendere tutto quello che c’è <strong>di</strong> piùitaliano nel mondo, anche se nontutto cresciuto in terra nostra. Nonpossiamo stare zitti. Forse questa èl’ora più decisiva della storia europeadopo la fine dell’impero romano.Noi ci proponiamo <strong>di</strong> esprimerein questo libero giornale <strong>di</strong> avanguar<strong>di</strong>a,il nostro pensiero con tuttaquella schiettezza che ci sarà possibilecon il rigore presente. Noi sentiamoche questo pensiero è quello<strong>di</strong> tutta la gioventù intelligente italianae anche della maggior parte delpopolo. Noi vorremmo incanalarequeste aspirazioni e queste forze perla necessaria rivincita dell’Italia». 6Da questo numero la rivista <strong>di</strong>vennepolitica e cominciò a esserevenduta al costo <strong>di</strong> 2 sol<strong>di</strong> per aumentarnela <strong>di</strong>ffusione. La campagnainterventista fu sempre più accesaspingendosi fino alla propagandadella violenza purificatrice e allamitizzazione della guerra. Tutti icollaboratori <strong>di</strong> Lacerba utilizzaronoogni mezzo (dalla poesia, all’invettiva,dal referendum alla satira) perraggiungere il loro scopo, l’entratain guerra dell’Italia. Molti <strong>di</strong> coloro

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