11.07.2015 Views

Scarica l'edizione di Novembre / Dicembre - Fondazione Biblioteca ...

Scarica l'edizione di Novembre / Dicembre - Fondazione Biblioteca ...

Scarica l'edizione di Novembre / Dicembre - Fondazione Biblioteca ...

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

56 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato Milano – novembre / <strong>di</strong>cembre 2011stringere patti momentanei e ad accettarecompromessi, adattandosi,quanto più possibile, ai fatti storiciquali vanno svolgendosi, momentoper momento, sotto i suoi occhi»(http://www.treccani.it/enciclope<strong>di</strong>a/francesco-guicciar<strong>di</strong>ni/;controllatoil 10-10-2011). 2 In questaprospettiva, dunque, La Storia d’Italiasi presenta come la verifica <strong>di</strong>eventi dovuti alla <strong>di</strong>retta esperienza<strong>di</strong> una realtà storica.L’opera si <strong>di</strong>stingue per una«sicura e vasta informazione, per laricchezza e il controllo dei dettagli,per la potenza dell’analisi, per la prudenzadei particolari, per l’esatta indaginepolitica, per la passione veritatisinquirendae, ma anche per leconcioni, per lo stile grave e più spessoprolisso, per il periodare ampio ameglio serrare il groviglio dei casi edelle cangianti situazionipolitiche». 3 Al contrario dei Ricor<strong>di</strong>,nati come personali me<strong>di</strong>tazioni econsiderazioni sulle conclusioni datrarre dagli eventi che sconvolserol’epoca 4 , La Storia d’Italia è pensata epreparata imme<strong>di</strong>atamente per lastampa, un fatto <strong>di</strong>mostrato anchedallo stile scelto e dalla lingua usatasul modello proposto da PietroBembo nelle Prose della volgar lingua.Iniziato nel 1535 e revisionatotra il 1538 e il 1539 su invito <strong>di</strong> Guicciar<strong>di</strong>nidall’amico Giovanni Corsi(1472-1547), che gli consiglia una<strong>di</strong>visione in 20 capitoli anziché in 19,il testo viene ritoccato e corretto dall’Autorefino al momento della mortenel 1540, evento che impedì la revisionefinale degli ultimi libri. Delresto, Guicciar<strong>di</strong>ni, non avendo peraltropubblicato niente in vita sua,aveva deciso che gli imponenti materialidella sua impresa storiograficadovessero esser bruciati.Contrariamente alla sua volontà,le carte vennero affidate al figliominore Girolamo, padre del nipoteAgnolo (1525-1581), al quale sideve la pubblicazione dell’e<strong>di</strong>zioneprinceps, avvenuta nel 1561, a <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> ventuno anni dalla morte <strong>di</strong>Guicciar<strong>di</strong>ni, nella sontuosa e rarae<strong>di</strong>zione in folio dai torchi del fiorentinoLorenzo Torrentino, che presentava,come è ben noto, soltanto iprimi se<strong>di</strong>ci libri. 5Nella de<strong>di</strong>catoria al granducaCosimo de’ Me<strong>di</strong>ci (1519-1574),Agnolo, anch’egli <strong>di</strong>plomatico epubblico amministratore al serviziodei Me<strong>di</strong>ci, sottolinea l’importanzadell’impresa e l’accuratezza delle informazioni,dovuta alla domestichezzacon le fonti e al ruolo svoltodal nonno: «onde si puo fermamenteFrontespizio degli ultimi quattro libriXVII-XX della Storia d’Italia,pubblicata nel 1564 a Parmacredere le cose scritte da lui esserevere, & cosi seguite come elle si contano:perche rari sono stati quegli inquesti tempi, a quali si sia porta maggiorecomo<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sapere il vero dellecose che a lui […] L’historia esseretestimonio de tempi passati, luce delvero, vita della memoria, & finalmentemaestra delle humane attioni»(A2r/v).Particolarmente interessante –per quanto riguarda l’e<strong>di</strong>zione e soprattuttol’esemplare conservatopresso la nostra biblioteca – appare laprima traduzione in francese, pubblicatasette anni dopo la princeps nel1568 a Parigi, a cura <strong>di</strong> Jérôme deChomedey, consigliere nella capitaleal tempo dei Valois. 6 Dopo l’e<strong>di</strong>zionelatina <strong>di</strong> Celio Secondo Curione,stampata nel 1566 a Basilea daHeinrich Petri e Peter Perna, l’e<strong>di</strong>zionefrancese – che comunque riportagià le lettere patenti <strong>di</strong> CarloIX <strong>di</strong> Francia del 22 maggio del 1566– rappresenta la prima traduzione inuna lingua moderna. 7V’è un ovvio legame in questoperiodo tra Parigi e Firenze, vistoche Caterina, figlia <strong>di</strong> Lorenzo II de’Me<strong>di</strong>ci, alla quale la traduzione franceseè de<strong>di</strong>cata, dal 1547 al 1559 furegina consorte <strong>di</strong> Francia, in quantomoglie <strong>di</strong> Enrico II, e dal 1560 a 1563reggente per il figlio minorenneCarlo IX. Il traduttore allude chiaramentea questi legami nella de<strong>di</strong>ca:«L’autre, pour une cognoissanceplus claire, que les François y prendront,des magnifiques vertus de vospredecesseurs, & de l’excellence devous, Madame, qui avés cest heurd’estre la plus grande Royne dumonde, par le moyen de l’aliance quele pere des lettres (beaupere de vous)François premier, […] recercha dutemps des ses grands affaires, avec le

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!