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Scarica l'edizione di Novembre / Dicembre - Fondazione Biblioteca ...

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novembre / <strong>di</strong>cembre 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> via Senato Milano 47morbosamente all’amico, vedendoin lui una sorta <strong>di</strong> alter ego al qualefar compiere quelle azioni che eglinon avrebbe mai potuto compiere,seguendolo affamato della vita che lui,Antonio, poteva condurre liberamente,senza invi<strong>di</strong>a ma con la voracità propria<strong>di</strong> chi deve sod<strong>di</strong>sfare un innato bisogno<strong>di</strong> affermazione della propria esistenza.Nella breve introduzione ai Canti,poi, lo scrittore francese sottolineaquanto fosse stata la famiglia la veraorigine dei mali fisici e psicologicidel giovane Giacomo, mali che loaffliggeranno per tutta la vita. Monaldo, ilpadre, lo aveva sepolto in una vastissimabiblioteca composta più badandoall’economia e alla quantità che allaqualità, cercando <strong>di</strong> riscattare con glistu<strong>di</strong> del figlio la propria inettame<strong>di</strong>ocrità. La madre, Adelaide Antici,costretta a gestire il patrimonioper la vaghezza del marito, oltreche dalla religione, era ossessionata dallaparsimonia e vedeva nel figlioe nelle sue ambizioni letterarie solamenteuna voce <strong>di</strong> spesa senza alcun ritorno.Curiosa è un’annotazione nello Zibaldonequando Leopar<strong>di</strong> <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> aver conosciutobene «una madre <strong>di</strong> famiglia che non erapunto superstiziosa, ma sal<strong>di</strong>ssimaed esattissima nella credenza cristiana,e negli esercizi della religione.Questa non solamentenon compiangeva quei genitoriche perdevano i loro figli bambini,ma gl'invi<strong>di</strong>ava intimamentee sinceramente, perchè questi eran volatial para<strong>di</strong>so senza pericoli, e aveanliberato i genitori dall'incomodo<strong>di</strong> mantenerli» [Zibaldone, 25 nov. 1820].Poche le lettere che Giacomo scriverà<strong>di</strong>rettamente alla madre, nominandola<strong>di</strong> sfuggita nelle epistole agli altrifamigliari e solo per i saluti.Nel parlare della madre<strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong>, Adelaide, sovviene un’altramadre: l’autoritaria e opprimente Adele(curiosa somiglianza tra i due nomi…)Lehr, madre <strong>di</strong> Carlo Emilio Gadda.Le somiglianze tra i due sono più<strong>di</strong> quanto non sembri (proprio adessoqualche critico incomincia a farvi luce)e il Gran Lombardo è partecipe deldramma del Poeta – che soffrìin<strong>di</strong>cibilmente, più sensibile <strong>di</strong> altri,del mancato rapporto con la madre –,tanto da farlo coincidere con il suoproiettandone l’ombra in quasi tutti gliscritti: basti ricordare Gonzalo Pirobutirroe l’anziana madre nella Cognizione.In ogni modo, Leopar<strong>di</strong> segnail vero inizio della letteratura modernaitaliana. A lui si ispira, estraneaal vitalismo <strong>di</strong> d’Annunzio e in reazionea esso, gran parte della poesia del ’900,abbeverando assiduamente ai suoi versil’ermetismo, <strong>di</strong>menticando per lui, forsecolpevolmente, un Foscolo o Manzoni.Sarà anticipatore dell’interessepsicologico per i motivi che portanogli uomini a tenere un certocomportamento, a compiere determinateazioni, prevenendo e influenzandocoi suoi pensieri gran parte dei romanziitaliani novecenteschi da Svevo sinoa Moravia e ai suoi epigoni.René de Ceccatty, “Noir souci”, Paris,Flammarion, 2011; p. 264, €22,40Giacomo Leopar<strong>di</strong>, “Chants. Traduit del’italien, préfacé et annoté par Renéde Ceccatty”, Paris, Rivages poche.Petite Bibliothèque; p. 378, €11,60.SCHERZARE SULLA MORTE DEILIBRI FA RIDERE? COSÌ E COSÌÈ quasi un decennio, ormai, checorvi da ogni dove si raccolgono attornoalle riviste più cool per <strong>di</strong>vinare la velocescomparsa della pagina scritta e rilegatain forma <strong>di</strong> libro, neanche e-booke simili avessero riscosso un successoplanetario <strong>di</strong> critica e pubblico da nonpoterne celebrare l’imminente trionfo.Tecnologia o non tecnologia, ven<strong>di</strong>teo non ven<strong>di</strong>te, comunque sia il libroè dato per spacciato in lungo e in largo,e scommettere sulla sua morte sembral’investimento più sicuro del momento.Tra i tanti, anche il famosoumorista Bruce Mc Call, uno tra i piùfamosi illustratori del New Yorker, si è<strong>di</strong>lettato in questo “nobile” eserciziocon l’appena uscito in Italia “50 coseche puoi fare con un libro” - sottotitolo:“oggi che non si legge più” - per i tipide L’ancora del Me<strong>di</strong>terraneo.Il pe<strong>di</strong>gree dell’autore, bensorretto dalle “alette” e dalla quarta <strong>di</strong>copertina del volume, promette ironiaa raffica e arguzie a ogni pié sospintonell’accanirsi contro «questo pesanteammasso <strong>di</strong> poltiglia d'albero rilegata!»,tanto che “la Repubblica” non avevamancato <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care all’impresa ben duepaginoni due, con<strong>di</strong>ti dall’ormai solitapolemica sull’eccesso <strong>di</strong> titoli e<strong>di</strong>tati.Prima <strong>di</strong> bocciare autore, e<strong>di</strong>toree se<strong>di</strong>cente inserto culturale, toccaalmeno concedere loro il dubbio chevolessero essere d’esempio, e rischiaredel proprio per <strong>di</strong>mostrare che ognigiorno, in Italia e nel mondo, trovanoun e<strong>di</strong>tore testi che non meriterebberonemmeno l’inchiostro <strong>di</strong> una stampantecomune, un giro solo e poi via!Bruce Mc Call, “50 cose che puoi farecon un libro - oggi che non si leggepiù”, Napoli, 2011, L’ancora delMe<strong>di</strong>terraneo, pp.120, €10,00

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