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acta ordinis fratrumminorum - OFM

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CAPITULUM SESTORIORUM 21ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo,perché noi avessimo la vita per lui. In questosta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio,ma è lui che ha amato noi […]. Carissimi, seDio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarcigli uni e gli altri” (1Gv 4,9-12). La fraternità ècaratteristica fondamentale del carisma francescano,fraternità vera, concreta, nella vitad’ogni giorni, anzitutto nella vita comunitariadei frati, ma anche estesa ad ogni essereumano, fino ai nemici, ma in special modoverso i poveri. Oggi, questa fraternità si deveesprimere nella costruzione della giustiziae della pace e anche nella pratica del dialogocon tutti quelli che sono differenti da noi. Lafraternità francescana abbia anche un compitoparticolare nella ricerca di una sempre piùgrande unione all’interno della grande famigliafrancescana, a cominciare dalla crescentecomunione tra i tre Ordini del Primo Ordine diSan Francesco. Ma la fraternità che Francescoha vissuto con passione si estendeva anche atutte le creature. Il bellissimo “Cantico delleCreature” (chiamato anche “Cantico del FrateSole”) è l’espressione mistica più profonda.Oggi, tale fraternità universale sfida i francescanidavanti al grosso problema ecologicodel nostro Pianeta.La fraternità ci riporta anche alla comunionenella Chiesa che deve essere una comunione,innanzitutto, fraterna, secondo il nuovo comandamentodi Gesù. Comunione nella fede,nella speranza e nella carità. Comunione con ilSuccessore di Pietro, il Papa, comunione coni rispettivi Vescovi nelle Chiese Particolari,comunione con tutti i Pastori della Chiesa, anchecon ogni sacerdote nelle comunità locali.Ricordiamo la grande venerazione di Francescoverso i sacerdoti. Come dice una leggenda,egli affermò che se trovasse un angelo e un sacerdote,anche se questo fosse un grande peccatore,saluterebbe prima il sacerdote, perchécostui è ministro dell’Eucaristia. Comunionecon ogni comunità, dove ci troviamo. La comunionedei Santi. Comunione che sappia rispettarecon gioia le legittime diversità. Comunioneche vuol dire essere cattolico. San Francescoscrisse nella Regola non bollata: “Tuttii fratti siano cattolici” (cap. 19). Nella Regoladefinitiva bollata scrisse: “Sempre sudditi esoggetti ai piedi della medesima santa Chiesa,stabili nella fede cattolica, osserviamo la povertà,l’umiltà e il santo Vangelo del Signorenostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamentepromesso” (cap. 12).Carissimi confratelli, torniamo alla celebrazioneeucaristica, tenendo anche presenteche siamo nell’Ottava di Pasqua. La Chiesaancora canta e festeggia con gioia e lode la risurrezionedel Signore crocifisso e morto perla nostra salvezza. Ora, nell’Eucaristia si trovatutto il mistero pasquale, il mistero dell’amoredi Dio per noi, nella sua forma suprema. Infatti,sull’altare se rende di nuovo realmentepresente, in forma sacramentale, Gesù Cristomorto e risorto per la nostra salvezza. Allora,unendoci a tutta la Chiesa nel mondo, celebriamola Pasqua con i cuori colmi di gioia e di lodea Dio. Cantiamo e benediciamo il Signore.Lasciamoci prendere da quello stupore con cuiFrancesco si immergeva nel mistero eucaristicoe diceva: “Ecco, ogni giorno Gesù Cristo siumilia, come quando dalla sede regale discesenel grembo della Vergine; ogni giorno eglistesso viene a noi in apparenza umile; ognigiorno discende dal seno del Padre sull’altarenelle mani del sacerdote” (ammonizioni, “Ilcorpo del Signore”). E allora, davanti a questomistero Francesco pregava con emozione: “Tiadoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tuttele tue chiese che sono nel mondo intero, e tibenediciamo, perché con la tua santa croce hairedento il mondo” (Testamento). Amen.Ca r d i n a l e Cl á u d i o Hu m m e s , <strong>OFM</strong>Prefetto della Congregazione per il Clero4. Omelia nell’Eucaristia conclusiva del CapitoloInternazionale delle StuoieCastel Gandolfo, Centro Mariapoli,18 aprile 2009È RISORTOCarissimi fratelli e sorelle,il Signore vi dia pace.Risuona ancora nei nostri cuori l’annunciopasquale: «Non temete. So che cercate Gesùcrocifisso; non è qui: è risorto come aveva detto.Vedete il luogo dove giaceva» (Mt 28,6). Èquesto l’annuncio che cambia definitivamentela storia dell’umanità, la storia personaledi ognuno di noi. È Pasqua, la Pasqua del Signore;la Pasqua dei catecumeni battezzati; laPasqua dei penitenti riconciliati; la Pasqua ditutti i fedeli che sono morti con Cristo al peccatoe risorti con Cristo a vita nuova. È Pasqua,esperienza viva della presenza del Signore in

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