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acta ordinis fratrumminorum - OFM

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40 AN. CXXVIII – IANUARII-APRILIS 2009 – N. 1uno spogliamento totale, che comunque nonbasta; merita una vita intera vissuta “secondola forma del santo Vangelo” (2Test., 14: FontiFrancescane, 116).E qui veniamo al punto che sicuramente staal centro di questo nostro incontro. Lo riassumereicosì: il Vangelo come regola di vita. “LaRegola e vita dei frati minori è questa, cioèosservare il santo Vangelo del Signore nostroGesù Cristo”: così scrive Francesco all’iniziodella Regola bollata (Rb I, 1: FF, 75). Eglicomprese se stesso interamente alla luce delVangelo. Questo è il suo fascino. Questa la suaperenne attualità. Tommaso da Celano riferisceche il Poverello “portava sempre nel cuoreGesù. Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie,Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù intutte le altre membra… Anzi, trovandosi moltevolte in viaggio e meditando o cantando Gesù,scordava di essere in viaggio e si fermavaad invitare tutte le creature alla lode di Gesù”(1Cel., II, 9,115: FF, 115). Così il Poverello èdiventato un vangelo vivente, capace di attirarea Cristo uomini e donne di ogni tempo, specialmentei giovani, che preferiscono la radicalitàalle mezze misure. Il Vescovo di AssisiGuido e poi il Papa Innocenzo III riconobberonel proposito di Francesco e dei suoi compagnil’autenticità evangelica, e seppero incoraggiarnel’impegno in vista anche del bene dellaChiesa.Viene spontanea qui una riflessione: Francescoavrebbe potuto anche non venire dalPapa. Molti gruppi e movimenti religiosi siandavano formando in quell’epoca, e alcunidi essi si contrapponevano alla Chiesa comeistituzione, o per lo meno non cercavano la suaapprovazione. Sicuramente un atteggiamentopolemico verso la Gerarchia avrebbe procuratoa Francesco non pochi seguaci. Invece eglipensò subito a mettere il cammino suo e deisuoi compagni nelle mani del Vescovo di Roma,il Successore di Pietro. Questo fatto rivelail suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo“noi” che aveva iniziato con i suoi primi fratilo concepì fin dall’inizio all’interno del grande“noi” della Chiesa una e universale. E il Papaquesto riconobbe e apprezzò. Anche il Papa,infatti, da parte sua, avrebbe potuto non approvareil progetto di vita di Francesco. Anzi,possiamo ben immaginare che, tra i collaboratoridi Innocenzo III, qualcuno lo abbia consigliatoin tal senso, magari proprio temendo chequel gruppetto di frati assomigliasse ad altreaggregazioni ereticali e pauperiste del tempo.Invece il Romano Pontefice, ben informato dalVescovo di Assisi e dal Cardinale Giovanni diSan Paolo, seppe discernere l’iniziativa delloSpirito Santo e accolse, benedisse ed incoraggiòla nascente comunità dei “frati minori”.Cari fratelli e sorelle, sono passati ottosecoli, e oggi avete voluto rinnovare il gestodel vostro Fondatore. Tutti voi siete figli ederedi di quelle origini. Di quel “buon seme”che è stato Francesco, conformato a sua voltaal “chicco di grano” che è il Signore Gesù,morto e risorto per portare molto frutto (cfr Gv12,24). I Santi ripropongono la fecondità diCristo. Come Francesco e Chiara d’Assisi, anchevoi impegnatevi a seguire sempre questastessa logica: perdere la propria vita a causadi Gesù e del Vangelo, per salvarla e renderlafeconda di frutti abbondanti. Mentre lodatee ringraziate il Signore, che vi ha chiamati afar parte di una così grande e bella “famiglia”,rimanete in ascolto di ciò che lo Spirito diceoggi ad essa, in ciascuna delle sue componenti,per continuare ad annunciare con passioneil Regno di Dio, sulle orme del serafico Padre.Ogni fratello e ogni sorella custodisca sempreun animo contemplativo, semplice e lieto: ripartitesempre da Cristo, come Francesco partìdallo sguardo del Crocifisso di san Damianoe dall’incontro con il lebbroso, per vedere ilvolto di Cristo nei fratelli che soffrono e portarea tutti la sua pace. Siate testimoni della“bellezza” di Dio, che Francesco seppe cantarecontemplando le meraviglie del creato, eche gli fece esclamare rivolto all’Altissimo:“Tu sei bellezza!” (Lodi di Dio altissimo, 4.6:FF, 261).Carissimi, l’ultima parola che voglio lasciarviè la stessa che Gesù risorto consegnòai suoi discepoli: “Andate!” (cfr Mt 28,19;Mc 16,15). Andate e continuate a “riparare lacasa” del Signore Gesù Cristo, la sua Chiesa.Nei giorni scorsi, il terremoto che ha colpitol’Abruzzo ha danneggiato gravemente moltechiese, e voi di Assisi sapete bene che cosaquesto significhi. Ma c’è un’altra “rovina” cheè ben più grave: quella delle persone e dellecomunità! Come Francesco, cominciate sempreda voi stessi. Siamo noi per primi la casache Dio vuole restaurare. Se sarete semprecapaci di rinnovarvi nello spirito del Vangelo,continuerete ad aiutare i Pastori della Chiesa arendere sempre più bello il suo volto di sposadi Cristo. Questo il Papa, oggi come alle origini,si aspetta da voi. Grazie di essere venuti!Ora andate e portate a tutti la pace e l’amore di

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