42 AN. CXXVIII – IANUARII-APRILIS 2009 – N. 1quali, con l’esempio della vita e la forza dellaparola evangelica, ricordava costantemente legrandi responsabilità che hanno verso quantisono stati meno fortunati di loro.Quale amante della pace vera, primo donodella Pasqua che abbiamo appena celebrato,il santo d’Assisi non poteva rimanere indifferentedi fronte alle guerre e ai mille conflitti,che a quel tempo laceravano i Comuni italiani.Ovunque passava, offriva la sua parola per ricomporrei dissidi e riportare l’armonia nellaconvivenza umana. Una convivenza fondatasulla certezza che, come figli di un unico Padre,siamo chiamati a formare una sola famiglia, incui ciascuno è responsabile della felicità deipropri fratelli. È qui che per san Francesco trovafondamento la continua ricerca del dialogocon tutti e l’impegno ad accogliere la diversitàcome una ricchezza che l’altro ci offre.La consapevolezza che una tale fraternitànon può che nascere dal mettersi a servizio gliuni degli altri, fu la vera sapienza del Poverellodi Assisi ed è la grande eredità che egli ci halasciato.È questo il messaggio che in ottocento anni,partendo da questa terra abbiamo cercato diportare a tutti. Qui in Italia, dove ogni francescanoritrova le proprie radici, la nostra Famigliaè sempre stata rigogliosa e ha annoveratotanti santi e sante, tanti uomini e donne illustriche, ispirandosi a san Francesco d’Assisi, hannoamato profondamente questa terra. Accantoa questi, però, vorrei ricordare l’infinita moltitudinedi quanti in questi otto secoli, seguendol’ideale francescano nella vita religiosa o inquella secolare, hanno offerto la loro testimonianzain maniera silenziosa, stando accantoalla gente semplice e aiutando questa nazionea crescere e a formarsi in quei grandi valori chesono anche alla base della sua Carta costituzionale.Possa questo felice rapporto tra il popoloitaliano e la Famiglia Francescana rimaneresempre vivo e vitale, come è stato fino ad oggi.Che san Francesco, patrono d’Italia, benedica eprotegga sempre con speciale amore ogni italianoe oggi, in particolare, questa benedizionescenda copiosa sui cittadini degli Abruzzi, chesono stati così duramente colpiti dal terremoto:sia per essi motivo di consolazione per le sofferenzeche stanno sopportando e di speranza peril futuro che si apre dinanzi a loro.Fr. Jo s é Ro d r í g u e z Ca r b a l l o, o f mMinistro generalee Presidente di turno2. Discorso di Giorgio Napolitano, Presidentedella Repubblica italianaABBIAMO BISOGNODELLA VOSTRA PRESENZACelebrate in questi giorni una ricorrenza distraordinaria importanza e significato, soprattuttoperché potete testimoniare che, a distanzadi otto secoli, rimane vivo più che mai ilmessaggio del Santo, l’esempio del Santo. Piùvivo che mai anche oggi, in questo mondo, difronte a un indubbio, allarmante decadimentodei valori spirituali, umani e morali incarnatidalle scelte di vita e dalla predicazione di SanFrancesco.Ma non sono stati forse precisamente questifenomeni e i comportamenti che ne sonoderivati a rappresentare una delle cause dellacrisi che oggi affligge le nostre economie e lenostre società? Parlo di comportamenti dettatidall’avidità, dalla sete di ricchezza e di potere,dal disprezzo per l’interesse generale edall’ignoranza di valori elementari di giustiziae di solidarietà. E, perfino, quando oggi pensiamoall’Abruzzo e soffriamo per le vittime eper i danni provocati dal terremoto in Abruzzo- certamente un evento naturale, imprevedibilee non evitabile da parte dell’uomo - nonpossiamo non ritenere che anche qui abbianocontato in modo pesante e abbiano contribuitoalla gravità del danno e del dolore umano chesi è provocato, anche questi comportamenti didisprezzo delle regole, di disprezzo dell’interessegenerale e dell’interesse dei cittadini.Voi siete dovunque nel mondo oggi e portate,molti o pochi che siate, in ogni singolo paeseil seme della vostra fede, la testimonianzadei valori francescani.Ma io vorrei qui soprattutto sottolineare ilgrande valore del vostro attaccamento all’Italia:non a caso voi rappresentate gli Ordinie le Famiglie che portano il nome del SantoPatrono d’Italia. Siete profondamente legati aquesta terra, a questo popolo e dovunque voiportate il vostro grande messaggio di pace e disolidarietà, di cui c’è più che mai bisogno, c’èsempre bisogno. Di qui l’attualità del messaggiodi Francesco. Lei ricordava “le guerre e iconflitti che insanguinavano l’Italia e i comuniitaliani all’epoca di San Francesco”: purtroppole guerre cambiano di natura o cambiano didimensione, ma non vengono mai cancellate,ancora continuano a flagellare il nostro mondo,a cominciare dalla Terra Santa, e, possia-
CAPITULUM SESTORIORUM 43mo dire, in modo più generale e ampio, maicessano i pericoli di guerra.Pace e solidarietà dovunque nel mondo, pacee solidarietà per l’Italia. Noi abbiamo bisogno- credo di poterlo dire a nome del Paesee del popolo che ho l’onore di rappresentare- della vostra presenza: noi abbiamo bisognodella vostra opera, noi abbiamo bisogno delvostro impegno a portare avanti valori che anchenel nostro Paese debbono essere continuamenterinnovati e continuamente trasmessi.Gi o r g i o Na p o l i t a n o