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acta ordinis fratrumminorum - OFM

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68 AN. CXXVIII – IANUARII-APRILIS 2009 – N. 1mensionamento, però, «non va pensato solocome chiusura di case o di presenze, ma soprattuttocome individuazione di criteri fondamentaliper una fedeltà dinamica del nostrocarisma, nella fedeltà all’uomo di oggi perdare più visibilità e significatività alla nostraforma vitae». Ecclesia in Europa parla di alcunecaratteristiche dei consacrati nell’Europadi oggi: primato di Dio, fraternità evangelica,prendersi cura dei bisognosi, evangelizzazionein altri continenti. Non potrebbero diventare,si è chiesto p. Bravi, le caratteristiche anchedelle nuove forme di evangelizzazione e dellefraternità francescane in missione? Non sipotrebbe operare in modo tale da far crescereil senso di appartenenza all’unica fraternitàdell’ordine? Anzi, non si potrebbero ampliareulteriormente i confini fino ad aprirsi a una verae propria comunione con tutta la famigliafrancescana?Cambiamento epocaleAnche Enzo Biemmi, uno dei catecheti piùnoti ben oltre i confini italiani, nel suo interventosulla nuova “geografia della fede” in Europaha parlato di radicali conversioni in atto.La catechesi oggi sta attraversando un periododi “spaesamento”. Soffre una situazione di“scarto culturale”. Le generazioni giovanili,pur non disinteressandosi del Vangelo e delsuo messaggio, ritengono però “indecifrabili”certi “codici comunicativi” con cui viene trasmessala fede. Anche la catechesi, in parolemolto semplice, deve operare una urgente“conversione missionaria”.Partendo dall’elemento nuovo, quello dellalibertà, ha provato a sintetizzare in tre formuleil “cambiamento epocale” in atto. Tertulliano,nel secondo secolo, in un contestopagano, aveva affermato che «cristiani nonsi nasce, ma si diventa». Successivamentel’espressione si è completamente capovolta:«si nasce cristiani e non si può non esserlo».Per quindici secoli, ha commentato Biemmi,«essere cristiani era un fatto scontato». Orainvece si è giunti a un terzo tornante: «cristianinon si nasce, si può diventarlo, ma questonon è percepito come necessario per vivereumanamente bene la propria vita». È significativoil fatto che, come ha affermato GuidoErbrich in un recente congresso di catechetia Lisbona, se qualcuno oggi nella Germaniadell’Est pone la domanda: “Lei crede inDio?”, si sente facilmente rispondere: “No,sono completamente normale».Lo scarto culturale che la fede cristiana stavivendo rispetto alle sue formulazioni tradizionali,la percezione culturale della sua “nonnecessità”, per vivere umanamente bene la vita,ha concluso Biemmi, «non sono una disgrazia,ma una nuova grande opportunità che loSpirito offre alla sua Chiesa». È l’opportunità,cioè, di «ripensare radicalmente il compitodell’evangelizzazione, di ritornare a crederediversamente, di ritornare – a incominciaredalla Chiesa – a riascoltare in maniera nuova,inedita, il Vangelo di sempre».È esattamente quello che ha saputo fare sanFrancesco. I suoi biografi, ha detto il rettoredell’Antonianum, p. Johannes Freyer nel suointervento sugli elementi storicamente piùdeterminanti del francescanesimo in tema dievangelizzazione e missione dell’ordine, hannofin troppo insistito nel presentare Francescocome un “uomo del passato”. No! Era ed è essenzialmenteun “uomo del futuro”. Il ritorno“alle radici” non lo si dovrebbe mai ridurre auna semplice rivisitazione nostalgica del passato.Andrebbe visto, invece, come un grandestimolo a ricominciare sempre qualcosa dinuovo, di diverso. «Non so, ha detto Freyer,se viviamo in un tempo di rinnovamento. SoloDio lo sa». Guai, però, a fossilizzare le esperienzedel passato in “ricette” preconfezionateper affrontare il futuro. «La storia non ci trasmette“ricette”. Ci indica solo delle possibilivie lungo le quali oggi ci dovremmo incamminare».La via maestra, in questo senso, è quellatracciata da Francesco: vivere e scoprire ognigiorno la novità del Vangelo.Un nuovo capitolo delle stuoieQuanto possano aver inciso nei partecipantiall’incontro di Frascati queste “provocazioni”dei relatori, è presto per dirlo. Credo di aver percepito,anche qui, quello “scarto” che esiste tral’ideale prospettato nei documenti del magistero,dei capitoli e dei superiori maggiori e la realtàquotidiana della vita consacrata. Mentre dauna parte, molto spesso, si fatica a tenere il passotracciato in un documento, dall’altra, però,non mancano esperienze arditamente più in làdi quanto programmato da un capitolo generale.Non è possibile, in questa sede, render contodelle tante nuove forme di evangelizzazione edi missione delle fraternità presenti a Frascati.Nel documento conclusivo dell’incontrosono stati sintetizzati gli elementi ricorrentinelle diverse testimonianze. Si va dalla risco-

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