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acta ordinis fratrumminorum - OFM

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CAPITULUM SESTORIORUM 39esprimerLe la nostra più profonda gratitudineper averci ammessi alla Sua presenza. In questosuo paterno gesto riconosciamo l’amorevolecura che la santa madre Chiesa ha avuto lungotutti questi secoli nei confronti della nostraFamiglia, fin da quando, ottocento anni fa, ilnostro serafico padre, con umiltà e devozione,si prostrò con i suoi primi compagni dinanzi alSuo predecessore, Innocenzo III, per promettereobbedienza e riverenza (cfr. 3Comp 52).Proprio alla vigilia della Sua felice elezioneal soglio di Pietro, mentre Le rinnoviamo inostri migliori auguri per il genetliaco da pocotrascorso, le assicuriamo la nostra fervidapreghiera e desideriamo, noi Ministri generali,rinnovare nelle Sue mani, Santo Padre, a nomedi tutti i Frati sparsi nel mondo, il nostro impegnoa vivere secondo la Regola. Imploriamo,per questo, anche la Sua apostolica benedizione,così da riprendere il nostro cammino econtinuare a rendere testimonianza alla vocedel Figlio di Dio con la parola e con le opere,facendo conoscere a tutti che non c’è nessunoonnipotente eccetto lui (cfr. LOrd 9).Fr. Jo s é Ro d r í g u e z Ca r b a l l o, o f mMinistro generalee Presidente di turno2. Discorso del Santo PadreIL VANGELOCOME REGOLA DI VITACari fratelli e sorelledella Famiglia Francescana!Con grande gioia do il benvenuto a tutti voi,in questa felice e storica ricorrenza che vi hariuniti insieme: l’ottavo centenario dell’approvazionedella “protoregola” di san Francescoda parte del Papa Innocenzo III. Sono passatiottocento anni, e quella dozzina di Frati è diventatauna moltitudine, disseminata in ogniparte del mondo e oggi qui, da voi, degnamenterappresentata. Nei giorni scorsi vi siete datiappuntamento ad Assisi per quello che avetevoluto chiamare “Capitolo delle Stuoie”, perrievocare le vostre origini. E al termine di questastraordinaria esperienza siete venuti insiemedal “Signor Papa”, come direbbe il vostroserafico Fondatore. Vi saluto tutti con affetto:i Frati Minori delle tre obbedienze, guidati dairispettivi Ministri Generali, tra i quali ringrazioPadre José Rodríguez Carballo per le suecortesi parole; i membri del Terzo Ordine, conil loro Ministro Generale; le religiose Francescanee i membri degli Istituti secolari francescani;e, sapendole spiritualmente presenti, leSuore Clarisse, che costituiscono il “secondoOrdine”. Sono lieto di accogliere alcuni Vescovifrancescani; e in particolare saluto il Vescovodi Assisi, Mons. Domenico Sorrentino,che rappresenta la Chiesa assisana, patria diFrancesco e Chiara e, spiritualmente, di tuttii francescani. Sappiamo quanto fu importanteper Francesco il legame col Vescovo di Assisidi allora, Guido, che riconobbe il suo carismae lo sostenne. Fu Guido a presentare Francescoal Cardinale Giovanni di San Paolo, il qualepoi lo introdusse dal Papa favorendo l’approvazionedella Regola. Carisma e Istituzionesono sempre complementari per l’edificazionedella Chiesa.Che dirvi, cari amici? Prima di tutto desiderounirmi a voi nel rendimento di grazie a Dioper tutto il cammino che vi ha fatto compiere,ricolmandovi dei suoi benefici. E come Pastoredi tutta la Chiesa, lo voglio ringraziare per ildono prezioso che voi stessi siete per l’interopopolo cristiano. Dal piccolo ruscello sgorgatoai piedi del Monte Subasio, si è formato ungrande fiume, che ha dato un contributo notevolealla diffusione universale del Vangelo.Tutto ha avuto inizio dalla conversione di Francesco,il quale, sull’esempio di Gesù, “spogliòse stesso” (cfr Fil 2,7) e, sposando MadonnaPovertà, divenne testimone e araldo del Padreche è nei cieli. Al Poverello si possono applicareletteralmente alcune espressioni chel’apostolo Paolo riferisce a se stesso e che mipiace ricordare in questo Anno Paolino: “Sonostato crocifisso con Cristo, e non vivo più io,ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivonel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio,che mi ha amato e ha consegnato se stesso perme” (Gal 2,19-20). E ancora: “D’ora innanzinessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmatedi Gesù sul mio corpo” (Gal 6,17). Francescoricalca perfettamente queste orme di Paoloed in verità può dire con lui: “Per me vivere èCristo” (Fil 1,21). Ha sperimentato la potenzadella grazia divina ed è come morto e risorto.Tutte le sue ricchezze precedenti, ogni motivodi vanto e di sicurezza, tutto diventa una“perdita” dal momento dell’incontro con Gesùcrocifisso e risorto (cfr Fil 3,7-11). Il lasciaretutto diventa a quel punto quasi necessario, peresprimere la sovrabbondanza del dono ricevuto.Questo è talmente grande, da richiedere

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