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acta ordinis fratrumminorum - OFM

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CAPITULUM SESTORIORUM 29sa, da troppe cose da fare, resta mortificata,avvilita, incapace di esprimersi in pienezza.L’avere, il potere, l’apparire in tutte le forme,immergono la vita religiosa nel mondo senzache abbia la possibilità di distinguersi da esso(cfr. Gv 17,15-19). Mentre, purificata dalla povertàe minorità, ridiventa mobile, libera, obbediente,vitale, profetica. Il francescano è unvero pellegrino (non girovago senza meta!),una persona radicalmente espropriata, oppureperde la sua identità. Egli non si appropria dinulla: né di luogo, né di opere, né di progetti…Ma lui stesso dovrà diventare progetto disponibilenelle mani di Dio.I “frutti missionari” di una fraternità inviataal mondo, verranno in proporzione della suacapacità di espropriazione: lasciare cioè spazioallo Spirito, perché possa agire come attoreprincipale. Le leggi dell’efficacia umanaverranno sostituite da quelle della feconditàdivina, quindi non controllabili, misurabili,ma infinite. È indispensabile non dimenticarequesta prospettiva pneumatica fonte della nostrasperanza.ConclusioneÈ tempo di risvegliare una nuova coscienzamissionaria ancorata in una fede più vissutae una vocazione evangelica più autentica, piùappassionata. Solo l’amore è creativo! Parlarequindi di una maggiore significatività escatologicadella nostra vita religiosa quotidiana,come di una creatività nelle forme di evangelizzazionee missione, significa ritrovare unentusiasmo teocentrico per la nostra vocazionee missione. La creatività non è questione difantasia, ma di cuore! Come il sedentarismo ol’ immobilità strutturale è frutto, quasi sempre,di “sklerokardia”, durezza del cuore o di mancanzadi fiducia che genera paure. Ogni tipo distruttura è soggetta a cambiamenti dovuti allavita che cresce e si sviluppa. Cambiare, con ilcuore fisso al Signore, è quindi segno di vita, diun cammino che si sta facendo, di un’aderenzaalla storia. Non ha infatti difficoltà a cambiarecolui che è stabile interiormente. E più i valorisono chiari e forti, più si creano e si inventanonuove forme di evangelizzazione e di incontrocon gli uomini e le donne del nostro tempo.Una creatività vitale e interiore, come ilrinnovamento di forme evangelizzatrici e missionarie,sono indice ed espressione di una fedeltàrinnovata a Dio, alla Chiesa, all’intuizioneevangelica di Francesco, all’Ordine e allastoria. Lo Spirito «chiama la vita consacrata adelaborare nuove risposte per i nuovi problemidel mondo di oggi… [Essa] non si limiterà aleggere i segni dei tempi, ma contribuirà anchead elaborare ed attuare nuovi progetti di evangelizzazioneper le odierne situazioni» (VitaConsecrata 73).Fr. Gi a c o m o Bi n i, o f m3. Riflessione di Mons. Agostino GardinS. Maria della Angeli, “Tenda del Capitolo”,16 aprile 2009SEMPRE SIANO FEDELI E SOTTOMESSIAI PRELATI E A TUTTI I CHIERICIDELLA SANTA MADRE CHIESA«Sempre siano fedeli e sottomessi ai prelatie a tutti i chierici della santa madre Chiesa»(1Test 5): sono le parole che concludono quelconciso ma denso testo di Francesco che chiamiamoTestamento di Siena. Esse esprimono,come sappiamo, la terza esortazione cheFrancesco, convinto di essere ormai prossimoalla morte, lascia ai suoi frati, dopo quellesull’amore reciproco e sull’osservanza dellapovertà.Non è necessario che io mi dilunghi a mostrarecome tutta la vicenda spirituale di Francescosi sia svolta con un fermo e costanteriferimento alla santa madre Chiesa e ai suoiministri, richiamati qui con i termini di prelatie chierici. Ricorderò solo che, quando si trovavaancora in una condizione di confusa ricercadella strada da percorrere, le parole uditedal Crocifisso di san Damiano – «Va’, riparala mia casa che, come vedi, è tutta in rovina»(1Cel VI,10) – probabilmente determinaronoin lui il sorgere di un appassionato amore allaChiesa. E quando finalmente percepì che cosadovesse fare (cf 2Test 14), dopo che il Signoregli fece dono dei fratelli, avvertì il bisogno direcarsi a chiederne conferma al Papa, dicendo:«Andiamo dunque dalla nostra madre, la santaChiesa romana, e comunichiamo al sommopontefice ciò che il Signore ha cominciato afare per mezzo di noi, al fine di proseguire secondoil suo volere e le sue disposizioni quelloche abbiamo iniziato» (3Comp 46). È noto,poi, quanto il riferimento al vescovo Guido diAssisi sia stato importante nella sua vicendaspirituale: perseguitato dal padre, non accettòla convocazione dei consoli della città, ma ac-

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