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SUONO n° 511

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INSIDE<br />

I BISOGNI DEI CONSUMATORI<br />

Le esigenze dei consumatori nel consumo di musica, secondo l’istituto di ricerca Qualcomm.<br />

desiderio di travalicare gli schemi e non sempre è così.<br />

Ecco un piccolo esempio di cortocircuito comunicativo (almeno a mio<br />

modo di vedere):<br />

<br />

a un mondo, quello della musica ascoltata, che oggi ha cambiato di<br />

mensione”<br />

<br />

<br />

Abbiamo smesso anche di fare dell’ascolto, privato o condiviso, un’e<br />

sperienza spirituale, di meditazione e coinvolgimento”<br />

<br />

dell’ anche se a mio parere (e lo sottolineo nuovamente)<br />

<br />

obiettivo e a una dimensione “cambiata” del consumo musicale, dall’altro<br />

questo cambiamento lo si bolla unicamente di valori negativi e ci si<br />

<br />

debbano abbeverarsi alla sacra fonte…<br />

Aggiungo che non sono d’accordo nel merito oltre che nella forma<br />

con questa visione: credo innanzitutto che le cose non stiano così<br />

se non in una sbiadita immagine rituale dei giovani e dell’ascolto in<br />

<br />

<br />

certa valenza). Ma anche se fosse tutto vero non è certamente con un<br />

distinguo operato solo sulla base delle proprie regole che si recupera<br />

chi di regole ne ha altre. Ho già visto arroccarsi l’intera categoria<br />

dei giornalisti contro l’iPod e mi è bastato, per non sentire almeno<br />

il dovere di citare in merito “L’arte della guerra”!<br />

<br />

tiva<br />

rottura con l’establishment e gli schemi che lo accompagnano: ogni<br />

evento (dal fatto che non consumano televisione ma si ritrovano nei<br />

social network, che sono imprevedibili ma orientano con le loro scelte<br />

l’orizzonte dei mercati) ci racconta che sarà impossibile comprenderli e<br />

-<br />

<br />

all’elezione di Donald Trump a presidente della più potente nazione<br />

del mondo, passando umilmente per la rivoluzione che si è abbattuta<br />

sull’ascolto della musica.<br />

Capire che è necessario cambiare, non è necessariamente garanzia di<br />

aver capito il cambiamento; è un lavoro duro per i non millennials e,<br />

in assoluto, occorre dedicarci qualcosa di più che l’alterigia del “so<br />

che ho ragione”! Con fatica tali istanze vengono recepite nell’agorà<br />

della riproduzione sonora e spesso chi ci prova viene risucchiato<br />

dall’opinione dominante tutt’ora saldamente ancorata al “vecchio<br />

che non avanza”! Un immobilismo che, in futuro, verrà incrinato<br />

in maniera ancor più evidente: gli organizzatori di Sintonie e quelli<br />

dell’Audiovideo Show stanno valutando se unire le forze per proporre<br />

un evento a Rimini con la speranza che questa location possa<br />

rappresentare la chiave di accesso verso quella eterogenea platea<br />

<br />

punto di partenza), ma se la materia in se non è attrattiva c’è poco<br />

da ricercare nella “cornice”.<br />

Qualche fermento anche all’estero: nelle pagine dei prossimi artico-<br />

<br />

ad alcuni esempi di chi ci ha provato ma anche alla conferma che il mal<br />

comune non produce un mezzo gaudio…<br />

18 <strong>SUONO</strong> novembre 2016

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