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INSIDE<br />
I BISOGNI DEI CONSUMATORI<br />
Le esigenze dei consumatori nel consumo di musica, secondo l’istituto di ricerca Qualcomm.<br />
desiderio di travalicare gli schemi e non sempre è così.<br />
Ecco un piccolo esempio di cortocircuito comunicativo (almeno a mio<br />
modo di vedere):<br />
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a un mondo, quello della musica ascoltata, che oggi ha cambiato di<br />
mensione”<br />
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<br />
Abbiamo smesso anche di fare dell’ascolto, privato o condiviso, un’e<br />
sperienza spirituale, di meditazione e coinvolgimento”<br />
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dell’ anche se a mio parere (e lo sottolineo nuovamente)<br />
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obiettivo e a una dimensione “cambiata” del consumo musicale, dall’altro<br />
questo cambiamento lo si bolla unicamente di valori negativi e ci si<br />
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debbano abbeverarsi alla sacra fonte…<br />
Aggiungo che non sono d’accordo nel merito oltre che nella forma<br />
con questa visione: credo innanzitutto che le cose non stiano così<br />
se non in una sbiadita immagine rituale dei giovani e dell’ascolto in<br />
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certa valenza). Ma anche se fosse tutto vero non è certamente con un<br />
distinguo operato solo sulla base delle proprie regole che si recupera<br />
chi di regole ne ha altre. Ho già visto arroccarsi l’intera categoria<br />
dei giornalisti contro l’iPod e mi è bastato, per non sentire almeno<br />
il dovere di citare in merito “L’arte della guerra”!<br />
<br />
tiva<br />
rottura con l’establishment e gli schemi che lo accompagnano: ogni<br />
evento (dal fatto che non consumano televisione ma si ritrovano nei<br />
social network, che sono imprevedibili ma orientano con le loro scelte<br />
l’orizzonte dei mercati) ci racconta che sarà impossibile comprenderli e<br />
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all’elezione di Donald Trump a presidente della più potente nazione<br />
del mondo, passando umilmente per la rivoluzione che si è abbattuta<br />
sull’ascolto della musica.<br />
Capire che è necessario cambiare, non è necessariamente garanzia di<br />
aver capito il cambiamento; è un lavoro duro per i non millennials e,<br />
in assoluto, occorre dedicarci qualcosa di più che l’alterigia del “so<br />
che ho ragione”! Con fatica tali istanze vengono recepite nell’agorà<br />
della riproduzione sonora e spesso chi ci prova viene risucchiato<br />
dall’opinione dominante tutt’ora saldamente ancorata al “vecchio<br />
che non avanza”! Un immobilismo che, in futuro, verrà incrinato<br />
in maniera ancor più evidente: gli organizzatori di Sintonie e quelli<br />
dell’Audiovideo Show stanno valutando se unire le forze per proporre<br />
un evento a Rimini con la speranza che questa location possa<br />
rappresentare la chiave di accesso verso quella eterogenea platea<br />
<br />
punto di partenza), ma se la materia in se non è attrattiva c’è poco<br />
da ricercare nella “cornice”.<br />
Qualche fermento anche all’estero: nelle pagine dei prossimi artico-<br />
<br />
ad alcuni esempi di chi ci ha provato ma anche alla conferma che il mal<br />
comune non produce un mezzo gaudio…<br />
18 <strong>SUONO</strong> novembre 2016