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SUONO n° 511

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INTERVISTA GUIDI & PETRELLA<br />

entusiasmo. Lui è un musicista davvero a 360 gradi, penso che<br />

qualsiasi definizione alla sua musica gli risulterebbe stretta. Prima<br />

che il disco venisse pubblicato abbiamo fatto un concerto ad<br />

Atene con Sclavis. È stata una serata magica di cui ricordo ogni<br />

dettaglio, sarà davvero un qualcosa che mi accompagnerà a lungo.<br />

Mi sembra che la componente improvvisativa rappresenti<br />

un aspetto molto legato alla vostra musica. Come si<br />

arriva a realizzare delle buone improvvisazioni quando<br />

<br />

Guidi: In realtà questo processo è molto difficile da spiegare,<br />

certamente molto di più rispetto a quando si suona; capire se si<br />

siano eseguite buone improvvisazioni o meno è davvero arduo.<br />

Rappresenta una delle coordinate della mia musica su un campo<br />

su cui si deve lavorare moltissimo prima di avere risultati<br />

soddisfacenti.<br />

Petrella: Di certo è un fattore essenziale nella nostra musica e<br />

abbiamo cercato di dimostrarlo proprio in questo disco, dove l’idea<br />

di fondo era proprio legata all’improvvisazione con l’innesto<br />

di idee e piccoli canovacci sonori. Personalmente presto molta<br />

attenzione a chi mi sta vicino quando suono, cercando di capire<br />

quello che fa e come è possibile portare avanti il dialogo; è sempre<br />

stato un punto di fondamentale importanza per lo sviluppo<br />

della mia carriera.<br />

Tenete parecchio al suono (non alludo al suo aspetto<br />

meramente tecnico, bensì all’elemento che produce la<br />

sonorità), in altre parole l’atmosfera che i suoni sono<br />

in grado di creare e le conseguenti emozioni che inducono<br />

in chi ascolta… State inseguendo un tuo obiettivo<br />

<br />

imprevedibile nel corso della tua carriera, suonando<br />

molte cose differenti…<br />

<br />

Guidi: Sono in un percorso e guardo al viaggio più che alle tappe,<br />

per cui questo disco è molto diverso dai precedenti ed è lo stesso<br />

auspicio che mi riservo per il prossimo. Lavorare con Manfred<br />

è molto stimolante, non ho alcuna reticenza ad ammettere che<br />

il nostro rapporto è stato ottimo fin dal primo giorno. Un personaggio<br />

di tale calibro ed esperienza si è tramutato in un bivio<br />

fondamentale per la prosecuzione della mia ricerca sulla musica.<br />

Petrella: Anche per me valgono molti dei concetti espressi da<br />

Giovanni. Personalmente ho vissuto questa esperienza con Eicher<br />

in maniera ancora più attiva e stimolante. L’ho visto molto propositivo,<br />

del resto la Ecm è probabilmente l’unica vera etichetta<br />

che riguarda la musica contemporanea. Sono sempre stato un<br />

grande estimatore delle sue proposte, fin dagli albori con grandi<br />

album firmati da Jan Garbarek, Terje Rypdal, Pat Metheny.<br />

Adesso i tempi sono un po’ cambiati e anche la direzione artistica<br />

ha preso un altro passo, ma resta l’altissimo profilo e la qualità<br />

di una musica palpitante e spontanea.<br />

Avete sempre riconosciuto l’importanza di sentire altre<br />

<br />

<br />

Guidi: Onestamente adesso è un periodo in cui sto ascoltando<br />

moltissima musica jazz, soprattutto quella che mi ha cresciuto<br />

nel mio periodo di formazione, in particolare Keith Jarrett, Bill<br />

foto: Roberto Cifarelli<br />

Guidi: Un punto ideale, in realtà, esiste nella misura in cui ti<br />

tocca ancora imparare e sperimentare. Personalmente il suono<br />

rappresenta il punto più alto del godimento della musica, ed è per<br />

questo che per me è un ambito veramente importante. Si tratta di<br />

un cammino praticamente infinito ed è proprio lì che ho centrato<br />

tutto il mio lavoro di ricerca in ambito musicale.<br />

Petrella: Sono sostanzialmente d’accordo. Io sono innamorato<br />

del suono del mio strumento, che non è affatto semplice da suonare.<br />

Nella mia ricerca sono sempre stato attratto dalle radici del<br />

suono afro-americano nella sua accezione più estesa e dalle nuove<br />

frontiere del suono, che possono essere raggiunte con l’ausilio<br />

di macchinari e campionamenti. Tutto parte dalla testa, però, e<br />

mi piace destreggiarmi fra tutto quello che mi ha accompagnato<br />

e formato sino a qui.<br />

Entrambi avevate suonato parecchio per la Ecm, eppure<br />

questo è solo il secondo disco che condividete dopo la<br />

produzione indipendente di di un paio di anni<br />

fa. Vogliamo sottolinearne l’evoluzione, anche per quan-

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