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INTERVISTA GUIDI & PETRELLA<br />
entusiasmo. Lui è un musicista davvero a 360 gradi, penso che<br />
qualsiasi definizione alla sua musica gli risulterebbe stretta. Prima<br />
che il disco venisse pubblicato abbiamo fatto un concerto ad<br />
Atene con Sclavis. È stata una serata magica di cui ricordo ogni<br />
dettaglio, sarà davvero un qualcosa che mi accompagnerà a lungo.<br />
Mi sembra che la componente improvvisativa rappresenti<br />
un aspetto molto legato alla vostra musica. Come si<br />
arriva a realizzare delle buone improvvisazioni quando<br />
<br />
Guidi: In realtà questo processo è molto difficile da spiegare,<br />
certamente molto di più rispetto a quando si suona; capire se si<br />
siano eseguite buone improvvisazioni o meno è davvero arduo.<br />
Rappresenta una delle coordinate della mia musica su un campo<br />
su cui si deve lavorare moltissimo prima di avere risultati<br />
soddisfacenti.<br />
Petrella: Di certo è un fattore essenziale nella nostra musica e<br />
abbiamo cercato di dimostrarlo proprio in questo disco, dove l’idea<br />
di fondo era proprio legata all’improvvisazione con l’innesto<br />
di idee e piccoli canovacci sonori. Personalmente presto molta<br />
attenzione a chi mi sta vicino quando suono, cercando di capire<br />
quello che fa e come è possibile portare avanti il dialogo; è sempre<br />
stato un punto di fondamentale importanza per lo sviluppo<br />
della mia carriera.<br />
Tenete parecchio al suono (non alludo al suo aspetto<br />
meramente tecnico, bensì all’elemento che produce la<br />
sonorità), in altre parole l’atmosfera che i suoni sono<br />
in grado di creare e le conseguenti emozioni che inducono<br />
in chi ascolta… State inseguendo un tuo obiettivo<br />
<br />
imprevedibile nel corso della tua carriera, suonando<br />
molte cose differenti…<br />
<br />
Guidi: Sono in un percorso e guardo al viaggio più che alle tappe,<br />
per cui questo disco è molto diverso dai precedenti ed è lo stesso<br />
auspicio che mi riservo per il prossimo. Lavorare con Manfred<br />
è molto stimolante, non ho alcuna reticenza ad ammettere che<br />
il nostro rapporto è stato ottimo fin dal primo giorno. Un personaggio<br />
di tale calibro ed esperienza si è tramutato in un bivio<br />
fondamentale per la prosecuzione della mia ricerca sulla musica.<br />
Petrella: Anche per me valgono molti dei concetti espressi da<br />
Giovanni. Personalmente ho vissuto questa esperienza con Eicher<br />
in maniera ancora più attiva e stimolante. L’ho visto molto propositivo,<br />
del resto la Ecm è probabilmente l’unica vera etichetta<br />
che riguarda la musica contemporanea. Sono sempre stato un<br />
grande estimatore delle sue proposte, fin dagli albori con grandi<br />
album firmati da Jan Garbarek, Terje Rypdal, Pat Metheny.<br />
Adesso i tempi sono un po’ cambiati e anche la direzione artistica<br />
ha preso un altro passo, ma resta l’altissimo profilo e la qualità<br />
di una musica palpitante e spontanea.<br />
Avete sempre riconosciuto l’importanza di sentire altre<br />
<br />
<br />
Guidi: Onestamente adesso è un periodo in cui sto ascoltando<br />
moltissima musica jazz, soprattutto quella che mi ha cresciuto<br />
nel mio periodo di formazione, in particolare Keith Jarrett, Bill<br />
foto: Roberto Cifarelli<br />
Guidi: Un punto ideale, in realtà, esiste nella misura in cui ti<br />
tocca ancora imparare e sperimentare. Personalmente il suono<br />
rappresenta il punto più alto del godimento della musica, ed è per<br />
questo che per me è un ambito veramente importante. Si tratta di<br />
un cammino praticamente infinito ed è proprio lì che ho centrato<br />
tutto il mio lavoro di ricerca in ambito musicale.<br />
Petrella: Sono sostanzialmente d’accordo. Io sono innamorato<br />
del suono del mio strumento, che non è affatto semplice da suonare.<br />
Nella mia ricerca sono sempre stato attratto dalle radici del<br />
suono afro-americano nella sua accezione più estesa e dalle nuove<br />
frontiere del suono, che possono essere raggiunte con l’ausilio<br />
di macchinari e campionamenti. Tutto parte dalla testa, però, e<br />
mi piace destreggiarmi fra tutto quello che mi ha accompagnato<br />
e formato sino a qui.<br />
Entrambi avevate suonato parecchio per la Ecm, eppure<br />
questo è solo il secondo disco che condividete dopo la<br />
produzione indipendente di di un paio di anni<br />
fa. Vogliamo sottolinearne l’evoluzione, anche per quan-