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SUONO n° 511

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TEST<br />

utilizzava per la prima volta al<br />

mondo un diaframma in berillio,<br />

utilizzato sia nel tweeter da<br />

3,3 cm che nel midrange da 8,8<br />

in abbinamento con un woofer<br />

da 30 cm dalle caratteristiche<br />

leggermente differenti nella<br />

versione M del prodotto. Gli<br />

NS-1000 sanciranno due fatti<br />

evidenti: saranno il primo<br />

diffusore Hi-end apprezzato<br />

anche al di fuori del Giappo-<br />

<br />

allora ignorato gli speaker<br />

I connettori sono<br />

rigorosamente monowiring<br />

e adottano gli stessi morsetti<br />

impiegati negli amplificatori<br />

al vertice del catalogo.<br />

Ottima meccanica e sistema<br />

antifrizione che consente un<br />

serraggio tenace. Il condotto<br />

di accordo, con profilo in<br />

plastica e tubo in cartone è<br />

dotato di elementi in spugna<br />

per il fine tuning in ambiente.<br />

giapponesi) e in un certo senso<br />

salderanno la dicotomia tra<br />

sionale.<br />

Gli NS-1000 verranno<br />

scelti dalla Yle (l’equivalente<br />

della BBC finlandese) che ne<br />

acquisterà oltre 200 coppe<br />

mentre nell’arco dei 23 anni<br />

di vita (la produzione fu interrotta<br />

nel 1997 e con essa la<br />

realizzazione di altoparlanti in<br />

berillio) ne verranno prodotti<br />

bene 200.000 coppie! Se guardate<br />

una foto degli NS-1000 la<br />

somiglianza con gli attuali NS-<br />

5000 è impressionante! Da lì a<br />

poco (1978) prenderà corpo il<br />

vero case study dell’azienda in<br />

parentemente<br />

parenti (per sigla<br />

e look) degli NS-1000, anch’essi<br />

con layout asimmetrico, in<br />

realtà hanno poco a spartire<br />

con il blasonato top<br />

di gamma se non il fatto<br />

che erano progettate dallo<br />

stesso ingegnere, Akira Nakamura,<br />

e per un successo che<br />

fu uguale o anche superiore... fu<br />

planetario, con oltre 300.000<br />

coppe vendute! Si trattava di un<br />

due vie con woofer da 18 cm di<br />

sore<br />

venduto allora a 250.000<br />

yen, l’equivalente di circa 420<br />

euro attuali. Nel catalogo Yamaha<br />

c’erano altri prodotti simili,<br />

forse anche migliori (NS-451),<br />

e una terribile concorrenza sul<br />

mercato; eppure gli NS-10 divennero<br />

uno standard e anche uno<br />

status: uno dei pochi prodotti<br />

<br />

Il merito o il caso volle che<br />

venissero notati negli studi di<br />

registrazione occidentali, e qui<br />

le ragioni si dividono tra ragionevolezza<br />

e favole metropolitane:<br />

c’è chi sostiene che questo<br />

accadde per la necessità di po-<br />

tor<br />

facilmente trasportabili, chi<br />

che vennero scelti proprio per i<br />

loro pregi “medi”: “Se un disco<br />

suona bene con questi suona<br />

bene con tutto!”. Anche su chi<br />

e dove fossero stati utilizzati per<br />

la prima volta esistono versioni<br />

discordanti: per alcuni questo<br />

accadde ai Power Station di<br />

Manhattan (oggi Avatar Studios);<br />

per altri ai TakeOne a<br />

Tokyo, dove lavorava un sound<br />

engineer occidentale... Di fatto<br />

il successo di un monitor che<br />

non suonava particolarmente<br />

bene si allargò a macchia d’olio<br />

grazie all’elevato grado di autoreferenzialità<br />

che, evidentemente,<br />

pervade non solo il mondo<br />

dell’Hi-Fi ma anche quello<br />

della registrazione professionale<br />

della musica (se interrogate<br />

in merito un qualsiasi operatore<br />

del settore vi dirà che gli NS-10<br />

suonavano di peste ma artisti e<br />

direttori artistici volevano così).<br />

L’utilizzo degli NS-10 divenne<br />

garanzia di qualità nel lavoro<br />

di mixing e post produzione<br />

musicale...<br />

E allora bisogna anche capirli i<br />

tecnici giapponesi se rimangono<br />

perplessi e ancora si chiedono<br />

qual è la chiave del successo nel<br />

siamo<br />

garantirvi che tutto questo<br />

sia passato nella testa di Koji<br />

Okazaki, Chief Engineer della<br />

Yamaha in Giappone che ha<br />

coordinato e realizzato il progetto<br />

dei nuovi NS-5000, ma<br />

possiamo provare a raccontare<br />

<br />

di non incorrere negli errori e<br />

nei luoghi comuni che hanno<br />

caratterizzato la comunicazione<br />

del passato.<br />

Partiamo allora dalle conside-<br />

niscono<br />

il progetto: si tratta di<br />

mega monitor da 70 cm, dove<br />

lo stand non è un accessorio<br />

ma un vero e proprio elemento<br />

integrato, sulla falsariga di<br />

Le griglie sono realizzate in lamiera stampata e traforata, con quattro elementi in alluminio in cui sono inseriti i magneti per l’ancoraggio al<br />

pannello anteriore. La griglia è posta abbastanza distante dalla superficie di emissione e non costituisce un elemento che interferisce in modo<br />

significativo con l’emissione principale.

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