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SUONO n° 511

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TEST<br />

Lo stadio di uscita è collocato nella parte superiore dell’apparecchio ed è<br />

realizzato in modo abbastanza tradizionale con l’alimentazione dedicata,<br />

due condensatori da 10.000μF da 63V e l’adozione di una coppia di transistor<br />

finali ON Semiconductors NJL 3281DG e NJL 1302DG dotati della tecnologia<br />

ThermalTrack che tiene sotto controllo costante la temperatura del dispositivo<br />

di potenza. Il segnale di potenza che va ai trasformatori di uscita per la sezione<br />

cuffia viene prelevato direttamente ai capi dei morsetti prima di un relè che<br />

disattiva l’uscita diffusori quando è inserita una cuffia.<br />

forma” (dimensioni ridotte, estetica<br />

tipica del Mac) che rendevano<br />

<br />

nostro malgrado: se la razionalità<br />

ci induce a cercare di non essere<br />

schiavi di certi stilemi, l’attrazione<br />

esercitata dall’oggettino, credeteci,<br />

era davvero notevole! Quasi<br />

da non credere il potere iconico<br />

di quel frontale in vetro e di quei<br />

Vu-Meter; eppure, è così e, anzi,<br />

qui assume una valenza ancor più<br />

grande: se per un attimo si riesce a<br />

eludere la logica del tanto al pezzo<br />

(che con un apparecchio di ridotte<br />

dimensioni è comunque svantaggiata),<br />

siamo di fronte a uno degli<br />

oggettini più piacevoli che ci siano.<br />

Ripartiamo allora proprio da<br />

qui, da un aspetto che è anche<br />

forma-funzione (nell’ascolto in<br />

<br />

limitare gli ingombri è importante!):<br />

ovviamente in McIntosh si<br />

sono guardati bene dal cambiare<br />

qualcosa e l’MHA 150 è assolutamente<br />

identico nell’aspetto al suo<br />

predecessore. Parzialmente lo è<br />

anche a livello circuitale visto che<br />

vengono confermate sia la scelta<br />

di utilizzare gli autotrasformato-<br />

<br />

che il fatto di non farlo su quella<br />

<br />

è invece la sezione digitale: nel<br />

MHA 100 il DAC non era in grado<br />

di processare segnali DSD mentre<br />

la versione attutale è in grado di<br />

farlo: con una insospettabile logica<br />

“usa e getta”, in McIntosh si<br />

è deciso di sviluppare una nuova<br />

architettura piuttosto che aggior-<br />

<br />

versione (il chip e l’architettura lo<br />

avrebbero probabilmente consen-<br />

che<br />

di ottimizzazione aziendale e<br />

valutare questa scelta che appare<br />

plausibile in funzione della rapida<br />

obsolescenza del digitale ma poco<br />

consona alle abitudini McINtosh<br />

(un Mac è per sempre… oppure<br />

no?). A confortare l’appartenenza<br />

al club contribuisce comunque<br />

anche la tradizionale l’interfaccia<br />

uomo/macchina che prevede,<br />

come d’abitudine, la presenza sul<br />

frontale di due manopolone rotative<br />

coassiali, disposte ai due lati<br />

del display, di grandi dimensioni<br />

rispetto allo spazio a disposizione,<br />

dove spicca il caratteristico tasto<br />

rosso per lo stand-by. Quella a sinistra<br />

consente di selezionare gli<br />

ingressi: due soli quelli analogici,<br />

uno RC e l’altro XLR, poi USB,<br />

coassiale, ottico e quello proprietario<br />

MTC, che consente di ac-<br />

<br />

del segnale SACD da un lettore<br />

apposito, nessuno però delle dimensioni<br />

compatibili con l’MHA<br />

150. Lo stesso comando seleziona<br />

<br />

tra tre intervalli (8 – 40, 40 - 150<br />

e 150 - 600 Ohm) e consente di<br />

accedere al menu. La manopola<br />

di destra, invece, regola il volume,<br />

inserisce l’HXD (ne parleremo a<br />

<br />

possono essere salvati un discreto<br />

numero, tra quelli ottenuti personalizzando<br />

i settaggi dell’apparecchio<br />

(il sistema funziona come<br />

un compensatore per la gamma<br />

bassa selezionabile a passi di 2.5<br />

<br />

con caratteristiche decisamente<br />

<br />

ogni volta l’interfacciamento è<br />

una comoda facility.<br />

<br />

primaria dell’apparecchio è quel-<br />

<br />

promesso a parlare del filtro<br />

Headphone Crossfeed Director<br />

(HDX), anche questa una soluzione<br />

brevettata e, come dice il nome<br />

stesso, decisamente orientata alla<br />

<br />

questo sistema, infatti, è quello di<br />

rendere più stabile la scena sono-<br />

<br />

ma diminuisce anche la sensazione<br />

di avvolgimento attorno alla<br />

testa del campo sonoro. L’entità<br />

dell’effetto è assai mutevole in<br />

zata,<br />

e varia da modello a modello<br />

più che da marca a marca:<br />

con Audeze, ad esempio, varia da<br />

percepibile a evidente mentre con<br />

varie Sennheiser risulta comunque<br />

poco marcato e, soprattutto,<br />

modestamente realistico. Di fatto<br />

quando si attiva la funzione<br />

HXD si percepisce una riduzione<br />

più o meno marcata della scena<br />

virtuale, con una concentrazione<br />

dell’emissione sonora abbastanza<br />

centrale. Si tratta di una sensazione<br />

che se da un lato rende<br />

più plausibile la riproduzione, al<br />

tempo stesso la colloca al centro<br />

della testa, tra le orecchie. L’ef-<br />

<br />

quanto accade quando si collegano<br />

<br />

altri fattori intervengono sul risul-<br />

-<br />

<br />

post produzione interagiscono con<br />

po<br />

sonoro riprodotto e riportando<br />

centrale l’argomento relativo ai<br />

canoni del mastering che, soprattutto<br />

in un’era come quella digitale,<br />

dovrebbero essere ad hoc per il tipo<br />

di ascolto. L’HDX è solo un sistema<br />

che cerca di ovviare a ciò che<br />

dovrebbe essere risolto alla radice!<br />

La conferma di una chiara destinazione<br />

d’uso viene avvalorata anche<br />

dalle note relative all’utilizzo<br />

dove, al di là delle valutazioni sulla<br />

scelta tecnica dell’infrastruttura<br />

digitale della macchina e pur apprezzandone<br />

l’attuale possibilità<br />

di accettare sostanzialmente qualsiasi<br />

formato ad alta risoluzione<br />

almeno tra quelli più diffusosi,<br />

avendo risolto la querelle sulla<br />

mancata compatibilità con il DSD,<br />

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