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SUONO n° 511

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SELECTOR<br />

di Carlo D’Ottavi<br />

Quanto erano<br />

belli quei tempi!<br />

Questo disco è una<br />

ristampa appartenente<br />

a una collana,<br />

rilasciata dalla AP, legata alla<br />

serie Living Stereo RCA e agli<br />

albori della stereofonia di fine<br />

anni Cinquanta. Ne abbiamo<br />

già accennato brevemente in<br />

questa rubrica proprio presentando<br />

alcuni titoli di questa<br />

serie. Il disco, però, grazie al<br />

suo valore sia interpretativo<br />

che sonoro, merita un ascolto<br />

più attento per metterne meglio<br />

a fuoco le peculiarità. Uno<br />

dei primi grandi direttori a<br />

scegliere la fedeltà alla pagina<br />

scritta, a scapito di personalismi<br />

eccessivi o, al contrario,<br />

affidarsi alla consuetudine del<br />

tempo, fu proprio Fritz Reiner<br />

che, per nostra fortuna, ci ha<br />

lasciato alcune meravigliose<br />

testimonianze, in particolare<br />

quelle legate alla sua fida Chicago<br />

SO. Il Concerto per Or<br />

chestra di Bela Bartòk fu scritto<br />

in un momento per lui estremamente<br />

difficile, quando era<br />

esule negli Stati Uniti dopo<br />

la svolta filo nazista dell’Ungheria.<br />

Altri artisti avevano<br />

già percorso questa strada e<br />

tra questi Serge Koussevitsky,<br />

direttore della Boston SO, che<br />

gli commissionò un lavoro<br />

sinfonico. Il Concerto per Or<br />

chestra fu terminato nel 1943<br />

Bartok Bela<br />

CONCERTO PER<br />

ORCHESTRA<br />

Reiner Fritz - Chicago Symphony<br />

Orchestra<br />

Analogue Productions - RCA LSC<br />

1934, 1 LP 200 grammi<br />

<br />

dell’anno dopo. Pur richiedendo<br />

un organico orchestrale di<br />

grandi dimensioni, completo<br />

in tutte le sue sezioni e suddiviso<br />

in cinque tempi con<br />

un’architettura simmetrica,<br />

“ad arco”, come disse il compositore<br />

stesso, non è una<br />

sinfonia in quanto la partitura<br />

vede spesso protagonisti pochi<br />

strumenti e solo nei climax<br />

più drammatici o esaltanti l’orchestra<br />

suona al massimo delle<br />

sue possibilità. Il Concerto si<br />

inserisce in una serie di grandi<br />

lavori di Bartòk composti proprio<br />

in quegli ultimissimi anni<br />

di vita (morì nel 1945). Dalla<br />

prima esecuzione, di grande<br />

successo, il lavoro è entrato<br />

stabilmente nel repertorio di<br />

ogni grande orchestra in tutto<br />

il mondo. Il primo movimento<br />

presenta due temi contrastanti,<br />

fedele dunque alla classica<br />

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