Virginia de Winter - nonsolofantasy

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«Sophia, sembri un animale in gabbia»,
disse Cain osservando la sorella fare su e giù
per la stanza senza pace.
«È quello che sono in fondo», disse lei.
«Ho l’ordine di non lasciare nemmeno
questa stanza, come se tutto quello che è successo
fosse stata colpa mia».
«Nessuno pensa che sia colpa tua».
«In ogni caso sono in prigione».
Cain ebbe il buon senso di non replicare.
Rimase a osservarla per un minuto buono,
poi appoggiò il mento sulle braccia conserte
e nei suoi occhi felini si accese una scintilla
di malizia.
«Tu e Gabriel Stuart?», domandò. «Sono
offeso. Perché non sono stato il primo a
saperlo?».
Sophia si fermò e alzò le spalle. «Non c’è
niente da sapere. Non doveva nemmeno
iniziare».