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bilità, quasi mai sperimentata: i più si intimorivano alla<br />

sua sola presenza e al vedere quei suoi occhi castani incupirsi<br />

e stringersi fino a diventare piccoli piccoli.<br />

Marcello aveva appena quattordici anni, che Tonino<br />

Perria gli ha messo gli occhi addosso. Tonino Perria era<br />

un preparatore di boxe, e scopritore di talenti: era stato<br />

lui a mettere sulla strada dei pugni Lillino Pes, campione<br />

d’Italia dei leggeri nel ’58, che soltanto per un soffio, e per<br />

non aver trovato un manager che ne comprendesse la<br />

grandezza, non era riuscito a battersi per il titolo europeo.<br />

Lillino, ora che è anziano, è diventato sfasciacarrozze:<br />

ha il suo “negozio” al bivio di Dolianova – un enorme recinto<br />

pieno di centinaia di carcasse – e, se passate da quelle<br />

parti, guardatelo mentre molla certe martellate sulla lamiera...<br />

Tonino Perria coi boxeur ci sapeva fare: aveva fiuto,<br />

nello scegliersi i ragazzi da instradare, e inesauribile pazienza<br />

nel prepararli. La sua lamentela preferita, al bar di<br />

Saiu, era che “quelli che hanno veramente la stoffa, non<br />

gli piace di allenarsi; e quelli che gli piace di allenarsi, sono<br />

ciappuzzi...”<br />

Quando Tonino ha messo gli occhi su Marcello, ha fatto<br />

una scommessa con se stesso: “questo” ha pensato “come<br />

minimo lo faccio campione sardo... e, se ha voglia, chissà<br />

dove arriva.”<br />

Marcello ha cominciato a frequentare la vecchia palestra<br />

“Stella Rossa”, da cui erano venuti fuori fiore di talenti.<br />

La palestra stava al piano terra di una sezione del Parti-<br />

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to Comunista; al piano di sopra c’erano gli spogliatoi; le<br />

rare volte in cui la sezione doveva funzionare da sezione,<br />

bastava staccare dai ganci i punging-ball e i sacchi, e sistemare<br />

in bell’ordine certe sedie che stavano accatastate in<br />

un angolo; il ring, privato delle corde, era un’ottima presidenza<br />

sopraelevata; mentre i quartesi discutevano di<br />

politica, Perria e i suoi ragazzi facevano footing continuato,<br />

a sgambettare per i campi. Questo, però, appunto, accadeva<br />

molto raramente. C’era, naturalmente, l’obbligo<br />

– non scritto, ma molto rigoroso – per gli aspiranti pugili,<br />

di tesserarsi al grande partito: lo facevano volentieri. Non<br />

è che avessero molta simpatia per la parrocchia e per le<br />

beghine.<br />

Tonino Perria, convinto di avere un diamante fra le mani,<br />

si è dato a sbozzarlo con amore, perché splendesse nel<br />

suo vero valore: ha concentrato su di lui tutti i suoi sforzi,<br />

tutta la sua scienza. E i risultati gli davano ragione: ben<br />

presto Marcello è diventato veloce di gambe, mobile sul<br />

tronco, abile nell’uno-due e veloce col sinistro: pareva nato<br />

per affibbiare cazzotti al prossimo.<br />

“Il primo incontro da dilettante lo farai a luglio, alla festa<br />

dell’Unità” ha detto un giorno di maggio Perria al suo<br />

allievo, ormai scozzonato e pronto a cominciare la scalata<br />

verso la gloria.<br />

Quegli ultimi due mesi è stato richiamato in servizio<br />

persino Lillino – la vecchia gloria – per fare da sparring all’astro<br />

nascente. Lillino ha lavorato come si deve – e qualche<br />

giorno prima dell’incontro ha chiamato da parte Perria<br />

e gli ha detto: “il ragazzo classe ne ha, tanta, e può an-<br />

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