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È sparito, Tonino. Non c’è sotto i letti di nessuno, dentro<br />
nessun armadio, in nessun sottoscala, in nessuna baracca<br />
di latta e legna lungo lo stagno – case d’appuntamenti.<br />
Tonino è sparito dal mondo.<br />
Le case sono poche. Da una parte una strada, quella<br />
che trascina nel ventre della città madre, e nell’altro senso<br />
ti sputa fuori verso il cemento delle ville in condominio.<br />
Fisio e Francolino e Rodolfo, tutti svegli alle sei del<br />
mattino, dopo tanti caffè, corrono in macchina avanti e<br />
indietro, verso i ponti, e verso il mare e le zanzare. E le<br />
villette del cazzo. Avanti e indietro. E Tonino non c’è.<br />
Neanche sotto i ponti.<br />
Tutti nelle barche. Attorno è nero. A febbraio la luce<br />
aspetta ancora.<br />
Con le lampade. Tutti nelle stagno. A guardare fra le<br />
piante, a disturbare le galline.<br />
Una luce ancora spenta schiaccia la notte, e noi nello<br />
stagno. Sono le settemezza. E lo troviamo accucciato sul<br />
gradino di una chiesetta diroccata, in un’isola là dentro,<br />
in mezzo allo stagno, sta zitto e non chiama.<br />
Una specie di apparizione. È venuto fin qui a nuoto. Da<br />
solo. Di notte.<br />
Così si scopre che ha imparato a nuotare, e nessuno<br />
gliel’ha insegnato. Perché in spiaggia spaventa i bambini.<br />
Lo scemo ha imparato a nuotare, e si è portato via anche<br />
il costume da matto. È scappato.<br />
“Vieni che torniamo a casa, Tonino.”<br />
“Io non ci torno.”<br />
Con calma. E con le buone. Lo portiamo alla barca.<br />
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Sussurrandogli affetto. E lui zitto a guardare la lampada e<br />
l’acqua. Improvvisamente, sul bordo di un canneto, si<br />
tuffa e sparisce.<br />
Dopo un po’ lo vediamo lontano, che nuota, tenendo il<br />
costume da matto in alto, con una mano. Nuota come un<br />
giocatore di pallanuoto. Come un pazzo.<br />
Cerchiamo tutto il giorno. Secondo di carnevale... E<br />
tutta un’altra notte. Senza turni. Tutte le barche. E Tonino<br />
è sparito via dal mondo. Non si vede neanche nuotare.<br />
Non c’è più, fra terra e acqua.<br />
Ma l’acqua che prima o poi riconduce a casa gli annegati,<br />
l’acqua l’ha tenuto nascosto. Due giorni e due notti.<br />
“Nuotare, sa nuotare” ha detto Fisio “e se vuol tornare<br />
la strada la conosce meglio di noi.”<br />
E la ricerca è finita.<br />
Ma non torna, Tonino.<br />
Marietta, ogni notte, e Annalisa, lasciano accese le finestre<br />
sullo stagno. Ché gli serva per vedere le barche. Per<br />
tornare tranquillo, senza farsi male.<br />
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