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Storia della monaca<br />

Non per sparlare della morta, pover’anima, diomenescampi,<br />

ancora calda nella bara, e noi qui che seguiamo<br />

l’amatissimo feretro, ma Maddalena, da giovane, era magra<br />

e pallida, uno stecco passato in lisciva, ti dico, studiosa<br />

e religiosa, bigotta cioè, sempre appiccicata alle sottane<br />

di Don Mosè, fino alla terza magistrale. Allora ha cominciato,<br />

con le coglionate.<br />

Me la vedo, come fossi oggi, era sera tardi, e stavamo<br />

mangiando un tranquillo minestrone dopo una giornata<br />

di merda, tutti lì in silenzio attaccati al cucchiaio. La strada<br />

fuori era pacifica, solo qualche comare a prendere il<br />

fresco, e noi con la finestra aperta a piano terra, una oasi.<br />

E quella parla “Ho deciso di farmi monaca” dice “Dio<br />

mi ha chiamato, e, se Lui vorrà...”<br />

C’era mio cognato, maresciallo dei carabinieri, uomo<br />

che aveva cultura e esperienza, che gli ha detto di ripensarci;<br />

e tutte le sorelle, incazzate che non ti dico, “noi qui<br />

a farci il mazzo per farti studiare, per farti diventare maestra,<br />

e tu sprechi tutto perché Don Mosè ti ha montato la<br />

testa...”; e mammina buonanima si è fatta dare la cinghia<br />

e gliel’ha pestata sul culo, e gli ha lasciato tracce profonde<br />

sulle natiche. Ma nella coscienza...<br />

Sprecona, era. Aveva sprecato tutto. A cominciare dagli<br />

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