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Il signor Daini, che rispettò immediatamente gli ordini<br />

della lettera – e avrebbe potato dimenticarsene, poiché<br />

stava male veramente: disoccupato, la moglie e la figlia gli<br />

erano appena morte di male incurabile – il signor Daini rispettò<br />

tutto senza sorridere, e dopo un mese vinse il primo<br />

premio della lotteria nazionale, e da allora vive beato.<br />

Tenga conto degli ammonimenti del passato. Non rida.<br />

Non sia irrispettoso nei confronti della sorte, e la sorte le<br />

sarà benigna. Rammenti bene: una settimana di tempo a<br />

partire da questo esatto momento.”<br />

Mariotto non crede ai suoi occhi, non crede al cervello<br />

che ha decifrato lo scritto. Il suo sguardo ritrova il grande<br />

schermo panoramico, dove ora un uomo e una donna si<br />

carezzano sulla sabbia rosa di marte. Una lettera di una<br />

catena di S. Antonio. Incredibile.<br />

La lettera riporta alla mente un passato finito del tutto,<br />

da tanto, tanto tempo.<br />

Un passato di processioni (l’incontro fra Jesus e la Santa<br />

Vergine Maria, il giorno di Pasqua, e Mariotto piangeva<br />

assieme a tanti altri che piangevano e urlavano in via Roma,<br />

sotto i portici, lungo il mare). Il buio della chiesa, incenso<br />

e confessionali; la luce del sole che illumina un<br />

mondo dove vivere è agevole e tenero; le grandi speranze<br />

della giovinezza, presto – troppo presto – deluse dai fatti;<br />

la prima notte con Elena, sulla stuoia bagnata, mentre la<br />

risacca accompagnava il lento vai e vieni scandito dai sussurri<br />

e dalle risatine che gli riempivano l’orecchio.<br />

“Esistono ancora” pensa Mariotto “le lettere della catena<br />

di S. Antonio. Forse allora, da qualche parte del mon-<br />

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do, c’è ancora qualcuno che organizza processioni, e dichiara<br />

guerra al malocchio. E perché no?”<br />

Sorride, Mariotto. Piega la lettera in quattro, e la poggia<br />

con mano delicata nel cassetto delle reliquie del tempo<br />

andato, su un mazzo di figurine miralanza, vicino alla foto<br />

di un bambino piccolo e grasso in costume da bagno.<br />

Quando chiude il cassetto, Mariotto ha le lacrime agli<br />

occhi. Ha dimenticato la microbrowing sulla poltrona<br />

grigia, e ha affrontato disarmato il percorso dal salotto al<br />

ripostiglio. Ora torna sui suoi passi, commosso, e spegne<br />

il grande schermo proprio mentre una rana violacea, avvenente<br />

come una pin-up-girl del passato, vince il buono<br />

per un viaggio ipnotico nelle paludi dei fenicotteri.<br />

Ora, a letto, Mariotto non riesce a dormire. Il suo cervello<br />

ancora si adagia in un mondo di memorie – ma la<br />

mano stringe la microbrowning, e l’impianto elettronico<br />

di sorveglianza collegato alla porta e alle finestre ronza<br />

tranquillo. Se qualcuno tenterà di forzare, l’impianto<br />

emetterà urla lancinanti.<br />

Mariotto dorme, finalmente, col cuore gonfio di pace,<br />

dopo ore di dolcissimi ricordi.<br />

I giorni successivi al ricevimento della lettera scorrono<br />

tranquilli e si arrotolano attorno a se stessi uno dopo l’altro<br />

sempre uguali, nell’ufficio dentro il bunker dell’amministrazione<br />

delle acque, animato dai soliti odi di corridoio<br />

e dalle solite battaglie per la promozione a capo-ufficio.<br />

Si arrotolano in mensa – puzza di pesce fritto, e nel solito<br />

autobus alla solita ora straripieno delle solite facce di<br />

terra silenziose e impaurite, e nelle solite nottate davanti<br />

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