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Così erano i padri: robusti. Poi vinti, infine, dall’età.<br />

Colla pensione dello stato.<br />

I figli vanno via chissà dove. Hanno studiato, i figli.<br />

Vanno via chissà dove.<br />

Una figlia sta qui, nella metà illuminata della scena e tutto<br />

attorno la penombra di un parcheggio per notabili.<br />

Giovane madonna che crolla sull’asfalto, travolta dalla seconda<br />

scarica.<br />

Interludio<br />

Cosa vorresti ora, messié?<br />

Meglio: cosa aspetti che succeda, in questa storia?<br />

Forse immagini che io voglia narrarti, ora, una storia<br />

d’amore.<br />

Una storia d’amore. Anche a me, piacerebbe. Credi.<br />

Negli autunni cagliaritani, serate delicate, la bella del<br />

fuorilegge, protetta dai vecchi alberi, abbracciata sulla<br />

spiaggia, nei rifugi clandestini.<br />

Ma non è la donna di Nicola.<br />

La storia, messié, è differente. La ragazza non ha amanti,<br />

nel gruppo clandestino. È solo vittima di un vecchio sogno:<br />

combattere nel cuore delle città. Come Palestina, come<br />

i papisti d’Irlanda, i militanti baschi. Orizzonte lontano,<br />

feroce e polveroso. Terroristi arrabbiati.<br />

Ci crede, Mintonia. Credetemi, messié. Ci crede davvero,<br />

con disperazione.<br />

Ma l’amore. L’amore è altra cosa. Un invecchiato tep-<br />

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pista, è l’amore. Altro tipo di eroe: scuro cagliaritano<br />

mezzomatto, ingrassato re di periferia, vecchio galeotto<br />

rissoso, ubriacone violento.<br />

Mirabilmente dolce, ammaestrato, ogni tanto.<br />

Un principe bruno della casba. Raffinato ergastolano<br />

quarantenne. Un signore.<br />

Sta sdraiata bocconi, Mintonia, ai piedi della cattedrale.<br />

Sparata viva. Squarciata. Titoli sui giornali. La guerra<br />

è finita.<br />

La storia continua<br />

Nell’angolo buio della scena, mentre l’unico faro, e i<br />

colpi di mitraglia, convergevano su lei, Nicola scappa.<br />

Sgomma via, con le portine spalancate, la sitroén.<br />

Una portina sbatte su un angolo della cattedrale, e si<br />

stacca.<br />

Una portina sbatte su una vecchia pietra all’imbocco<br />

di via del Fossario, e si stacca.<br />

L’auto schizza via sui bastioni, sbuca in cima alla città.<br />

Il mare, nuovamente, negli occhi.<br />

Nicola sbatte sui palazzi dei signori di un tempo. Striscia,<br />

graffia, ammacca.<br />

Scappa verso il mare, nei vicoli, una discesa impazzita<br />

dal colle, giù giù, verso il mare.<br />

Dietro le spalle, una sola, insistente, sirena.<br />

Una sola pantera. Le altre, bloccate davanti alla cattedrale,<br />

nella penombra di fronte al palazzo viceregio. Le<br />

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