PROGRAMME AND ABSTRACTS - Università degli Studi di Messina
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e della cultura greca nell’isola. L’opera <strong>di</strong> ricristianizzazione, condotta dagli Altavilla<br />
attraverso il sistematico ricorso a congregazioni e gruppi identitari <strong>di</strong> professione cattolica ed<br />
ortodossa sopravvissute agli anni dell’emirato (827-1061), lascia emergere la forte impronta<br />
culturale greca presente soprattutto nel Valdemone (San Salvatore in Lingua Phari, San Filippo<br />
de Demenna, Sant’Angelo <strong>di</strong> Brolo, San Filippo d’Argirò, ...) dove Ruggero I, nell’arco <strong>di</strong><br />
appena un ventennio, significativamente eresse e rifondò <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong> benedettine (Lipari,<br />
Catania, Patti, Troina, Palermo, Agrigento, Mazara, Siracusa, Santa Maria de Scalis, ...) e circa<br />
venti monasteri greci, deputati al controllo politico ed economico del territorio, ma depositari e<br />
garanti al tempo stesso <strong>di</strong> un importante settore culturale altrove in declino. Grazie alla<br />
rinascita dell’ellenismo registrata in quegli anni ed all’orientamento scientifico che la vita <strong>di</strong><br />
corte mantenne vivo sino all’età dei Guglielmi (basti citare Enrico Aristippo, Maione <strong>di</strong> Bari, il<br />
notaio-l’ammiraglio Eugenio, il logoteta Leone ed il camerario Nicola), la cultura bizantina, <strong>di</strong><br />
cui furono custo<strong>di</strong> non solo le se<strong>di</strong> greche, riuscì a trovare consistenti canali d’irra<strong>di</strong>azione<br />
verso l’Occidente, contribuendo ad affidare gran parte del patrimonio classico all’Umanesimo.<br />
In particolare il cenobio basiliano <strong>di</strong> San Filippo <strong>di</strong> Fragalà, che era stato fucina feconda per il<br />
grammatico Leone <strong>di</strong> Centuripe e gli omileti Filippo Filagato da Cerami e Leonzio <strong>di</strong> Fragalà,<br />
raggiunse l’acme della prosperità nella prima età normanna, quando risulta il maggiore<br />
monastero greco ed il principale centro della rinascita basiliana del Mezzogiorno. Dopo il<br />
consolidamento della <strong>di</strong>nastia normanna in Sicilia, si registrò un crescente declino della cultura<br />
italo-greca ed un incremento del flusso <strong>di</strong> monaci latini (cistercensi, cluniacensi, certosini e<br />
agostiniani), soprattutto attraverso le fondazioni sorte precocemente in Calabria, come Santa<br />
Eufemia e Mileto, che furono propulsori nel XII secolo <strong>di</strong> una cultura alimentata dai centri<br />
monastici cluniacensi d’Oltralpe e <strong>di</strong>ffusa pure, nella temperie della riforma monastica e della<br />
lotta per le investiture, presso gli ambienti della Curia pontificia. Mentre quin<strong>di</strong> la cultura<br />
bizantina si stemperava nella progressiva latinizzazione, prendeva corpo un nuovo<br />
orientamento culturale in cui larga parte avrebbe avuto la Chiesa romana riformata. I modelli<br />
letterari trattati dalla cronistica ufficiale normanna furono me<strong>di</strong>ati dagli ambienti monastici con<br />
una sorprendente flessibilità in cui temi religiosi ed ecclesiologici si legano alla politica, ma<br />
vennero proposti strumentalmente anche nella produzione documentaria <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse se<strong>di</strong><br />
episcopali ed abbaziali (<strong>Messina</strong>, Catania, Lipari-Patti, Cefalù), mostrandosi eccezionale<br />
strumento <strong>di</strong> rielaborazione e trasmissione <strong>di</strong> precise ideologie politico-religiose, come la<br />
trasposizione in chiave provvidenziale dei modelli etici del ciclo Carolingio e <strong>di</strong> quello<br />
Bretone, attinta dalla successiva tra<strong>di</strong>zione letteraria aulica e popolare (Nicolò Speciale,<br />
Simone da Lentini, Francesco Maurolico, tra<strong>di</strong>zione orale e iconografica, Opera dei Pupi...).<br />
Molte carte dell’Archivio capitolare <strong>di</strong> Patti, peraltro, offrono testimonianza eccezionale dei<br />
nuovi esiti linguistici, frutto del passaggio dal me<strong>di</strong>olatino al volgare siciliano e del tentativo <strong>di</strong><br />
definire una nuova cultura <strong>di</strong>ffusa controllata dalla monarchia. Il ciclo iconografico <strong>di</strong> Santa<br />
Maria <strong>di</strong> Ravanusa, ad esempio, è da considerare una sorta <strong>di</strong> corrispettivo me<strong>di</strong>terraneo<br />
dell’Arazzo <strong>di</strong> Bayeux ed una significativa rappresentazione, sul versante figurativo, dell’epos<br />
narrato in cronaca da Goffredo Malaterra, benedettino proveniente dal cenobio normanno <strong>di</strong><br />
Saint-Evroul-sur-Ouche, vivaio cluniacense <strong>di</strong> monaci colti ed esperti negli affari <strong>di</strong> questo<br />
mondo, come Orderico Vitale e Roberto <strong>di</strong> Grantmesnil. In definitiva, il sostrato religioso<br />
cristiano, emerso in seguito alle politiche <strong>di</strong> normalizzazione demica attuate dagli Altavilla con<br />
il ricorso a vecchie e nuove strutture benedettine e basiliane, avrebbe profondamente<br />
impregnato, nella lunga durata, la vicenda culturale del Mezzogiorno d’Italia, quando<br />
l’arretratezza sociale ed economica non consentiva alcuna possibilità alternativa <strong>di</strong><br />
partecipazione all’elaborazione della nuova cultura.<br />
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Wed 16 th , 10.00, Classroom 7