PROGRAMME AND ABSTRACTS - Università degli Studi di Messina
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Paola Corrente, Complutense University of Madrid, Spain<br />
Paralleli <strong>di</strong> Dioniso con <strong>di</strong>vinità del Vicino Oriente<br />
Com’é noto, Dioniso è il “<strong>di</strong>o che arriva” al mondo religioso greco, secondo la definizione <strong>di</strong><br />
uno <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>osi più acuti del <strong>di</strong>onisismo, e per questo, già dall’antichità, fu oggetto <strong>di</strong><br />
supposizioni sulla sua origine straniera. In questa esposizione si commenteranno le<br />
informazioni presenti nei testi <strong>di</strong> quegli autori classici, come Erodoto o Plutarco, che danno<br />
informazioni sulle somiglianze <strong>di</strong> Dioniso con altre <strong>di</strong>vinità dell’area me<strong>di</strong>terránea. Stando ai<br />
testi che si prenderanno in considerazione, ci sono quattro <strong>di</strong>vinitá che già gli antichi<br />
consideravano simili a Dioniso: il <strong>di</strong>o traco- frigio Sabazio, l’egizio Osiris, Yahweh, il <strong>di</strong>o<br />
<strong>degli</strong> ebrei, e Orotal-Dushara, <strong>di</strong>vinità dei nabatei l’una e <strong>degli</strong> arabi l’altra, che finirono per<br />
identificarsi. Fra tutti, i paralleli più conosciuti e stu<strong>di</strong>ati sono quelli con Osiris e Sabazio,<br />
mentre la questione relativa al mondo ebraico e a Yahweh si presenta più complicata, dato che<br />
le nostre fonti usano criteri piuttosto arbitrari nella loro analisi, e, infine, <strong>di</strong> maggiore interesse<br />
resulta la similitu<strong>di</strong>ne con Orotal e Dushara, dal momento che non esiste ancora uno stu<strong>di</strong>o<br />
comparativo fra queste <strong>di</strong>vinitè e il <strong>di</strong>o greco. Nel panel si cercherà <strong>di</strong> fare una esauriente<br />
panoramica sullo stato della questione.<br />
Vincenzo M. Corseri, Officina <strong>di</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> Me<strong>di</strong>evali of Palermo, Italy<br />
67<br />
Wed 16 th , 15.20, Classroom 8<br />
Nicola Cusano e Guillaume Dufay, ovvero l’armonia come dottrina. Appunti per una<br />
comparazione tra pensiero religioso e musica nella prima metà del XV secolo<br />
Il Quattrocento è per antonomasia il secolo in cui l’uomo ritorna a porre sé stesso come un<br />
perfetto microcosmo davanti al mistero insondabile <strong>di</strong> Dio. In filosofia, a raccogliere e<br />
sintetizzare le molteplici in<strong>di</strong>cazioni convergenti circa la crisi della scolastica è il car<strong>di</strong>nalefilosofo<br />
Nicola Cusano, un pensatore per il quale i limiti della conoscenza umana, che procede<br />
dal noto all’ignoto, non consentono <strong>di</strong> colmare l’infinita <strong>di</strong>stanza che separa l’uomo da Dio. La<br />
mente umana è misura delle cose che hanno limiti, Dio è infinito, cioè senza limiti, quin<strong>di</strong> è<br />
incomprensibile la sua essenza. Di Lui si può <strong>di</strong>re solo ciò che non è, non ciò che è (con un<br />
esplicito richiamo al neoplatonismo cristiano dello pseudo-Dionigi). Solo alcune metafore<br />
possono avvicinare la mente all’infinito, la cui caratteristica è la coincidenza <strong>degli</strong> opposti, il<br />
luogo metafisico <strong>di</strong> tutte le cose, che si esplicano con la creazione. L’uomo racchiude in sé,<br />
contratto, l’intero universo: è, cioè, un armonioso microcosmo che trova in Cristo, nella sua<br />
duplice natura, la contrazione <strong>di</strong> Dio stesso. A questo proposito, è utile introdurre la nozione <strong>di</strong><br />
armonia come un punto centrale dell’impianto speculativo del pensatore <strong>di</strong> Cues. Questa, nel<br />
secondo libro del De docta ignorantia, il suo in<strong>di</strong>scusso capolavoro filosofico, viene presentata<br />
come il prodotto della concordanza dei termini e dei piani visti, in ambito umano e politico,<br />
come similitudo; è un’armonia assoluta, invece, quella che si manifesta nell’aequalitas,<br />
l’ambito puramente <strong>di</strong>vino, irraggiungibile all’uomo. Questa concezione metafisica –<br />
squisitamente cristologica – può trovare, a mio parere, una sua immagine speculare nella<br />
complessa e ricercata musica <strong>di</strong> Guillaume Dufay, senza dubbio il più influente e<br />
rappresentativo compositore europeo del XV secolo. Dufay fu un nor<strong>di</strong>co che si trovò (proprio<br />
come Cusano) per lungo tempo a operare in Italia, <strong>di</strong>venendo trait d’union <strong>di</strong> due mon<strong>di</strong><br />
musicali apparentemente inconciliabili: quello “settentrionale”, improntato al puro<br />
contrappunto, e quello umanistico-me<strong>di</strong>terraneo, più aperto alla concezione verticale (oggi<br />
<strong>di</strong>remmo armonica) e all’improvvisazione: due tendenze che egli riuscì a fondere in un<br />
personale para<strong>di</strong>gma compositivo. La sua musica indaga l’or<strong>di</strong>ne intimo della creazione che si<br />
manifesta nelle cose e l’armonia che ne determina il senso ineffabile. Sia Cusano che Dufay –